Il Comune di Alessandria ha dei profili di criticità strutturale nella gestione finanziaria, le pronunce della Corte dei Conti lo ribadiscono più volte.
I suoi rapporti con le società partecipate presentano, inoltre, un quadro grave e controverso, sussistono dubbi sull’effettiva contabilizzazione integrale dei debiti, che lo stesso ha nei loro confronti e che risultano dalle scritture contabili delle principali società.
Il numero delle società è cresciuto significativamente in questi cinque anni contrariamente a quanto prevedeva e osannava il programma elettorale dell’amministrazione Fabbio. E’ cresciuto anche il loro stato di precarietà, quello dei loro dipendenti e dei servizi che erogano. Le società Aristor e Atm ogni mese corrono il rischio di non riuscire a pagare gli stipendi ai dipendenti per mancati trasferimenti da parte dell’amministrazione comunale.
I crediti che l’Ente vanta nei confronti della società di cartolarizzazione Valorial e Svial sembrano essere inesigibili, l’amministrazione non ha ancora rideterminato le modalità di cessione dei beni patrimoniali dell’Ente e valutato se metterle in liquidazione, definendo le modalità di ripianamento delle perdite.
Altre aziende esistono, invece, solo sulla carta e/o per la presenza dei loro amministratori: Altri, la società costituita per la riscossione dei tributi, non ha ancora mosso i primi passi e, secondo noi, sarebbero inopportuni se fossero quelli del suo trasferimento da Palazzo Cuttica all’Ex-mercato di Via San Lorenzo, all’interno di locali in affitto e ancora da adeguare.
Riconciliare la contabilità dell’Ente con quella delle società partecipate, anche per non mettere in pericolo la continuità della loro attività aziendale, in forte sofferenza finanziaria, dovrà essere uno dei compiti prioritari di chi cercherà di gestire l’eredità pesante di questa amministrazione.
Gianni Ivaldi – Diego Malagrino – Giorgio Barberis