Dopo il voto amministrativo di domenica, inizio settimana dedicato alla riflessione politica, ai bilanci post elettorali e alle analisi di prospettiva, soprattutto con un occhio ad Alessandria.
Fra meno di un anno, nella primavera del 2017, si rinnoveranno infatti sindaci e consigli comunali del capoluogo e di Acqui Terme: inevitabile quindi ‘leggere’ il voto di domenica anche in ‘chiave’ locale, soprattutto dopo lo ‘tzunami’ che ha travolto il PD piemontese, a Novara ma soprattutto a Torino. Dove gli elettori hanno deciso di provare a voltare pagina, ‘rottamando’ non solo Piero Fassino, ma un intero ‘sistema’, estremamente radicato e ramificato sotto la Mole. Ad Alessandria, dove i legami con Torin, fra Palazzo Rosso e multiutility, non sono certamente trascurabili, quali saranno le conseguenze?
E, più in generale, come i politici di casa nostra valutano il risultato dei ballottaggi di domenica scorsa?
Partiamo da Pd e dintorni, dove ovviamente l’umore non è dei migliori, ma non manca la capacità di autocritica, almeno su scala generale.
Deciso, ma anche come sempre molto articolato, il commento del senatore Federico Fornaro, da sempre una delle voci più critiche nei confronti del Partito Democratico ‘a trazione renziana’: “Il grande sconfitto di queste elezioni – sottolinea – è il Partito della Nazione: sarà il caso che in fretta ci si impegni tutti a ricostruire un nuovo centro-sinistra con un PD perno e motore del cambiamento nel segno dell’eguaglianza sociale”. Segue dettatgliata disamina dei risultati elettorali: “Nei comuni capoluogo di provincia dove il voto ha un carattere più politico il PD e i suoi alleati escono più che dimezzati: da 19 sindaci uscenti si passa a 8. La continuità è premiata in meno di un terzo dei comuni: 6 su 19 (Salerno, Milano, Bologna, Ravenna, Rimini, Cagliari). Complessivamente in 16 comuni su 24 c’è stato un cambio del colore politico del sindaco. E’ evidente che l’elettorato ha penalizzato fortemente chi è al governo sia dei comuni (in difficoltà per i tagli ai trasferimenti statali) sia dello Stato centrale. Sulla perdita di capacità di attrazione del PD, poi, occorre notare che su 17 ballottaggi i candidati sindaci sostenuti dal PD ne vincono solo 5 (Caserta, Bologna, Milano, Varese e Ravenna) e ne perdono 12 ( contro il centro-destra, 3 contro il Movimento 5 Stelle, 1 contro la sinistra e 1 contro una lista civica vicina a Fitto). E’, dunque, francamente puerile continuare a negare una valenza nazionale alle amministrative 2016: mettere la testa sotto la sabbia come gli struzzi non è mai servito a nulla”.
“Confermato anche nei ballottaggi – conclude Fornaro – il trend di calo dei votanti, con l’unica eccezione come nel primo turno, di Roma. Clamoroso è il risultato di Napoli con un calo di votanti del 14,7% rispetto al ballottaggio del 2011 e una partecipazione al voto che si è fermata al 35,9%. Sempre rispetto a cinque anni fa: Milano (- 15,6%), Bologna (-12,1%) e Trieste (- 4,1%). A Torino l’ultimo ballottaggio risaliva al 2001: – 17,0%. In contro tendenza Roma, dove rispetto al 2013 i votanti al secondo turno sono cresciuti del 5,1%. Più contenute invece le differenze dei votanti tra il ballottaggio e il primo turno 2016: Torino -2,8%, Milano -2,9%, Trieste e Roma -6,0%, Bologna -9,6%. Più marcato, invece, il calo a Napoli: -18,3%”.
Non nega la sconfitta neanche l’altro senatore PD, Daniele Borioli, pur con sfumature molto diverse: “Il risultato dei ballottaggi è nel suo segno politico complessivo chiarissimo: è la prima vera sconfitta del PD dopo il grande risultato delle europee 2014. Tocca a noi, ora, lavorare per risalire la china. Analizzato nelle principali città, il voto: a) conferma a Napoli il caso peculiare di un’esperienza politica che non sta in nessuna delle caselle che si sono contese le altre città; b) consolida a Roma un mandato pieno alla proposta 5S, punendo il nostro fallimento al governo della città con Marino; c) a Torino sceglie la rottura di continuità e il ricambio di classe dirigente nonostante la buona amministrazione di Fassino; d) ci premia a Milano dove la buona prova data con l’Expo ci consente di resistere alla sfida della miglior squadra messa in campo dal centrodestra in questa tornata.
Credo sia doveroso e utile augurare a tutti gli eletti buon lavoro. Il Governo non farà mancare a nessuno di loro il leale sostegno istituzionale nell’affrontare il difficile lavoro che li attende. Da domani ricomincia il lavoro per le molte partite ancora aperte per cambiare il Paese e proseguire negli sforzi per rilanciare l’economia. Affronteremo rapidamente i passaggi necessari per correggere ciò che va, inevitabilmente corretto, nella vita del partito e nel suo rapporto con la società. Il PD è un partito giovane e necessario alla democrazia del Paese. Non sarà una sconfitta, pur seria, a cambiare il compito che gli spetta al servizio dell’Italia e degli italiani”.
Il consigliere regionale Mimmo Ravetti, già per dieci anni sindaco di Castellazzo Bormida, dedica la sua riflessione alle periferie: “Ho dormito sopra (o sotto) una pesante sconfitta ai ballottaggi che appartiene al PD, tutto il PD, e ai suoi candidati. E non bastano Milano e Bologna per accennare un timido sorriso. Gli elettori consegnano al M5S Roma e Torino e in Piemonte Novara ritorna alla Lega Nord. Adesso dobbiamo ripartire con molta umiltà consapevoli che le periferie non sono uno spazio geografico di una città ma sono le speranze dei cittadini da cui noi spesso in questi ultimi tempi ci siamo allontanati”. Qualcuno indica proprio in Ravetti, figura apprezzata da tanti e dotata di forte equilibrio, il possibile ‘salvatore della patria in disarmo’, ossia un ipotetico candidato sindaco per Alessandria nel 2017, ma lui nega ogni addebito: “Non ne so davvero nulla”.
Di tono ben diverso, naturalmente, i commenti di altre forze politiche, dal Pd sempre più lontane. A cominciare dalla segreteria provinciale di Rifondazione Comunista: “La mazzata elettorale subita da Piero Fassino e dal Pd, ai ballottaggi del secondo turno, un dato eclatante perché inaspettato, è un segnale salutare per Torino e l’intero Paese. La mazzata riguarda un sindaco (che è anche presidente dell’Anci) e un partito che, in materia di privatizzazioni, di svendita del patrimonio pubblico, di grandi opere affaristiche, di condivisione del modello Marchionne, hanno costruito una filiera di interessi e un sistema di potere che sembravano inamovibili. La mazzata riguarda un sindaco che ha impersonato appieno, con grande diligenza, le politiche liberiste del governo Renzi di attacco ai diritti del lavoro e di cittadinanza sociale, politiche che hanno accresciuto disoccupazione, disuguaglianze, povertà.
La mazzata elettorale al PD di Torino, oltre ad altre batoste nel torinese e a livello nazionale, rappresenta un duro colpo ai disegni “cesaristi” di Renzi di stravolgimento della Costituzione e del principio di rappresentanza democratica. Questo è uno dei risvolti più positivi del risultato delle amministrative. A Renzi, che continua a fare sfoggio di protervia, rifiutandosi di dimettersi e rilanciando la sfida sul referendum, bisogna rispondere con un rinnovato e più forte impegno per il no allo smantellamento della nostra democrazia costituzionale.
In questo quadro politico movimentato si allarga per la sinistra la possibilità di avere un ruolo propulsivo nei processi di cambiamento che, per quanto ci riguarda, non possono e non devono essere solo di facciata elettorale. Non c’è alcuna intenzione da parte nostra di affidarci alle politiche trasversali, né di destra né di sinistra, del M5S. I temi che riguardano il diritto e la dignità del lavoro, la cittadinanza sociale, la solidarietà, l’eguaglianza, la vivibilità ambientale necessitano di una scelta di campo, di una alternativa di modello di società, di una sinistra che torni a fare la sinistra in alternativa alle politiche liberiste del Pd, di una sinistra che torni a fare battaglia politica sul territorio e nei luoghi di lavoro, dalla parte delle classi sociali più deboli”.
Altrettanto critico è Cesare Miraglia, consigliere comunale ad Alessandria e (almeno per il momento) coordinatore provinciale dei Moderati: “Sono anni che segnalo errori di metodo e impostazione del PD di casa nostra, e di quello regionale. Da anni, inascoltato, segnalo l’assurdità di avere manager torinesi, anzi fassiniani/renziani,ai vertici delle nostre partecipate. Spero che, almeno ora, ci si decida ad allontanarli, e si comprenda che le aziende degli alessandrini devono rimanere tali, e a guida locale”. I rumors dicono che, a breve, Miraglia potrebbe anche annunciare la sua uscita dai Moderati, ma non dalla politica, “che mi appassiona sempre di più: purchè fatta con la gente, e per la gente, e non nelle stanze di palazzo”.
Grande la soddisfazione di Riccardo Molinari, che pochi mesi fa ha ‘ereditato’ dalla lunga gestione Cota una Lega Piemont ‘spaccata’, e domenica scorsa ha ottenuto ai ballottaggi vittorie importanti: “A parlare forte e chiaro, in Piemonte, sono i risultati: il Partito Democratico è stato sconfitto su ogni fronte, il centrodestra – con il supporto trainante della Lega Nord – ha ottenuto la vittoria a Domodossola, Trecate, Carmagnola e Narzole, mentre Novara ha visto lo straordinario successo di Alessandro Canelli, sindaco leghista alla guida della seconda città del Piemonte, vittorioso pur senza l’appoggio di tutto il centrodestra.
Il successo di Novara è stato frutto di scelte coraggiose e coerenti, che abbiamo difeso ad oltranza, senza cedere a ricatti o inciuci. I fatti ci hanno dato ragione, perchè la Lega a Novara aveva la squadra giusta ed Alessandro Canelli era il miglior candidato possibile. In tutte le città piemontesi in cui il centrodestra ha corso unito abbiamo vinto, perché abbiamo dato agli elettori un’alternativa seria e credibile al PD, che sta mal governando in Regione e che con le politiche del governo Renzi sta impoverendo di diritti e futuro questo Paese. Questo voto è un chiaro segnale dei piemontesi a Chiamparino e Renzi – conclude – ma soprattutto è la dimostrazione che in Piemonte la Lega è tornata ad essere sia il faro del centrodestra che l’alternativa possibile al PD”.
Emanuele Locci, ‘battagliero’ presidente della Commissione Controllo di Gestione del comune di Alessandria, analizza il voto guardando già all’appuntamento del 2017: “Le elezioni amministrative hanno confermato che in un contesto di progressiva e inarrestabile disaffezione alla politica ed ai partiti il valore del candidato a Sindaco è determinante per l’esito delle elezioni. Questo vale in particolare nelle città medie dove emerge il valore dei candidati prevale sui trend politici nazionali. Guardando al centrodestra ci sono realtà in cui si è vinto ai ballottaggi pur andando divisi al primo turno grazie alla qualità del candidato (basta pensare a Novara) e ci sono realtà dove il centrodestra unito non vince. Credo che questo debba far riflettere sul fatto che il candidato sindaco è trainante per tutta la coalizione al primo turno e fondamentale al secondo turno. Credo che questo dovrà farci riflettete su Alessandria dove un candidato sindaco vincente non può che essere qualcuno che abbia dimostrato di godere di consenso, che si sia impegnato per la città in questi anni, che abbia le competenze idonee per amministrare una città così da non rimanere ostaggio dei tecnici o dei furbetti. Inoltre penso sia fondamentale l’apporto di liste civiche, magari anche orientate culturalmente e politicamente, che siano in grado di rafforzare la partecipazione dei cittadini e l’attenzione ai problemi della città.
Comprensibimente soddisfatto anche Paolo Mighetti, acquese, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle: “Un risultato che premia il lavoro di anni. Specialmente in Piemonte possiamo definirlo, a pieno titolo, come riconoscimento della maturità del M5S. Sembra proprio che l’elettorato veda in noi non solo una forza di opposizione al sistema ma un’alternativa di governo affidabile ed efficiente”.
Andrea Cammalleri, capogruppo del Movimento 5 Stelle a Palazzo Rosso, guarda avanti: “L’elezione di 19 sindaci pentastellati in 20 ballottaggi è la dimostrazione che finalmente qualcosa sta cambiando. È in atto un cambiamento lento ma ormai inarrestabile. Il voto di domenica ha premiato il nostro lavoro continuo sul territorio tra i cittadini e soprattutto con i cittadini. Il vero cambiamento sta proprio in questo: far capire alla gente che se non metteranno a disposizione della propria comunità qualche ora del loro tempo la situazione non potrà migliorare. A Torino il programma elettorale del MoVimento è stato scritto con il contributo di oltre 500 torinesi suddivisi per aree tematiche e ad Alessandria da circa sei mesi stiamo cercando di fare altrettanto. I risultati dei ballottaggi rappresentano quindi una forte iniezione di ottimismo e una ricarica energetica indispensabile per poter affrontare la campagna elettorale che ci condurrà alle prossime elezioni comunali. Infine spero anche che possano servire da incoraggiamento per chi, ancora titubante, avesse intenzione di mettersi al servizio della comunità insieme a noi”.
Gianni Barosini, presidente della commissione Bilancio a Palazzo Rosso, guarda avanti: “Qualche mese di tempo per pesare lo spessore amministrativo delle due ragazze oggi agli onori della cronaca, addirittura mondiale… Ma ciò che veramente conta è: questo Paese non si può permettere una nuova stagione di instabilità politica.
Eventi di portata storica ed internazionale, come Brexit…il controllo dei flussi migratori, il destino finanziario europeo….meritano grande consapevolezza. Ad maiora”. Ma Barosini non rinuncia ad uno sguardo sullo scenario locale: “Cosa farò ad Alessandria? Ci sarò, ci metterò tutta la mia anima e la forza di volontà ! A fianco degli onesti, dei cittadini che si ribellano al malaffare, al nepotismo, alla gestione personalistica della cosa pubblica. Sarò contro le anacronistiche ideologie, libero e forte, vicino agli ultimi. Saremo in tanti: luglio ed agosto lo passerò a parlare, casa per casa, con gli alessandrini. Li ascolterò e stipulerò un contratto di fiducia con essi. Da settembre il progetto per la città, senza timori e con grande coraggio. Ho tantissimi amici che vogliono partecipare attivamente con SíAmo Alessandria”.