Salvini: “Renzi a casa in primavera, per ridare speranza agli italiani”. Molinari: “Tra un anno amministreremo Alessandria, e diremo stop alla svendita della multiutility”

Salvini 2 aperturaArriva all’ex Taglieria del Pelo in leggero anticipo rispetto all’orario prefissato, dopo un pomeriggio trascorso al Salone del Libro di Torino, e accompagnato da un temporale che, proprio in quel momento, si abbatte su Alessandria. Ma non bastano certo quattro gocce a spegnere gli entusiasmi del popolo della Lega, che sta aspettando (“qualcuno è qui da ore”) il suo ‘Capitano’. Matteo Salvini parte subito con una ‘mozione d’ordine’, facendo spostare in avanti verso il palco le prime file di sedie, per fare spazio in fondo alla sala ai numerosissimi militanti arrivati in città da tutta la provincia.

Difficile radunare tanta gente parlando di politica, di questi tempi. Ancor meno se si presenta un libro, che nello specifico è Secondo Matteo, la biografia personale/politica che Salvini ha pubblicato con Rizzoli (coautori i giornalisti Matteo Pandini e Rodolfo Sala), e che nonostante qualche boicottaggio (“anche ad Alessandria: ad un libraio è stato impedito di essere qui oggi a vendere i suoi libri”, dice dal palco il segretario cittadino della Lega Nord, Alessandro Rolando, per tutti Ronny) sta scalando le classifiche di vendita.

Salvini, ad Alessandria, rischia il crampo alla mano tanti libri autografa, prima e dopoSalvini 5 il dibattito. E colpisce certamente la sua capacità di stare in mezzo ai militanti del Carroccio, come uno di loro: “quando a 17 anni mi sono iscritto alla Lega mai avrei pensato di fare neanche il consigliere comunale a Milano, figuriamoci il deputato, o il segretario federale, o addirittura di scrivere un libro. E se l’ho fatto è perché qui dentro trovate davvero il nostro programma di governo: fatelo leggere a più gente possibile, perché sappiano chi siamo davvero noi della Lega, nonostante l’immagine distorta che continuamente i media cercano di proiettare”.

E in effetti, nel corso di una intervista pubblica briosa e informale (che coinvolge anche il segretario nazionale della Lega Piemont, l’alessandrino Riccardo Molinari), Salvini ce la mette tutta per raccontare il suo punto di vista sull’Italia del 2016, e sugli scenari politici prossimi venturi. “In autunno voterò contro le riforme proposte, o meglio imposte, da Renzi, e sono Salvini 4convinto che così farà la maggioranza degli italiani. Nella primavera 2017 andremo finalmente alle urne, e voglio proprio vedere chi ha il coraggio di sostenere un centro sinistra completamente al servizio dei banchieri e dei poteri forti, e assolutamente lontano dalla disperazione delle persone: se rinasco col portafoglio strapieno faccio il radical chic anch’io, e anziché lavorare firmo appelli di solidarietà con il terzo mondo. La realtà che questi signori stanno preparando per i popoli, a livello italiano e di Unione Europea, un futuro tragico, fatto di cancellazione di diritti sociali e di precarietà. Per non dire delle nostre imprese, completamente abbandonate a se stesse: nel silenzio più assoluto si sta portando avanti a Bruxelles, con il pieno sostegno del Pd, un accordo scellerato che si chiama TTIP, che porterà alla distruzione delle nostre piccole e medie imprese”.

Ma Salvini è contro l’Europa? “Ma quando mai: i miei figli, i nostri figli sono Parlamento Strasburgoeuropei, e lo saranno più di noi: il mostro non è l’Europa, ma l’Unione Europea, che è cosa ben diversa, e va assolutamente fermata, così come oggi la conosciamo. L’euro è strumento oppressivo non solo per l’Italia, ma per diversi altri paesi, e credo che il punto non sia se abbandonarlo, ma semplicemente come e quando”.

E la situazione interna del nostro paese? “Renzi non mi è simpatico neanche un po’, e lo manderemo a casa presto: prima di scrivere il mio libro ho letto il suo, il primo dei tre, che ha scritto quando era sindaco di Firenze. Bene: tutto quel che sostiene in quel libro lo ha completamente rimosso appena ha preso le redini del Paese. Noi faremo l’esatto contrario, e dall’anno prossimo affronteremo concretamente e concretamente, al Governo, le emergenze che stanno portando le famiglie italiane nel baratro: partendo da lavoro, pensioni, sicurezza. Se penso ad una vostra conterranea piemontese, la signora Fornero, che ha deciso che a 65 anni un muratore, un camionista, un operatore delle case di riposo sono ancora giovani e pimpanti, e possono lavorare fino a 70, rabbrividisco”.

Salvini 3Ma il centro destra in Italia non è soltanto Lega, e Salvini lo sa: “noi siamo coerenti, manteniamo i patti, andiamo per la nostra strada. Berlusconi e i suoi devono decidersi: o con noi, o con Renzi. Sarei ben lieto di presentarci agli elettori con un centro destra forte e unito, che è maggioranza nel paese: ma un centro destra serio, e che guarda al futuro. Se dal cilindro di Berlusconi saltano di nuovo fuori i Casini, i Fini, gli Alemanno, gli Alfano cosa dovremmo fare, se non andare per la nostra strada? Gli italiani non sono scemi, capiscono benissimo come stanno le cose”.

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E i 5 Stelle? Su di loro porta sbarrata, e antagonismo totale? “Il dialogo c’è sempre, con tutti. Le classiche distinzioni tra destra e sinistra, in un paese nella situazione dell’Italia, fanno sorridere. Parliamo di questioni concrete, e su quelle confrontiamoci. Quando i 5 Stelle esigono moralità, onestà, trasparenza con me sfondano una porta aperta: in Lega abbiamo fatto tutta la pulizia possibile, e stiamo continuando sulla linea del rigore. Del resto anche loro, con i primi avvisi di garanzia, cominciano a capire credo quali sono i rischi di chi smette di fare solo opposizione, ma deve amministrare. Qui non esiste nessuno moralmente superiore ad altri, ma solo la necessità di raccontare alla gente le cose come stanno, e quando serve anche di intervenire al proprio interno, e noi l’abbiamo fatto. Sui temi concreti, siamo pronti a confrontarci con tutti, 5 Stelle compresi, di mancherebbe: sul TTIP, ad esempio, mi pare che diciamo le stesse cose. Su altri temi, come l’immigrazione e la sicurezza, li vedo più confusi e ondivaghi”.

Tocca a Riccardo Molinari, a tre mesi dalla sua elezione alla guida della Lega inMolinari Salvini nuova Piemonte, tracciare il quadro della situazione di casa nostra: “In Piemonte la Lega è ripartita, e non c’è più spazio oggi per divisioni o lacerazioni interne: abbiamo lavorato moltissimo sul fronte del dialogo con il resto del centro destra, ma per le prossime amministrative a Torino e a Novara ha prevalso, nelle altre forze dello schieramento, una logica diversa. Noi però mettiamo in pista nostri candidati autorevoli, e certamente saremo il primo partito del centro destra. In altre realtà del Piemonte per fortuna siamo riusciti a raggiungere intese unitarie, nell’interesse dei territori che andremo ad amministrare”.

Salvini 1E ad Alessandria, dove si voterà tra un anno? “Alessandria è più che in ginocchio, siamo il capoluogo di provincia più in crisi del Piemonte, grazie alla politica scellerata di questo centro sinistra, dalla dichiarazione di dissesto in poi. Credo che la sindaca si ricandiderà solo se non ci saranno elezioni politiche anticipate: in quel caso cercherà di salire sul treno per Roma, che del resto è l’unico obiettivo personale per cui ha operato in questi 4 anni. Speriamo soltanto che non riesca a svendere ai suoi amici le partecipate prima di andarsene: creerebbe un altro enorme danno alla città. Noi tra un anno governeremo Alessandria, e fermeremo questo scempio, e dissipazione di valore pubblico: le partecipate devono restare alessandrine. Come Lega siamo apertissimi a confrontarci con tutti, ma davvero tutti, coloro che non solo a livello di partiti, ma anche di liste e movimenti civici, intendono ridare speranza e dignità alla nostra città e agli alessandrini, che non si meritano questo presente. Il nostro candidato sindaco dovrà essere forte, autorevole, e avere alle spalle una squadra forte, e un progetto per Alessandria: non deve essere per forza un leghista, perché a noi della Lega le poltrone non interessano. Ci interessa l’interesse collettivo. Ovviamente però saremo decisivi nella scelta”. Nell’affollatissima sala della Taglieria del Pelo, sparsi tra il pubblico in piedi, ci sono anche Gianni Barosini ed Emanuele Locci: due attuali consiglieri comunali (e presidenti di commissione) che non fanno mistero di essere quantomeno ‘a disposizione’.

Ettore Grassano