di Dario B. Caruso.
È della settimana appena conclusa una notizia che ha illuminato il sorriso dei savonesi.
Una ruota panoramica sta per essere installata nel centro della darsena della città.
“L’attrazione, alta trenta metri, resterà in piazza Calabresi fino al 16 maggio e permetterà di veder Savona dall’alto”. Con queste parole i media cartacei e online salutano la giostra che, obiettivamente, crea un movimento inatteso in questo tranquillo e sonnolento angolo di Liguria.
Premesso che ogni innovazione, anche temporanea, è cosa buona.
Premesso che i croceristi in arrivo con le Costa possono riempirsi gli occhi di qualcosa di facile.
Premesso che i ragazzi possono avere un’alternativa alla panchina.
Purtroppo però è questione di punti di vista.
La ruota acclamata è un gigante.
La ruota montata è un’altra cosa.
Eh sì. Perché il Crescent, cioè il palazzo semicircolare che costeggia la stessa piazza, è più alto della ruota stessa.
Il panorama che si potrà apprezzare sarà certamente diverso rispetto alle attese: non il Complesso Monumentale del Priamar, non la Campanassa e la Torre del Brandale, non il Duomo e i tetti di via Pia, bensì gli yacht e i pescherecci, i giochi dei bambini, il supermarket e i dehors dei locali, le camere e i bagni degli ultimi piani del Crescent, le calvizie dei passanti e le generose scollature estive.
Vero è che nelle case degli italiani e sulle teste rasate accadono cose molto più interessanti e piccanti che nei giardini pubblici e tra le folte chiome degli alberi.
Resta il fatto che trenta metri non sono sufficienti per cambiare l’ottica del mondo.
Né tantomeno il destino di una città.
Ribadisco: punti di vista.