Meno male che c’è Franceschini [Centosessantacaratteri]

Sozzetti Enricodi Enrico Sozzetti
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“Meno male che c’è il Riccardo che da solo gioca al biliardo, non è di grande compagnia, ma è il più simpatico che ci sia” (ricordando l’indimenticabile Giorgio Gaber). E meno male che c’è Dario Franceschini che dopo la visita ad Alessandria ha parlato della Cittadella come di un luogo “strepitoso e unico”. Un luogo rispetto al quale è necessario “fare una scelta di recupero e valorizzazione che sia realmente di rilievo nazionale affinché la Cittadella di Alessandria, al pari di alcuni altri siti e monumenti italiani, sia beneficiata da significativi investimenti in termini di risorse pubbliche”.

Meno male che è venuto il ministro e meno male che fra un anno si vota, così è stato regalato alla popolazione alessandrina un altro grande, straordinario, sogno elettorale. Che poi oggi si viva in una nazione tutta tesa al risparmio, ai tagli delle risorse (per prime in campo culturale), alla gestione un po’ a vista della cosa pubblica, non importa. La politica locale gronda di soddisfazione per le parole di Franceschini che recitano ancora: “Possiamo cominciare a ragionare su interventi futuri qui. E a parlare di risorse da spendere”.

La Cittadella di Alessandria è una fortezza unica in Europa. Nel capoluogo, Cittadella nuovatra la fine degli anni Ottanta e l’inizio dei Novanta del secolo scorso, c’è chi ha cominciato a riflettere, organizzare iniziative, convegni, pubblicazioni. Non sono mancati coinvolgimenti di alto livello come quello del Politecnico di Torino. Nell’arco dei decenni in cui le risorse c’erano e si sprecavano in ogni dove, nessuno ha però concretizzato un intervento. Oggi si comincia “a ragione su interventi futuri”. Va bene, per carità. Peccato che il tempo passi inesorabile. Che i soldi siano sempre meno. In passato quando è stata ventilata la possibilità di partneship pubblico-private si sono sollevati i soliti cori di protesta. La politica ha litigato sulla Cittadella. Quello che una parte proponeva, l’altra smantellava solo per partito preso. Tutti invocavano interventi esterni, ma se non sei né autorevole, né affidabile non intercetterai mai l’interesse di qualche investitore. Cifre attendibili di spesa per rendere oggi l’intera area accessibile e fruibile non esistono. Però bastano già le stime di massima per fare tremare i polsi.

Meno male che c’è Franceschini. Che ha anche passeggiato sul ponte Meier. Quel ponte che doveva aprire entro il 2014.