Gustavo Delgado è nato a Buenos Aires nel 1976, e attualmente insegna Composizione di Musica Elettronica al Conservatorio “Vivaldi” di Alessandria. Nel 2001 ha conseguito la laurea in composizione di musica elettroacustica presso l’Università di Quilmes a Buenos Aires. Dal 1995 è stato allievo di Riccardo Bianchini, docente di Musica Elettronica al Conservatorio Santa Cecilia di Roma. Bianchini si trasferiva a Buenos Aires, durante l’estate (europea) per tenere dei corsi (invernali) in Argentina. Nel 2003 Delgado si trasferisce a Roma per studiare con Giorgio Nottoli. Sotto la sua guida, nel 2011 ottiene il Diploma di Secondo Livello in musica elettronica presso il Conservatorio di Roma Santa Cecilia. Il resto… scopriamolo insieme!
Professor Delgado, lei al Vivaldi insegna “Composizione di Musica Elettronica”. Di che cosa si tratta?
Stiamo parlando di un linguaggio nuovo e affascinante, che offre numerose possibilità espressive mediante l’utilizzo della tecnologia ma che non dimentica il passato. Al corso di musica elettronica noi comunichiamo attraverso i suoni elettronici.
Quali sono le “basi” della musica elettronica?
Si potrebbe dire che sono quelle di una forma d’arte in cui il suono in tutte le sue forme di rappresentatività è il protagonista assoluto. Il miglioramento delle tecniche di registrazione, dopo la Seconda guerra mondiale, permise la diffusione dei primi studi elettronici, che erano dotati di generatori del suono, apparecchiature per la modifica e il mixaggio, più tutto l’occorrente per la registrazione (per esempio microfoni, amplificatori e altoparlanti).
L’affermazione degli studi di musica elettronica fra gli anni ’50 e ’60 contribuì ad aumentare la popolarità delle apparecchiature elettroniche verso un pubblico costituito esclusivamente da musicisti accademici, e permise l’emersione di diverse “scuole” di musica elettroacustica: la musica concreta, la musica elettronica, la tape music, e la computer music.
Si potrebbe dire che è un linguaggio nuovo, tutto da esplorare…
E’ un linguaggio molto nuovo, ancora da esplorare in confronto alla storia della musica occidentale. E’ cambiato e si è diffuso radicalmente in questi ultimi 20 anni (io ho cominciato a studiare musica elettronica nel 1994) grazie all’abbassamento dei costi di produzione delle attrezzature elettroniche e soprattutto dei computer.
La musica elettronica come si pone davanti alla musica per così dire “tradizionale”? Deve ancora dimostrare qualcosa?
E’ una domanda interessante, e vorrei aprire una parentesi per indicare una piccola distinzione. Quando parlo di musica elettronica, sono sicuro che un ragazzo la intenderà come la musica che di solito sente alla radio o ai grandi concerti di massa, eseguita da famosi Dj. Bene, in un certo senso le tecniche di elaborazione, trattamento e trasformazione del suono utilizzate sia nella musica elettronica colta che in quella commerciale sono le stesse. La musica elettronica commerciale ha adoperato le conoscenze sviluppate dagli anni ’50 in poi, e le applica seguendo le regole di un codice già storicamente affermato che è quello della tonalità e delle forme tradizionali.
Il rapporto con la musica tradizionale?
Ecco che a volte per dire un po’ meglio di che cosa parliamo, noi definiamo “musica elettroacustica” quella che viene insegnata ai Conservatori. Quindi direi che la musica elettroacustica, o meglio, noi compositori di musica elettroacustica non dobbiamo dimenticare di comunicare.
Comunicare che cosa?
La musica elettroacustica deve dimostrare che può arrivare a sensibilizzare le persone, che è una forma d’arte e come tale deve creare emozioni, come accade con la musica tradizionale, e non solo. Per fare ciò non bisogna dimenticare tutto il patrimonio culturale della nostra tradizione e, come nel nostro caso, la mancanza dell’uso della tonalità come asse strutturale della forma di una composizione non dovrebbe essere un problema. Abbiamo a disposizione un’immensa palette di strumenti compositivi legati alle regole della percezione e della comunicazione in modo da poter creare un dialogo implicito con il pubblico, un patto: ti chiedo di ascoltarmi, perché ho qualcosa da raccontarti.
Parliamo di sbocchi artistici e professionali, adesso.
Il corso di composizione di musica elettronica ad Alessandria prende atto della situazione attuale del mercato del lavoro per i giovani aspiranti musicisti. E dunque il corso propone agli allievi la possibilità di imparare tutta una serie di strumenti tecnico-artistici che vanno dal restauro del suono al sound design per videogiochi, passando attraverso la sintesi ed elaborazione del suono ed elementi di missaggio. Questi argomenti offrono ai nostri studenti numerosi elementi per crearsi delle possibilità lavorative.
Qualche esempio?
Posso imparare il restauro del suono, ripristinare delle registrazioni in cui si sente la sirena dell’ambulanza, il rumore di sottofondo dell’aria condizionata, qualcuno che tossisce o starnutisce durante un concerto, e così via. Posso restaurare registrazioni storiche e, per esempio, nel corso di sound design per videogiochi ho la possibilità concreta di imparare a utilizzare una piattaforma professionale come quella “Unreal Engine”, con cui i nostri studenti imparano tutto ciò che riguarda l’inserimento dei materiali sonori all’interno di veri livelli e sequenze di videogame.
Quindi, sintetizzando, si può affermare che la musica elettroacustica è una “lingua” nuova, che può aprire strade diverse e originali per chi desidera impararla. È così?
La musica elettroacustica è una nuova lingua che apre le porte verso nuove strade, diverse e originali. Chi decide di mettersi in gioco avrà la possibilità non solo di allargare le proprie conoscenze culturali artistico-creative, ma imparerà anche numerosi argomenti tecnici che potrà utilizzare nell’ambito del missaggio, della produzione discografica, dei videogiochi. La musica elettroacustica è un meta-linguaggio da applicare ovunque. Si possono presentare le domande di ammissione entro il 31 agosto 2016, trovando tutte le istruzioni e i requisiti necessari al link www.conservatoriovivaldi.it.
Chi può presentare la domanda di ammissione?
Per accedere ai corsi di laurea triennale ci vuole il diploma di maturità. Per accedere ai corsi di laurea specialistica biennale è necessario essere già in possesso di una laurea triennale, non necessariamente in musica. Invece per i ragazzi che ancora frequentano la scuola o il liceo, esistono i corsi preaccademici. E quindi un ragazzo o una ragazza di 15 anni tranquillamente possono iscriversi al corso preaccademico di musica elettronica, in cui riceveranno una formazione di base solida, finché non avranno conseguito la maturità per poter accedere al corso triennale.
Bene. Vuol dire ancora qualcosa a chi pensa di iscriversi?
La realtà è che da noi arrivano a oggi parecchi ragazzi fanno i Dj o suonano in gruppi di jazz, rock, pop, classica… Vorrebbero cominciare ad autoprodursi, o produrre per conto terzi. Quindi, io sento che il mio compito è quello di dare loro la possibilità di avere elementi per darsi comunque da fare, lavorativamente parlando. Allo stesso tempo, desidero allargare e ampliare il loro bagaglio culturale di base con il quale accedono agli studi in Conservatorio, proponendo un percorso di ricerca che consiste nello studio di un repertorio nuovo e affascinante come quello della musica elettronica e delle nuove tecnologie. Sono in tanti quelli che decidono di dedicarsi alla musica elettronica, una volta terminati i percorsi formativi. Se insegni con passione, passione è ciò che trasmetti.
Andrea Antonuccio