Sei ettari di vigneti, sulle colline impervie ai confini con la Liguria, nel comune di Bosio. E una cantina situata ancora oggi nel ‘cuore’ del paese, per un Gavi DOCG che stimola i palati più raffinati, tanto da meritarsi il Premio Marengo della Critica, importante riconoscimento ‘da intenditori’ per la famiglia Guido, che si dedica alla tenuta La Smilla con una passione che non è solo lavoro, ma scelta di vita.
Danilo Guido, un ingegnere che fa il contadino viticoltore: come mai?
Perché questo è un lavoro bellissimo, difficile ma che offre soddisfazioni impagabili. Per cui mi è sembrato naturale, 15 anni fa, riporre la mia laurea in ingegneria elettronica nel cassetto, dopo alcune esperienze professionali anche soddisfacenti, e affiancare il resto della famiglia qui in azienda.
Che vino è quello premiato dal Marengo?
Un Gavi di Gavi del 2015, annata splendida: abbiamo deciso di fare una vendemmia leggermente anticipata, il che ci ha consentito di ottenere il giusto grado di acidità, e di consistenza. Produciamo un vino che beneficia, da sempre, della posizione particolare dei terreni e dei vigneti, impervi e con lavorazione quasi tutta a mano. Il risultato è una gradazione che arriva a 13,5 gradi: decisamente superiore alla media del cortese. Il Gavi premiato è prodotto in circa 10 mila bottiglie, su un totale di 100 mila della nostra cantina.
Chi sono i vostri clienti?
Quasi tutta la nostra produzione va all’estero, a partire da Stati Uniti, Gran Bretagna, Nord Europa. Da 17 anni ormai siamo al Vinitaly, che è un’ottima vetrina. E cerchiamo naturalmente di viaggiare il più possibile, pur con tutti i limiti di un’azienda famigliare, in cui si deve fare un po’ tutto, e il tempo scarseggia. Naturalmente si avvaliamo della collaborazione di un agente che si muove sui diversi mercati internazionali. In grande crescita è poi il contatto diretto, per ‘passa parola’, reso oggi molto più agevole da Internet.
Accoglienza e cultura del territorio: la Val Lemme a che punto è?
Non siamo le Langhe, tocca riconoscerlo. Ma ci stiamo organizzando, e abbiamo capito l’importanza del ‘fare rete’. Fondamentale da questo punto di vista il ruolo svolto dal Consorzio del Gavi: ci aiuta molto sia sul fronte del marketing, che su quello tecnico, e ovviamente normativo. Chi, come noi, lavora sull’export, ha assoluta necessità di contare su competenze vere, sul fronte di legislazioni e regolamenti dei diversi paesi.
La Smilla è una realtà tutta votata al Cortese di Gavi?
No, i nostri vigneti abbracciano in parte anche la zona DOC del Dolcetto di Ovada. Ovviamente però il Gavi è il nostro traino, e la punta di diamante della nostra produzione, e dell’offerta della nostra cantina.
In famiglia sta crescendo una nuova generazione di viticoltori?
Abbiamo tre bambine, di 5, 7 e 9 anni. Per ora pensano a giocare e a crescere, ma certamente vivono in un contesto in cui le vigne e il vino sono un elemento cardine. Decideranno loro liberamente, certamente a noi farebbe piacere passare loro il testimone. Ma c’è ancora tempo!