Fino ad oggi ho ritenuto di non intervenire sulla questione del decreto ministeriale inerente il piano di estinzione delle passività pregresse che, da quando il 18 luglio scorso è stato trasmesso dalla Prefettura al Comune di Alessandria, sta giustamente monopolizzando il dibattito politico cittadino. Questo non per disinteresse ma perchè è mia abitudine parlare con cognizione di causa, dopo aver esaminato attentamente i documenti e non accontentandomi mai delle interpretazioni preconfezionate da altri che siano soggetti istituzionali, esponenti politici o i bravi osservatori dell’informazione locale.
D’altra parte non è mio interesse entrare nella polemica politica per prendere parte al dibattito se il dissesto c’era o non c’era, in quanto il dissesto giuridicamente esiste perché è stato votato dalla maggioranza che sostiene Rita Rossa e dunque i suoi effetti sono reali e con essi dobbiamo fare i conti al di là del fatto che contabilmente il Comune di Alessandria alla fine del 2011 non fosse di fatto in una situazione di dissesto finanziario.
Un pubblico amministratore deve preoccuparsi di capire qual è la situazione attuale, quali conseguenze questa potrà portare alla gestione attuale e futura dell’ente che amministra e cercare di fare le scelte più adeguate e responsabili nell’ottica della buona amministrazione nell’interesse dei cittadini e non nell’interesse delle fazioni partitiche o, peggio, di qualche scapestrata aggregazione di interessi privati. Quali sono dunque i fatti su cui possiamo ragionare seriamente come pubblici amministratori responsabili?
Il primo fatto è che dal piano di estinzione dell’Organismo Straordinario di Liquidazione emerge che la massa attiva residua è di 103.769.018,01 euro (cioè il totale della massa attiva di 104.143.033,69 euro, al netto delle spese per la gestione della liquidazione di 374.015,68 euro) e la massa passiva ammissibile alla liquidazione è di 63.907.305,64 euro, con una differenza positiva di 39.861.712,37 euro. Questo importo, a differenza di quel che molti dicono, non deve essere restituito allo Stato ma deve essere restituito dall’OSL al Comune di Alessandria. Cosa dunque il Comune di Alessandria deve restituire allo Stato? Stando alla lettura del decreto ministeriale bisogna restituire la parte non utilizzata dei contributi concessi (4.295.420,51 euro in tre tranche ex art.3bis D.L. n.174/2012 convertito in L.213/2012) nonchè la parte rimanente e non utilizzata dall’OSL derivante dall’anticipazione concessa (52.032.111,17 euro ex art. 33 D.L. n.66/2014 converito in L.89/2014). Quindi per calcolare quanto il Comune di Alessandria dovrà restituire allo Stato va fatto un ragionamento per cassa e non per competenza! Nella cassa dell’OSL sono entrati realmente 66.237.868,65 euro (cioè i contributi e l’anticipazione dallo Stato, i residui effettivamente riscossi, le quote residue dei mutui, i proventi dalle alienazioni e gli interessi maturati) e di questi sono stati spesi 33.960.055,90 euro per il pagamento dei debiti transatti e 374.015,68 euro per le spese di gestione della liquidazione e dunque in cassa al momento restano 31.903.797,07 euro. Questo fondo cassa di circa 32 milioni di euro sarà ora trasferito al Comune. Di questi soldi circa 14 milioni di euro (stando alle risultanze dell’attività della Commissione Controllo di Gestione e della Commissione Bilancio) sono stati accantonati dall’OSL e restano al Comune per il pagamento di quota parte dei debiti non transatti, da giudizi pendenti e fuori bilancio ex art. 194 del Tuel mentre sarebbero da restituire allo Stato solo 18 milioni di euro circa, ovvero la quota residuale derivante dal parziale utilizzo dell’anticipazione concessa dallo Stato.
La prima riflessione politica è dunque questa: per quale motivo dall’amministrazione comunale continuano a dire (o a non smentire, che è anche peggio) che dovranno essere restituiti quasi 40 milioni di euro allo Stato? O interpretano male il decreto del Ministero o c’è una convenienza nel provare a fare passare erroneamente questa linea interpretativa. E quale può essere la convenienza di impegnarsi a restituire una cifra maggiore? Forse perchè diminuire teoricamente l’indebitamento permetterà di ridurre le rate del piano di ammortamento a bilancio (calcolato così su 14 milioni di euro anzichè 36 milioni di euro) liberando risorse sulla parte corrente di bilancio da finalizzare ad altre spese (in sede di assestamento) o alla sottoscrizione di nuovi mutui (in sede di previsione) per investimenti pre-elettorali spostando sulla futura amministrazione l’onere di gestire eventuali squilibri di bilancio?
Il secondo fatto è che dal piano di estinzione dell’OSL emerge che i debiti ammessi alla massa passiva sono 63.907.305,64 euro, di cui 33.960.055,90 euro sono i debiti transatti dall’OSL e 29.947.249,74 euro i residui passivi ancora da pagare (cioè i debiti non transatti, i debiti fuori bilancio e i giudizi pendenti). La domanda da porsi è quanto di questi 30 milioni di euro andrà a gravare sul bilancio comunale? Tenendo conto che gli accantonamenti dell’OSL sono circa 14 milioni, restano circa 16 milioni di euro che andranno ad incidere sul bilancio. Questa cifra deve essere ridotta di 10,5 milioni di euro circa che è il fondo rischi accantonato dal Comune di Alessandria, ma dovrà essere aumentata di tutti gli interessi maturati in questi anni e dalle spese legali e processuali che deriveranno dal contenzioso con i creditori del Comune con cui non si troverà un accordo. Facendo una stima dei soli interessi di mora maturati dai creditori, ipotizzando per difetto che tutti i titoli di credito siano del 2011 (ma sappiamo che ce ne sono di più vecchi), si tratta potenzialmente di 12 milioni di interessi. Quindi, al netto degli accantonamenti, l’impatto dei residui passivi ancora da pagare sui prossimi bilanci comunali oscillerà tra un minimo di 5,5 milioni di euro ed un massimo di 17 milioni di euro, più eventuali spese processuali.
La seconda riflessione politica da fare è come può l’amministrazione comunale pensare ottimisticamente che chi fino ad oggi non ha accettato di percepire solo una parte del suo credito possa farlo adesso? Un’amministrazione responsabile dovrebbe mettere in conto, come faccio io, che i creditori esigeranno quanto loro dovuto maggiorato degli interessi di mora e che un eventuale contenzioso con essi porterà ad un incremento ancora più grande del debito per l’ente. L’atteggiamento giusto sarebbe quello di attivarsi efficacemente per il recupero dei residui attivi non ancora incassati, attività che l’OSL ha di fatto ignorato visto che in cassa aveva la disponibilità dei contributi e dell’anticipazione proveniente dallo Stato. Si tratta di 36.451.463 euro (sul totale di 41.310.914,97 euro dei residui ammessi all’attivo della liquidazione) di cui una parte non trascurabile sicuramente esigibili. Parallelamente è essenziale percorrere la strada di una richiesta al Ministero di trattenere in via cautelativa l’intera anticipazione residuale ovviamente vincolata alla gestione dei residui passivi ancora da pagare.
Il terzo fatto, fino ad oggi ignorato, riguarda le entrate finalizzate a sostenere spese identificate dai soggetti che hanno trasferito risorse al Comune. Basta pensare a titolo di esempio alle risorse trasferite al Comune per il trasporto pubblico locale. Giustamente sono stati esclusi dalla liquidazione dell’OSL i debiti a gestione vincolata ma la domanda da porsi è questa: tenendo conto che ci sono debiti impegnati a residuo con entrate finalizzate, a quanto ammontano i contributi effettivamente incassati che non sono stati spesi per le finalità previste dall’ente contributore? Questo calcolo è fondamentale perchè si tratta di risorse di cui potrà essere richiesta la restituzione con effetti potenzialmente devastanti sugli equilibri di bilancio. Tornando all’esempio del trasporto pubblico locale, a fronte di trasferimenti dalla Regione finalizzati a questo scopo e tenendo conto che il fallimento di ATM ha cancellato con un colpo di spugna i debiti residui che il Comune doveva trasferire all’azienda, i soldi che il Comune di Alessandria aveva in cassa come entrate finalizzate al trasporto pubblico locale e che non ha trasferito ad ATM dovranno essere restituiti alla Regione anche se, nel frattempo, sono stati spesi per cassa in modo diverso. Questo è l’esempio più eclatante ma non è l’unica fattispecie.
La terza riflessione politica è che l’avventata e disinvolta azione perpetrata fin dal primo giorno da questa deleteria amministrazione guidata da Rita Rossa, finalizzata a prendere la scorciatoia del dissesto e dei fallimenti delle aziende partecipate per cancellare con un colpo di spugna debiti fisiologici dell’ente e delle sue aziende controllate a fronte dei servizi che da sempre vengono offerti alla comunità alessandrina, espone ora la città – dopo aver messo in ginocchio i creditori e tartassato con le imposte al massimo i cittadini – ad uno squilibrio di bilancio ben più grave di quello in essere al momento della dichiarazione di dissesto nel 2012 e dunque potenzialmente ad una reale situazione di dissesto. Il modo con cui questa amministrazione sta affrontando il passaggio di consegne al termine del lavoro dell’OSL dimostra ancora una volta l’approssimazione con cui agiscono (basti pensare al disorientamento di questa maggioranza sulle azioni da fare a fronte della richiesta del Ministero al Consiglio Comunale di individuare i soggetti ritenuti responsabili dei debiti esclusi dalla liquidazione), scevri come sono da ogni preoccupazione per le sorti della città ed impegnati solo a portare avanti progetti e percorsi il cui interesse pubblico è oscuro mentre – a pensare male – si possono ipotizzare con una certa chiarezza interessi “diversi”. Credo che la soluzione migliore sia ormai un passo indietro da parte di questa amministrazione ammettendo l’incapacità di governare questa situazione, nella speranza che le paure dell’assessore al Bilancio Giorgio Abonante che questa città possa essere guidata da persone che mettono insieme “elite animate da generoso spirito civico” possa diventare un buon auspicio, e nel 2017 una realtà per il bene di Alessandria.
*Presidente Commissione Controllo di Gestione del comune di Alessandria