10 a Sarti, 2 a Saitta: e vi spiego perché [Le pagelle di GZL]

Sarti Roberto nuovadi Graziella Zaccone Languzzi

 
1) A Roberto Sarti, Consigliere e Capogruppo (Lega Nord) per il contenuto del suo intervento durante la conferenza dei Presidenti dei gruppi consiliari di Palazzo Rosso, convocata dalla presidenza del consiglio comunale, presente la sindaca, per condividere una riflessione comune alla luce dei tragici fatti terroristici che hanno colpito la scorsa settimana la città di Bruxelles, lo stato del Belgio e, indirettamente, le stesse Istituzioni Europee. I punti espressi dalla conferenza dei Presidenti dei Gruppi Consigliari unitamente alla sindaca sono certamente condivisibili tra “cordoglio sincero, viva condanna, timore di rischio, reali minacce che limitano libertà, democrazia, rispetto, dignità etc.”: insomma le solite frasi di circostanza. Ma forse è finito il tempo delle frasi di rito, sperando che non accada mai a noi: è tempo di agire e in fretta. Pure Enrico Mentana durante la diretta dello speciale de la7 dedicato agli attentati di Bruxelles, ha ‘tagliato’ le frasi di rito delle cariche istituzionali a partire da Mattarella, Grasso, Boldrini e i soliti noti, con uno sbotto e la frase: “passiamo oltre, queste ce le possiamo anche risparmiare”. L’intervento onesto e corretto in controtendenza dai colleghi del Consigliere Sarti lo condivido al 1000%. Roberto Sarti, come molti di noi sa che non è finita, ma qui ci si limita ai soliti cortei, fiori e ceri, ai soliti proclami dei “papaveri” romani che ci rassicurano sull’unità europea (che non esiste), sostenendo che i terroristi non ci fanno paura (falso). Il punto è che i “papaveri” sono ben protetti, noi no. Qualcuno si è mai chiesto perché vengono colpiti solo luoghi pubblici, inermi cittadini e mai i palazzi di potere?
Voto: 10

 

2) A Saitta, l’assessore “ragioniere” della sanità piemontese. GirovagandoSaitta 1 nel web, un articolo mi ha colpito, e quando si tratta di sanità è bene divulgare per far conoscere ciò che a chiunque residente in Piemonte potrebbe accadere. La notizia: “Il Piemonte mi nega la cura che mi salverebbe la vita”. L’appello di un malato di tumore non operabile e non curabile con chemioterapia o radioterapia: l’unica cura per salvargli la vita è disponibile solo al CNAO (Centro Nazionale di Adroterapia Oncologica) di Pavia in Lombardia. Il cittadino piemontese si è rivolto a Saitta, che gli ha risposto con approccio da burocrate, come se si parlasse di una richiesta di cure termali, o giù di lì. Qui mi fermo e chiedo ai “signori” o “alti papaveri” che negli ultimi vent’anni hanno amministrato la Regione Piemonte perché “cavolo” hanno sprecato tanto denaro in opere
di pura vanità, per poi ridursi così: a negare ai cittadini la possibilità di curarsi, di fatto condannadoli a morte. Penso ai costi per costruire il sogno di Ghigo: un grattacielo con una Regione già indebitata, e qui Bresso e a seguire Cota e ora Chiamparino hanno fatto la loro parte. Una sede faraonica con continui problemi che portano ad ulteriori costi: basta leggere qui o anche questa news dell’ultima ora.
E che vogliamo dire ad esempio dello spreco di denaro dei piemontesi che durante il governatorato Bresso ha ‘foraggiato’ alla grande il Soria del Grinzane Cavour? Nel web ci sono articoli con nomi importanti ‘foraggiati’ dallo stesso Soria ovviamente con soldi della Regione. Ora non ci sono denari per curare gli ammalati e salvare la vita ai piemontesi che si ammalano, e tutto grazie alle manie di grandeur di chi per vent’anni ha ‘scialato’, riducendo la Regione Piemonte nelle condizioni di oggi.
Voto: 2

 

Alessandria dall'alto3) Una Pasqua amara in questo 2016, perlomeno per chi ha cuore Alessandria. Non fu così amara neppure durante il periodo di “tangentopoli”, con i tentativi politici locali (primi anni Novanta) di formare un governo per la città a causa disaccordi interni tra le varie anime della sinistra, dopo un regolare quinquennio con Mirabelli e il relativo commissariamento effettuato dal Commissario Prefettizio Macrì: era il 26 aprile 1993, Pasqua si era celebrata l’11 aprile e tra gli assessori uscenti di quel fallimento politico/amministrativo guidato da Veronesi c’era una giovane assessora di nome Rita Rossa. Non fu così amara neppure quando la città “cadde” nelle mani di un gruppo politico avverso alla politica dominante da sempre nella storia della città: la Lega Nord Piemont, premiata dagli alessandrini disgustati dalla politica conosciuta fino a quel momento: Pci, Psi, Dc e tutti gli altri partiti della prima repubblica. Non fu così amara neppure quando arrivò la Pasqua a pochi mesi dalla tragica alluvione con la città ancora da rimettere in piedi. Perchè quell’Alessandria travolta dal disastro poteva comunque contare sulla tenacia e il carisma di un sindaco forte: Francesca Calvo. Grande donna di grande coraggio, forza, decisionismo, capace di assumersi responsabilità sempre anche pesanti durante i due mandati. Ricordando il periodo tragico dell’alluvione ho un pensiero ricorrente: meno male che c’era la Calvo, un sindaco “non partitico”, capace di investire al meglio e nei tempi normali le risorse arrivate per il ripristino delle strutture pubbliche e private. Per i suoi cittadini privati ha preteso molto, altra storia fu per le imprese danneggiate di cui “altri” si erano “occupati”. Un brivido porta a pensare cosa accadrebbe se accadesse oggi, con la certezza di rimanere nel “pantano” chissà per quanto tempo. In tutto l’elenco effettuato delle traversie politico/amministrativo di questa città, vicende di non poco conto accadute negli ultimi 25 anni, noi cittadini non abbiamo mai sentito l’amarezza così forte come per il vuoto politico attuale, con la percezione di uno stato di degrado insanabile in cui oggi ‘versa’ Alessandria. Quindi nonostante i dolci pasquali è stata una Pasqua amara.
Voto: 2