di Enrico Sozzetti
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Alessandria crocevia di conoscenze. Se capita più spesso di accendere i riflettori su quello che non funziona, o è del tutto assente, è anche vero che ad Alessandria le eccellenze non mancano. E sono anche di altissimo livello. Torniamo ancora una volta ad occuparci dell’Ateneo del Piemonte Orientale che nel capoluogo continua a essere considerato poco più di un orpello. E certo farebbe piacere vedere aprire sul territorio alessandrino quello che in queste ore è stato inaugurato a Novara: il nuovo centro di ricerca sulle malattie autoimmuni, realizzato nel quartiere di Sant’Agabio. Intitolato a Ipazia, prima scienziata della storia, vissuta a cavallo fra il 300 e il 400 d.C. e considerata la martire della libertà di pensiero, il nuovo polo di ricerca in un’area già occupata dal Dipartimento di Scienze del Farmaco, dai laboratori dei Dipartimenti di Area Medica e dalla Fondazione Novara Sviluppo (l’edificio progettato da Renzo Piano). Realizzato in soli quattordici mesi, il centro “Ipazia” rientra in un progetto di recupero che ha interessato tutta l’area circostante, portando alla nascita di una piazza pedonale e alla sistemazione dell’area verde.
In realtà, se il sistema locale alessandrino continua a fare molta fatica ad assimilare la presenza dell’Ateneo, nato nel 1998, è però altrettanto vero che l’università ribadisce ogni giorno come le sedi del capoluogo siano strategiche. E così mercoledì 20 a Palazzo Borsalino (sede del Dipartimento di giurisprudenza, scienze politiche, economiche e sociali), in occasione della pubblicazione del bando ‘Erasmus +’, che scadrà il 2 maggio, il Digspes e il Dipartimento di scienze e innovazione tecnologica (Disit; la sede è in viale Michel 11) di Alessandria organizzano una mattinata interamente dedicata alla mobilità internazionale. Nell’atrio di Palazzo Borsalino saranno allestiti alcuni stand, chiamati ‘Piccoli angoli d’Europa’, dove il personale dei Dipartimenti e gli studenti che sono stati all’estero negli anni scorsi si metteranno a disposizione sia per fornire tutte le informazioni relative al nuovo bando, sia per raccontare le proprie esperienze (Info: http://www.uniupo.it alla sezione ‘Internazionale/Studenti iscritti/Erasmus per studio’).
Ma quello che potrebbe rappresentare un appuntamento di particolare rilievo nel ‘dietro le quinte’ è l’evento in programma venerdì 22 aprile, dalle 10 alle 17, quando nel salone della Camera di commercio di Alessandria si svolgerà il convegno ‘Formare i professionisti della prevenzione in Piemonte’, appuntamento finale della Advanced School of Prevention and Health Promotion (Aspp). L’Aspp è un progetto promosso dal Centro d’eccellenza interfacoltà di servizi per il management sanitario (Ceims) dell’Università del Piemonte Orientale (Ateneo capofila), in partenariato con l’Università cattolica di Milano e l’Università di Milano Bicocca. Ai lavori interverranno Fabrizio Faggiano (professore di Igiene presso la Scuola di Medicina dell’Upo e presidente dell’Associazione italiana di epidemiologia), Cesare Emanuel (rettore Upo), Renato Balduzzi (professore di Diritto costituzionale all’Università Cattolica, già Ministro della Salute), Giuseppe Guzzetti (presidente della Fondazione Cariplo), Antonio Saitta (assessore alla Salute della Regione Piemonte), Vittorio Demicheli (vicedirettore della Direzione generale Sanità della Regione Piemonte). Tutti (università, amministratori pubblici, fondazioni bancarie) a parlare solo di formazione professionale in sanità? Ci sarà un confronto più diretto rispetto al progetto di ospedale di ricerca? Non mancherà chi tornerà a parlare anche di nuovo ospedale?
Alessandria è abbastanza specialista a discutere molto dei contorni, come il contenitore ospedaliero, ma poco della sostanza, ovvero che cosa deve essere un’azienda ospedaliera di ricerca e dalla forte vocazione alla didattica e alla formazione universitaria. E senza dimenticare che gli scenari sono in costante evoluzione. Non per niente negli ambienti regionali comincia a prendere corpo anche un’altra ipotesi: costituire una azienda unica fra quella ospedaliera e l’Asl. Un processo di aggregazione che avverrà anche in altre province piemontesi, ma che nell’Alessandrino si presenta particolarmente delicata alla luce dell’ospedale ‘hub’ del capoluogo dove si devono concentrare le specialità, ma anche parte dell’attività più ordinaria, e alla progressiva riorganizzazione e snellimento delle strutture ospedaliere dell’Asl.