Dal gel alla pelle artificiale, quando ricerca e imprese sono universitarie [Centosessantacaratteri]

Sozzetti Enricodi Enrico Sozzetti
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Si chiama Manto e da settembre sarà venduto in farmacia. Poi c’è Epigel che in farmacia arriverà nei primi mesi del 2017. Fra cinque anni sarà invece in produzione la pelle artificiale. I due prodotti sono il risultato dell’attività di ricerca di Epinova Biotech, spin-off dell’ex Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università del Piemonte Orientale (Upo) che nel 2011 è diventata una startup innovativa che si occupa di sviluppare sostituti epidermici brevettati per applicazioni di tipo clinico e di ricerca. Manto ed Epigel – il primo previene le ulcere da stress meccanico e il secondo è un gel biocompatibile e bioattivo in grado di favorire il processo di cicatrizzazione di ferite di difficile guarigione – sono il frutto di un team che è nato e cresciuto all’interno dell’Università del Piemonte Orientale. È una delle molte eccellenze che sono in grado di sviluppare progetti in collaborazione con il mondo della medicina e dell’industria medicale che ha trovato spazio all’interno dell’incubatore di imprese Enne3 che ha sede a Novara. Epinova Biotech combina le scienze dei materiali con l’esperienza biomedica nell’ingegneria tissutale per la produzione di nuovi substrati polimerici bioattivi per la crescita in vitro e in vivo di tessuti epiteliali. Il futuro? Davvero è oggi. Epinova ha infatti anche realizzato uno scanner 3D per ferite particolarmente complesse che consente di ottenere una stampa in tre dimensioni dell’area per consentire l’applicazione ‘su misura’ dei medicamenti.

Eccola la ricerca di avanguardia. Quella che sta conquistando i mercati grazie a chi non si è mai fermato di fronte alle difficoltà, alla burocrazia, alla strada sempre tutta in salita per accedere al credito. Oggi la startup marchiata Upo è una eccellenza di livello internazionale. Ma è la sola? No. Come hanno dimostrato le diverse esperienze di impresa che hanno partecipato all’Italian Master Startup Award che è andato in scena a Novara. Promosso da PniCube, associazione degli incubatori e delle business plan competition accademiche italiane, quest’anno è stato organizzato in collaborazione con Enne3. È l’unico premio su base nazionale che riconosce “gli effettivi risultati conseguiti dalle startup nate in ambito accademico nei loro primi anni di vita”. Non solo prospettive, potenziale di business e carica innovativa, ma i risultati concreti confermati dal mercato. Per la cronaca ha vinto Abinsula, sedi operative a Sassari, Cagliari e Torino, che opera nel mondo automotive ed è specializzata nella realizzazione di architetture di infotainment per l’industria automobilistica. Abinsula ora sta estendendo il campo di attività anche al settore industriale, avio e medicale.

Enne3, società partecipata da Università del Piemonte Orientale, Provincia diRenò Novara, Comune di Novara, Camera di Commercio di Novara, Associazione Industriali di Novara, Finpiemonte, fa riferimento al territorio del Piemonte Orientale e nel prossimo futuro sbarcherà anche ad Alessandria. A oggi sono incubate diciassette imprese che operano nei settori industriali, salute, comunicazione e social-web. I nuovi occupati sono una quarantina, ha raccolto due milioni e mezzo di euro, mentre cinquecentomila euro sono il frutto di premi, contributi e riconoscimenti. Il direttore è Lorenzo Lener. Nel giugno dello scorso anno il Rettore dell’Università del Piemonte Orientale, Cesare Emanuel, ha annunciato di volere aprire una sede di Enne3 ad Alessandria. I contatti con il territorio sono continuati, raccogliendo la disponibilità immediata della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria. Dall’industria alla sanità, c’è un grande bisogno di ricerca avanzata e di nuovi sbocchi per idee innovative. Che esistono, come dimostrano alcune esperienze, purtroppo maturate fuori dai confini della provincia. Adesso si profila una opportunità. Staremo a vedere quanto se ne accorgeranno le pubbliche amministrazioni, per ora molto concentrate a annunciare rotonde e piste ciclabili, assemblee di quartiere e taglio dell’erba e salvataggi di aziende pubbliche e di centinaia di dipendenti, sempre pubblici. E per quelli privati di oggi e di domani cosa si farà?