Un accento romano per l’industria piemontese? [Centosessantacaratteri]

Sozzetti Enricodi Enrico Sozzetti
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Ormai è un dato quasi scientificamente confermato: la valorizzazione di Alessandria passa per chi alessandrino non lo è. Un altro caso? Arriva dal mondo dell’industria e l’accento è tutto romano. Quello di Marco Giovannini, ex presidente di Confindustria Alessandria, che è in corsa per la massima carica regionale. Gianfranco Carbonato è a fine mandato e gli industriali piemontesi hanno ampiamente iniziato le grandi manovre per la successione in Confindustria Piemonte. Manovre che rispondono sia alle regole interne, sia alle consuetudini ma che, stavolta, forse più di altre, potrebbero essere accantonate anche per una ragione di rinnovamento che si sta facendo sempre più strada. I sondaggi interni sono in corso, poi verranno indette le elezioni. Lo scenario interno è cambiato rispetto al passato e il nuovo presidente regionale dovrà ottenere un consenso molto ampio.

Alla candidatura di Marco Giovannini, presidente della Guala Closures, si affianca Giovannini Marco 2 quella di Franco Biraghi, imprenditore agroalimentare della Valgrana, una figura definita ‘di rottura’ nel sistema confindustriale, ma che non sembra registrare i consensi attesi visto che il presidente del sistema confindustriale cuneese pare sia impegnato nel Verbano Cusio Ossola per cercare alleanze (un appoggio al titolare del caseificio di Scarnafigi potrebbe arrivare anche dall’Astigiano). Per Giovannini, invece, si parla di un profilo gradito nel capoluogo regionale anche per la capacità relazionale, la competenza e la visione imprenditoriale internazionale.

Certo, non mancano le sorprese. Secondo alcune indiscrezioni torinesi sembrerebbe scaldare i motori anche Fabrizio Gea, presidente di Confindustria Canavese. Ha fondato le aziende del Gruppo Gvs, di cui oggi è amministratore delegato, che operano nel settore Ict. Al momento sembra una discesa in campo più da terzo incomodo, ma con probabilità scarse. In ogni caso i saggi sono al lavoro.

Singolare la sfida che si profila anche per un altro motivo. Dopo il tentativo, fallito, di unificare Confindustria Alessandria con Asti (quest’ultima difende strenuamente il suo isolamento), è stato avviato il processo di riorganizzazione fra la territoriale alessandrina e quella di Cuneo. Alcuni passi, anche con la definizione di modelli e strutture organizzative, sono stati fatti. Ma per ora è tutto congelato. Chissà che l’esito elettorale piemontese non sia poi destinato a accelerare in qualche modo l’aggregazione nel sud Piemonte.

Guala ClosuresIntanto Guala Closures Group (leader di mercato nella produzioni di chiusure in alluminio e ‘non-refillable’: bevande alcoliche, bibite, vino, olio, farmaceutica e cosmetica) non si ferma. È recente l’accordo con ‘Authentic Vision’, società specializzata nella protezione dei marchi e nel coinvolgimento dei consumatori, per il lancio di chiusure anti contraffazione dotate di soluzioni tecnologiche per il coinvolgimento dei consumatori di spirits, vino e olio. Queste soluzioni innovative permetteranno agli utenti di smartphone di verificare l’autenticità e l’origine di un prodotto prima del suo consumo e, contemporaneamente, di interagire con i produttori. La collaborazione, rileva Maurizio Mittino, responsabile ricerca e innovazione di Guala Closures, consentirà all’azienda alessandrina di innalzare ulteriormente il livello di protezione delle chiusure e di rispondere alle sempre più numerose esigenze del mercato dei marchi che fanno capo alla multinazionale della chiusure.

Risale invece all’inizio del 2016 l’accordo con Nxp, gruppo leader mondiale nella progettazione e produzione di semiconduttori quotato alla borsa di New York, per lo sviluppo di una nuova generazione di chiusure per l’industria del vino e degli alcolici che integreranno la tecnologia Nfc (Near field communication) e saranno dotate di sistemi tamper evident (anti manomissione), anticontraffazione e di monitoraggio.

Il cuore e il cervello di Guala Closures sono a Spinetta Marengo, nello stabilimento in zona industriale D6. Nel gruppo lavorano quattromila tra manager, professionisti e tecnici, la produzione è di quattordici miliardi di chiusure vendute in cento Paesi, ha cinque centri di ricerca, ventisei stabilimenti e un fatturato di circa mezzo miliardo di euro.