di Enrico Sozzetti
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Inchiostro Festival di Alessandria sfrattato e costretto a cercare una nuova sede, oppure un tentativo di ‘alzare il prezzo’ per ottenere una sede a condizioni di favore? Misteri alessandrini dietro la vicenda che ha visto l’associazione PropostAl annunciare all’improvviso, a distanza di due mesi dall’ultima edizione, lo ‘sfratto’ da parte di Alexala, agenzia turistica di Alessandria che ha ospitato, e sostenuto negli anni, la manifestazione.
Ancora prima di chiarire interviene a piedi uniti Rita Rossa, sindaco di Alessandria e presidente della Provincia, che dice ad Alexala di soprassedere. La pubblica amministrazione dice di “guardare con favore a tutti gli ulteriori passi che Inchiostro Festival sta rimarcando per assumere sempre più il profilo di manifestazione permanente del territorio”. E Rita Rossa chiede quindi ad Alexala di “soprassedere alla richiesta di sgombero dei locali occupati dall’Associazione PropostAl”. Quindi annuncia che “ci si sta adoperando per una razionalizzazione degli spazi dell’intero Chiostro tenendo presente le varie esigenze dei soggetti interessati, senza tuttavia porre in discussione la presenza di Inchiostro Festival nella consapevolezza che il titolo dato a questa manifestazione trae direttamente la propria identità dal nome del Chiostro di Santa Maria di Castello”.
Perché PropostAl si sveglia all’improvviso? Perché Alexala ha così bisogno di spazi? Interessante la risposta dell’agenzia, per bocca del presidente, Sergio Guglielmero. “Gli organizzatori dell’evento, fin dal primo anno di svolgimento della manifestazione, hanno sempre trovato accoglienza in una sala che è in uso ad Alexala, per farne luogo di deposito temporaneo di materiali utili alla rassegna espositiva. Desidero sottolineare – ricorda Guglielmero – che i locali utilizzati da Alexala sono di proprietà del Demanio e affidati alla Provincia. In questi giorni, a due mesi dalla fine dell’ultima edizione del festival, il personale di Alexala ha rivolto agli organizzatori un cortese sollecito, affinché liberassero la sala (utilizzata per riunioni da noi e da altre associazioni) dai loro materiali ancora lì depositati. È utile anche precisare che il sostegno di Alexala nei confronti di “Inchiostro” è sempre stato totale. Ritengo inoltre che sia assolutamente legittimo che gli organizzatori dichiarino la necessità di trovare una loro sede stabile, ma ciò deve avvenire senza che si accusi Alexala di essere responsabile di averli sfrattati”.
Quindi, se è sempre andata così, perché alzare all’improvviso il tiro? Perché parlare di sfratto? Perché l’amministrazione se ne accorge solo dopo la pubblicazione di articoli che raccontano la versione di ProposAl? Non bastava fare una telefonata?
Misteri alessandrini…