Penso che le elezioni amministrative 2016 saranno ricordate non tanto per la vittoria del Movimento 5 stelle quanto per un “voto” anti-sistema”.
Non è stato infatti sconfitto soltanto questo o quel partito come si affrettano a sostenere i “politici” ma un sistema nel suo complesso. (“l’elettorato ha penalizzato fortemente chi è al governo sia dei comuni (in difficoltà per i tagli ai trasferimenti statali) sia dello Stato centrale.”)
Non è quindi con “l’ingegneria politica” che si individuerà la soluzione del problema (ricostruire un nuovo centro-sinistra con un PD perno e motore del cambiamento nel segno dell’eguaglianza sociale”) ma con una grande Operazione Verità si ricostruisca questo Paese.
I cittadini sentono, percepiscono che un mondo è “crollato”; fortunatamente non per un evento “tragico-bellico” ma il “crollo “ è sotto gli occhi di tutti. Sono finite le categorie politiche del ‘900, sono improponibili le forme della rappresentanza che vengono addirittura dall’’800. I cittadini di questo paese, mai inclini ad abbracciare avventure, posseggono, come ricorda Massimo Cacciari uno “spirito di responsabilita’ nei confronti del sistema”, sentono una “responsabilità repubblicana”.
E’ un “mondo nuovo” quello che stiamo vivendo, che abbiamo di fronte, con crisi epocali e globali assolutamente non paragonabili al passato e con uno sviluppo tecnologico in atto che qualcuno assimila all’invenzione della “ruota”..(!)
Per questa ragione non è più sufficiente sviluppare “autocritica” per un passato che non c’è più e/o constatare l’inadeguatezza di una classe dirigente, di una elite che a definirla tale ci vuole fantasia.
Occorre avere il coraggio e.. la “responsabilita’ repubblicana” da parte di tutti di “vedere” il mondo che ci sta di fronte….e “il punto ora è di cambiarlo!“
Occorre avere l’onestà intellettuale di comprendere che il momento istituzionale non può essere separato dal principio, dal concetto della “rappresentanza”: momento primo della democrazia.
La politica come oggi la “viviamo” non è più in grado di trasformarsi in fatti concreti semplicemente per il fatto che ha perduto completamente la credibilità, ha perduto l’identificazione tra “potere della politica” e “potere dello Stato”.
Limitarsi inoltre ad affrontare il problema del dissolvimento dei Partiti “tradizionali” soltanto sotto l’aspetto della democrazia interna degli stessi se non è miopia culturale è disonesta intellettuale.
Per questa ragione richiamando principi quali la trasparenza, l’uguaglianza, la partecipazione, la tutela delle minoranze , la responsabilità.. queste regole debbono essere riscritte in funzione di un mondo che si sta parando davanti a noi.
Chi farà questo lavoro?
Alla caduta del “mondo (1945..)…. una “elite” ( a pieno titolo così chiamata..) si adoperò per affrontare questa impresa. Oggi la caratura delle elite, come da più parti si va sostenendo, non ha nulla a che spartire con quelle del passato.
Siamo di fronte a incalzanti idee e pericolosi movimenti antisistema, populisti che non debbono essere interpretati con “problema” bensì come “sintomo del problema”.
Il mondo è talmente mutato che la semplice diffusione della “conoscenza” ( anche quella superficiale del twitter..) fornisce ai cittadini “titolo”e “strumenti” per partecipare ad una vera e propria fase costituente.
Solo la partecipazione quindi diffusa dei cìttadini che lo decideranno potrà aprire questa NUOVA FASE COSTITUENTE.
La rappresentanza oggi garantisce al cittadino un voto, dopo di che il nulla sul piano del controllo e della costruzione delle decisioni.
La rappresentanza di cui “parlano i cittadini” è invece quella che garantisce la partecipazione alla riscrittura, ormai indifferibile, delle regole del nostro vivere insieme, della forma dello Stato.
L’iscrizione, al raggiungimento della maggiore età, alle liste elettorali non può più essere sufficiente ad esprimere “Democrazia” e un “governo del popolo”; e in una società profondamente mutata e complessa non può più essere affidato a “questi” corpi intermedi.
Affrontare quindi le questioni che segnano questa crisi epocale da parte di persone consapevoli e coscienti può fare la differenza tra soluzioni condivise e soluzioni imposte.
Se questo Paese deve essere riscritto, se questa Europa deve essere costruita ciò può avvenire soltanto se tutti, in prima persona, si dedicheranno a questa riscrittura e a questa costruzione.
Solo una NUOVA FASE COSTITUENTE così potrà cambiare la Politica in questo Paese.
Una Nuova Fase Costituente che risponda alle domande QUALE SOCIETA’ VOGLIAMO? QUALE DEMOCRAZIA VOGLIAMO?
Viviamo l’angoscia di un popolo alla ricerca del compimento di una identità nazionale.
Un popolo che non ha mai fatto alcuna rivoluzione ma paradossalmente un popolo che ha sempre segnato la via di grandi cambiamenti epocali.
Un popolo che è ancora alla ricerca di un senso, un significato da dare al suo vivere insieme, un popolo ancora in attesa di diventare uno “Stato-Nazione”…
E non solo; abbiamo una classe dirigente (una “elite”) economica, sociale, culturale, politica e, non ultima di certo, “finanziaria” che è in completo stato confusionale con un orizzonte di futuro che non supera lo steccato del proprio giardino.
Una classe dirigente disponibile tutt’al più a costruire alternative che alternative non sono ma semplicemente gattopardeschi processi e che, con una politica mediatica, è costretta a sperare nel più grande bluff del momento al grido “dopo di lui la catastrofe” o “l’ultima spiaggia”.
Per finire “Continuare a negare una valenza nazionale alle amministrative 2016 e mettere la testa sotto la sabbia come gli struzzi non è mai servito a nulla” non indebolisce Matteo Renzi, anzi, lo rafforzano. Rafforzano l’idea che “senza di lui” non si vince. Rafforzano la linea che vede nel “Partito ‘personale’ dei moderati” l’unica via per governare. Gli consentono di “entrare con il lanciafiamme” e spazzare via tutti.
Come ricordava un amico Matteo Renzi ha di fronte a sè non il PASSATO ma il TRAPASSATO che, desideroso dell’uomo rassicurante che guidi l’Italia fuori dal pantano senza per questo “scombussolare” i paradigmi esistenti.
Per questo Renzi ha trasformato M5S e Lega in spauracchi necessari per compattare le fila del PD intorno alla figura del segretario. Renzi sa che per vincere deve presentarsi come unica leadership possibile.
Per questo lui, novello Tancredi, ha puntato e punta tutte le sue chance in un referendum essenziale per la realizzazione di un “ cambiamento” che il Tomasi di Lampedusa ( il gruppo di pressione che lo ha “creato”) gli ha assegnato.
Carlo Viscardi – Arcipelago