Precedenze 1 [Il Flessibile]

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di Dario B. Caruso.

È la confusione del mondo moderno.
Non siamo sicuri di sapere dove andiamo, ma soprattutto non ricordiamo da dove veniamo.
È una necessità per conformarsi all’oggi.
La consapevolezza dei nostri passi già tracciati va perdendosi, stiamo dimenticando le strade percorse in un processo di cancellazione. Non permanente, però.

Pochi giorni fa ad una rotatoria, nel centro di Savona, un tizio sulla sessantina a bordo di un suv BMV bianco e lindo come il latte mi ha inseguito, affiancato, abbassato il finestrino e urlato: “Ti hanno dato la patente a punti? Cretino….!”.
Io (lo confesso) gli ho sorriso e (lo ammetto) gli ho mostrato il dito medio, ho accelerato con la mia Fiat Bravo verde petrolio tutt’ammaccata da duecentomila chilometri di vita vissuta e me ne sono andato con un’accelerazione bruciante da tamarro anni Ottanta.

rotonda_flexAlcune considerazioni sull’accaduto.
Lasciamo perdere il lessico: ti hanno dato la patente CON i punti una volta si diceva per sottolineare l’ignoranza del codice della strada in maniera simpatica; la patente A punti, invece, è stata introdotta da alcuni anni per altre ragioni; ma questa è un’altra storia.
C’è di più: io nel momento specifico arrivavo da sinistra.
Le rotatorie sono costruite proprio con il criterio opposti degli incroci tradizionali, per favorire la scorrevolezza di chi arriva da sinistra poiché già immesso nel flusso centrale del traffico.

Il processo spontaneo di cancellazione della memoria anche recente, è estremamente pericoloso; infatti, come avviene con il reset del computer, resta nei meandri più nascosti del nostro cervello una traccia di ciò che siamo stati, dei passi segnati e delle azioni compiute.
Solo che mentre col pc abbiamo necessità di conoscere la materia per poter accedere alle informazioni nascoste, nella vita umana tali informazioni riemergono spontanee, quando meno te lo aspetti.

Dopo aver sollevato il dito medio all’insulto del giovanotto col suv bianco, mi sono ricordato che la mattina stessa avevo redarguito uno studente per lo stesso gesto nei confronti di un compagno che, probabilmente, lo meritava.
Scusami, studente, se ho ritrovato solo nel tardo pomeriggio quel file cancellato e nascosto: volevo dirti che quando ci vuole ci vuole.
In certi casi non è maleducazione, anzi.
Rimettiamo ordine nella vita di ogni giorno, lasciamoci sopraffare, diamo la precedenza alle cose giuste, siamo cattivi per cancellare i cattivi e buoni per valorizzare i buoni.

È la confusione del mondo moderno?
Lasciamoci confondere.