Il Piemonte avrà presto una legge sul gioco d’azzardo patologico: il testo, che sarà approvato nelle prossime sedute del Consiglio regionale, è frutto del lavoro puntuale fatto nei mesi scorsi dalle Commissioni III e IV (Commercio e Sanità) ed è una sintesi del disegno di legge presentato dalla Giunta, della proposta di legge fatta dalla minoranza e in parte di quella presentata da cinque Comuni piemontesi.
“E’ una buona legge, che accoglie il grido d’allarme di tanti Comuni e ha l’obiettivo di aiutarli ad arginare quello che è diventato un vero e proprio fenomeno sociale, che riguarda soprattutto le fasce deboli della popolazione – spiegano i consiglieri Pd Domenico Ravetti e Domenico Rossi, presidente e vicepresidente della Commissione Sanità e Servizi sociali – I numeri parlano chiaro: il gioco d’azzardo è la terza industria italiana per fatturato, 90 miliardi di fatturato provengono dai circuiti legali, 10 dal ciclo illegale. In Piemonte frutta 5 miliardi, il 55 per cento provenienti da new slot e videolottery”.
“Le ricadute per la collettività sono molto pesanti, anche in termini economici – proseguono i consiglieri Pd – In Piemonte dal 2005 al 2013 le persone affette da questa patologia prese in carico dai servizi socio-sanitari sono passate da 166 a 1234. Per questo già nel 2015 abbiamo provveduto ad aumentate dello 0, 92 per cento le aliquote Irap per gli esercizi che hanno apparecchi da gioco e contestualmente a diminuirle dello stesso importo per chi decide di dismetterli. Una decisione che non ha provocato sollevazioni da parte degli esercenti, a riprova del fatto che la percezione del problema è chiara”.
Il testo permetterà ai sindaci di intervenire su una serie di aspetti, come la limitazione degli orari di di funzionamento degli apparecchi, la regolamentazione delle distanze da aree sensibili come scuole, centri giovanili, parrocchie, divieti di promozione e pubblicità sulle nuove aperture.
“La legge non cancellerà il problema, ne siamo consapevoli – concludono Ravetti e Rossi – ma è un grande risultato. Molto resta da fare per quanto riguarda il circuito illegale del gioco d’azzardo”.