“A Forza Italia abbiamo inviato un messaggio chiaro: alle elezioni amministrative solo un centro destra unito può vincere in alcune importanti realtà, e altrove comunque ben figurare. La porta la teniamo aperta fino all’ultimo: sta a loro decidere. Certo però si sta perdendo tempo prezioso, mentre altri sono in piena campagna elettorale”. A parlare è Riccardo Molinari, segretario della Lega Nord in Piemonte, e vice di Salvini nella segreteria federale del Carroccio. Alla guida del partito in Piemonte da meno di due mesi (“dopo un congresso vero, intenso e anche ricco di colpi bassi: ora però è davvero tempo di guardare avanti, tutti insieme, o comunque con tutti quelli che vogliono il bene della Lega”) l’alessandrino Molinari non ha perso tempo: presa in mano una situazione ‘stagnante’, e in molti casi addirittura ‘incancrenita’, ha cercato di dare ‘la scossa’, con il supporto e il viatico di Matteo Salvini.
La Lega in Piemonte ha creato un’alleanza con Fratelli d’Italia e con liste civiche locali, e almeno nelle due piazze principali (Torino e Novara) non esclude di poter ancora convincere Forza Italia (“molti quarantenni sono con noi, capiscono la necessità di un fronte comune: come se ne rendono conto gli elettori di centro destra”) a fare un passo indietro, e ad appoggiare candidati comuni: il leghista Alessandro Canelli a Novara, il notaio ‘candidato civico’ Alberto Morano sotto la Mole. “Diversa – spiega Molinari – la situazione a Domodossola, altra città piemontese chiamata al voto: lì c’è un confronto aperto, anche con Forza Italia, e in questi giorni speriamo emerga un candidato condiviso da tutto il centro destra. Vorrei che fosse chiaro comunque che l’approccio della Lega, che pure è in questo momento il partito che raccoglie il maggior consenso all’interno dello schieramento di centro destra, non è mai stato ‘imponiamo i nostri candidati’ ma semmai ragioniamo, di città in città, per trovare ovunque il candidato più forte, credibile e spendibile”.
Il caso Roma, con la candidatura a sindaco di Giorgia Meloni, è emblematico: “se Forza Italia ritirasse la candidatura di Bertolaso, e convergesse su di lei, tutti i sondaggi confermano che probabilmente andremmo al ballottaggio. Fare scelte solitarie, o di diverse alleanze, potrebbe aprire la strada al PD, che è tutto dire”.
Dal Piemonte alla capitale, la campagna elettorale è in corso da tempo, e finalmente nei giorni scorsi il governo italiano ha fissato la data delle prossime elezioni amministrative di primavera: molto ‘tarda’, anzi quasi estate, dal momento che si andrà alle urne domenica 5 giugno, con eventuali ballottaggi domenica 19 giugno.
Il voto coinvolgerà diversi milioni di italiani in 1.351 comuni, tra cui Roma, Milano, Torino, Napoli, Bologna, Cagliari e Trieste. In Piemonte saranno 156 i comuni chiamati al voto: di questi 21 in provincia di Alessandria, tra cui Arquata Scrivia, Gavi, Castellazzo Bormida, San Salvatore Monferrato, Castelnuovo Scrivia, Pontecurone. “Un test importante – conferma Molinari -, che quasi ovunque la Lega affronterà appoggiando candidati civici, ovviamente di area. La situazione più politica è probabilmente Arquata, dove si sta cercando la convergenza su un candidato unico di centro destra, che raccolga il testimone dell’esperienza della giunta uscente”.
E Alessandria? E’ vero che alle elezioni comunali di Palazzo Rosso manca ancora più di un anno, ma non è un mistero che manovre esplorative sono già in corso, così come non passa settimana senza che all’elenco di aspiranti sindaci si aggiunga qualche new entry: ultimo caso in ordine di tempo quello di Luigi Boano, dimessosi dalla presidenza di Confcommercio nelle scorse settimane. Ma cosa cova sotto la cenere del centro destra alessandrino? “L’obiettivo – conclude Molinari – è certamente avviare ora un percorso che ci consenta, tra un anno, di mettere in campo non solo un candidato autorevole e unitario, ma anche una squadra solida e un progetto chiaro, per ridare ad Alessandria una speranza e un rilancio, dopo gli anni davvero bui della gestione Rossa. Non credo serva neanche spiegare perché: chiunque viva ad Alessandria sa benissimo qual è la situazione della città, la mancanza di speranza e il senso di abbandono che si percepiscono ovunque. Quindi un nome di candidato sindaco non lo faccio, e davvero credo che ad oggi non esista, anche se alcuni dei nomi che circolano sono di assoluto valore. Dico invece che sicurezza, lavoro, decoro urbano e capacità di attrarre investitori e di ridare fiato e coraggio alle imprese saranno i nostri punti fermi. In più, la necessità di fermare il processo di svendita delle partecipate pubbliche a soggetti extra alessandrini, con l’immaginabile danno per il nostro territorio”.
Ettore Grassano