Dopo poco più di due settimane dal 26 Gennaio, giorno che ha segnato l’attacco repressivo dello Stato verso il movimento NO TAV e il conseguente arresto di molti compagni e compagne in merito alle giornate di resistenza del 27 giugno e del 3 luglio, non accenna a placarsi la scure vendicativa di quel nemico, che continuiamo a pensarlo e ribadirlo, appare sempre di più notevolmente impaurito.
Impaurito dalla forza di volontà di chi imprigionato/a dietro delle sbarre ha continuato a non abbassare la testa, impaurito dalla solidarietà e dalla complicità arrivata da ogni dove, dall’unione dei NO TAV che ancora una volta al gioco dei buoni e dei cattivi non ci stanno e si stringono attorno ai propri fratelli e sorelle sequestrati/e dallo Stato.
La settimana appena trascorsa è stata quella del primo tribunale del riesame: nessuno dei compagni è stato liberato. A Federico e Zeno sono stati concessi i domiciliari, mentre per Giorgio e Luca la domanda di scarcerazione è stata respinta.
Poche ore dopo veniva messa in atto l’ennesima azione repressiva. A seguito delle numerose proteste che durante queste settimane si sono succedute all’interno del carcere delle Vallette rispetto alle condizioni di detenzione disumane, degradanti e indegne, iniziavano i trasferimenti della maggior parte dei compagni verso altri carceri piemontesi. Mambo ad Alessandria, Giorgio a Saluzzo, Tobia a Cuneo, Luca ad Ivrea, Jacopo ad Alba.
Divisi ed isolati, allontanatati dal carcere delle Vallette, luogo che nelle ultime settimane aveva segnato diversi momenti di solidarietà tutti estremamente partecipati e che evidentemente hanno fatto tremare le gambe ha chi ha visto nelle urla, nella musica proveniente da fuori le mura, un pericolo enorme rispetto all’ordine e all’alienazione tipica del sistema carcerario.
Questi nostri compagni e compagne fanno paura. Fa paura il movimento NO TAV che in qualsiasi contesto, anche da dietro le sbarre, è sinonimo di ribellione, di conflitto, di resistenza.
Se hanno pensato di impaurirci con gli arresti del 26 Gennaio hanno sbagliato di grosso. Se pensano che bastino questi trasferimenti a indebolire la lotta di chi sta dentro, e da chi da fuori la sostiene, l’errore diventa doppio.
La solidarietà è un’arma. Noi continueremo ad usarla. Ovunque e comunque.
Nella giornata di Domenica 12 Febbraio 2012 saremo nuovamente lì, in tutti quei luoghi in cui sono rinchiusi i nostri compagni e compagne ad urlare la nostra solidarietà, esprimere la nostra complicità, a ribadire che non ci fermeranno mai.Noi dalle ore 14 saremo ad Alessandria fuori dalla Casa di Reclusione “San Michele” – Strada Casale 50/a, per stare vicino a Mambo, perchè i nostri corpi e le nostre idee sono una cosa sola e che nessun carcere di questo Mondo riuscirà mai a dividere.
Alessandria in Movimento