La corazzata Potëmkin arriva ad Alessandria [Centosessantacaratteri]

Sozzetti Enricodi Enrico Sozzetti
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Il Pd dà sempre soddisfazione. A livello nazionale è uno spettacolo. A livello comunale, come Torino insegna, si è superato con la vittoria del M5S. E ad Alessandria si sta preparando a fare altrettanto, come ha ben messo in luce l’assemblea del partito alessandrino.

Il licenziamento in tronco del segretario cittadino, Massimo Brina, è avvenuto perché ha osato proporre una linea politica che si riassume con le parole usate dal comunicato ufficiale del partito. Brina si è infatti espresso per “porre al centro dell’iniziativa due strumenti (il sondaggio e le eventuali primarie) per verificare il consenso generale e quello delle singole azioni amministrative svolte sin qua”. Invece ha vinto la posizione della maggioranza che, citiamo sempre dalla nota, richiama “con forza il partito come comunità politica che sia da stimolo e da sostegno all’Amministrazione di centro sinistra (impegnata in questi anni ad affrontare una situazione economica e sociale senza precedenti) tramite azioni di ascolto e relazione continua sul territorio, per fare da recettore di istanze e sofferenze e portatore di azioni politiche nei confronti dell’amministrazione e del gruppo consiliare; che ritiene sia il sondaggio che le primarie strumenti utili e che, soprattutto, emerga la necessità di un partito che sia guida della nostra azione politica”.

La posizione della parte del partito schiacciato a sostegno del sindaco Rita Rossa è inPanteleimon_1906 perfetto stile soviet: nessun dubbio, tutte certezze e avanti nel nome del socialismo reale. Quello che colpisce è sempre la partecipazione di massa. Su 53 membri dell’assemblea cittadina, la partecipazione reale è riassunta dal voto finale sul documento che ha mandato a casa Brina: approvato dal voto favorevole di 16 membri, 2 astenuti e 2 contrari. Ma forse questi numeri rappresentano, naturlmente in rapporto, il reale peso del Pd all’interno della società. Marginale e astratto dal mondo.

Rita Rossa sarà contenta. Il papabile alla segreteria è Daniele Coloris, bravo e tranquillo. Uno dei potenziali concorrenti, sempre Brina, è stato liquidato (ma se faranno mai le primarie e l’ormai ex segretario si presentasse, cosa succederebbe mai?) e quel che resta del partito ora lo controlla lei. Forse. Perché c’è qualcuno che dice che la prima cittadina sia in realtà preoccupatissima (se decide di ricandidarsi) della sfida elettorale con il Movimento 5 Stelle che anche ad Alessandria potrebbe sbancare, complice magari il fuoco amico di una parte del Pd che, come avvenne con la sfida Mara Scagni – Piercarlo Fabbio, è capace di usare le munizioni per sparare contro un esponente di partito poco amato e altrettanto poco gradito dai cittadini.

In attesa di un Pd in cerca di autore, ecco il centrodestra che raccoglie pezzi vari e, dopo avere scoperto che le elezioni comunali del 2017 riguardano anche questa area politica, riunisce le segreterie provinciali e cittadine di Alessandria di Forza Italia, Lega Nord, Fratelli d’Italia e Udc per ribadire “la comune volontà di elaborare un programma di crescita realistico, basato sulle esigenze della città e che vorrà contare sul confronto con i cittadini, idoneo a ridare ad Alessandria il ruolo di polo di sviluppo socio-economico che certamente può svolgere. A tal fine verranno quindi adottate tutte le iniziative necessarie aprendosi all’apporto delle forze civiche e agendo sul confronto e la collaborazione con le forze di rappresentanza Maconi nuovasociale e di categoria che condividono questo obiettivo”. Tutti paiono intenzionati a individuare un candidato sindaco unico (Antonio Maconi? Lui tende a smarcarsi quando si formula la domanda, ma intanto non smette di fare incontri) che vada bene a tutti. E sempre che, anche qui, il fuoco amico non alzi troppo il tiro.

Il M5S appare molto indeciso, per ora, fra le aspirazioni dei consiglieri comunali uscenti e qualche simpatizzante che non disdegnerebbe di entrare in campo.

Non ci dimentichiamo di altri candidati a sindaco già ufficializzati, come il battagliero Vincenzo Costantino e qualche altro nome che sicuramente verrà fuori nei prossimi mesi.

Per ora è comunque in campo la mitica corazzata Potëmkin del Partito democratico alessandrino. Quanto sia capace di tenere il burrascoso mare della politica e del consenso popolare, il capoluogo lo scoprirà solo vivendo.