Lo scorso 15 marzo il sindaco di Alessandria, Maria Rita Rossa, con l’assessore Ferralasco, ha incontrato il gruppo di imprenditori che avevano avanzato una proposta per la riqualificazione del manufatto “ex Zerbino”.
“Pur se l’ipotesi era pervenuta dopo la chiusura dei termini di un apposito bando pubblico – spiega una nota di Palazzo Rosso – l’Amministrazione aveva ritenuto opportuno sospendere temporaneamente la decisione dell’abbattimento dello stesso ex Zerbino e del Piccadilly, per verificarne la effettiva fattibilità.
Al gruppo di imprenditori sono stati quindi forniti dai competenti uffici i chiarimenti richiesti, nel rispetto dei vincoli normativi e finanziari fissati dalla procedura. In particolare, si è prospettata l’ipotesi di procedere ad un nuovo bando nel quale sarebbero stati ridotti del 20% i valori economici a base d’asta”.
“Non abbiamo purtroppo ricevuto ulteriori riscontri dai proponenti – dichiara il Sindaco Rita Rossa – ed anzi apprendiamo da organi di informazione che anche le condizioni ribassate non sono considerate sostenibili dal gruppo. Peccato: una buona e sostenibile proposta progettuale sarebbe stata esaminata con interesse. Ora dobbiamo riprendere il percorso. Come già indicato, non possiamo permettere più a lungo che i due maggiori e più fatiscenti manufatti restino ancora al loro posto senza una accertata e credibile possibilità di diverso uso.
Porteremo al più presto in Consiglio Comunale la proposta di abbattimento di ex Zerbino e Piccadilly e di indizione di una nuova gara per il Cangiassi. Una volta rimossi i manufatti, nulla vieta che nuove proposte – per manufatti di più ridotte ed appropriate tipologia e dimensione – possano essere prese in considerazione”.
“Viste le considerazioni del portavoce del gruppo riportate dei mezzi di informazione, credo inoltre opportune due precisazioni. La prima: non è la giunta Comunale che determina le condizioni economiche dei bandi pubblici, né – tanto meno – può contrattarle. La legge assegna ai Dirigenti competenti tale responsabilità e le procedure sono regolate da specifiche norme che noi abbiamo inteso rispettare per legalità e trasparenza. Concedere agevolazioni, o peggio contrattarle fuori dalle norme non avrebbe fatto altro che alimentare un sistema che spesso è, a ragione additato come il male assoluto. La seconda: l’importo delle fideiussioni non è una cifra da pagare in via immediata, ma quello sul quale ottenere una garanzia bancaria. Ed una importante quota della fideiussione potrebbe essere svincolata, e quindi tornare ai proponenti, non appena eseguiti i lavori di riqualificazione necessari sull’immobile.”