Ancora non ci sono certezze sulla questione ospedale. Abbiamo appreso dai giornali che i sindaci del territorio avrebbero deciso di ritirare il ricorso pendente presso il Tar Piemonte a seguito delle promesse dell’Assessore Saitta con cui si garantirebbe il funzionamento 24 ore su 24 dei reparti di rianimazione e cardiologia, con 9 posti letto monitorati, oltre al mantenimento di una ventina di posti letto per lungo-degenti. Le motivazioni che hanno portato alla decisione di ritirare il ricorso possono astrattamente essere condivisibili: alcuni sindaci, avendo ritenuto di aver ottenuto il minimo possibile, eviterebbero in questo modo uno strappo che porterebbe a incrinare definitivamente i rapporti con l’Amministrazione regionale.
Nella realtà però, le cose non stanno andando a nostro avviso come dovrebbero. L’esito della battaglia dei sindaci rischia di essere una resa incondizionata se le promesse dell’Assessore Saitta non si trasformeranno in quelle minime e inconsistenti concessioni. Da quanto apprendiamo da una circolare emessa successivamente all’accordo con i sindaci, parrebbe che il reparto di cardiologia di Acqui dopo il ridimensionamento, sebbene funzionante h24, non sarebbe attrezzato per curare le patologie più gravi, né gli infarti in corso. Si potrebbe ancora considerare una mezza vittoria il mantenimento di un reparto attrezzato soltanto per la cura delle cardiopatie più lievi e dei pazienti già stabili? Pazienti che, probabilmente, potrebbero essere curati in un reparto di medicina se non, addirittura, direttamente a domicilio.
Il gruppo di Fratelli d’Italia di Acqui Terme non si fida di questa Amministrazione regionale, espressione di un Partito Democratico che non sembra tenere in grande considerazione la salute degli abitanti della valle Bormida (si pensi anche alla questione della discarica di Sezzadio), per cui chiede ai sindaci di vigilare attentamente sul mantenimento delle promesse da parte dell’Assessorato alla Sanità. Il controllo però può essere efficace soltanto se si hanno gli strumenti per difendersi, e il ricorso attualmente pendente costituisce una delle poche frecce al nostro arco, e una delle armi più efficaci da utilizzare nei confronti della Regione qualora le promesse non venissero mantenute. Proprio per questo motivo, vista soprattutto la preoccupazione espressa da moltissimi operatori del settore, chiediamo ai sindaci di agire con fermezza, senza cedere alle pressioni dei partiti e mettendo al primo posto la difesa della salute dei cittadini e del nostro territorio. In sostanza occorre, visto che il ritiro non è ancora stato firmato, mantenere pendente il ricorso al Tar almeno fino a quando non si avrà un atto della Regione che garantisca il rispetto degli accordi presi. Le promesse non sono sufficienti: soltanto quando le richieste dei sindaci saranno esaudite si potrà parlare se non proprio di una vittoria, almeno di un’onorevole sconfitta.
Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale
Acqui Terme