Triplice all’attacco: “Al territorio alessandrino servono gioco di squadra e un tavolo non solo di crisi, ma di sviluppo”. Ma con chi?

Camera del LavoroAgguerriti, pur in un’ottica costruttiva: “vogliamo parlare anche di sviluppo di questo territorio, non solo di crisi e di declino. Chiediamo che si apra un tavolo permanente di confronto, e di proposte, con il coivolgimento di tutti i soggetti istituzionali, e del mondo dell’impresa: l’alessandrino ha perso treni importanti, ma occorre guardare avanti, e reagire mettendo in campo progetti”.

I segretari confederali di Cgil, Cisl e Uil, ieri mattina alla Camera del Lavoro di Paparatto 2Alessandria, hanno provato a ‘suonare la sveglia’ al territorio: “Che la crisi ci sia a livello internazionale e nazionale – ha esordito Tonino Paparatto, segretario della Camera del Lavoro di via Cavour e ‘padrone di casa’ – è indubbio. Che il Piemonte sia un po’ ‘il sud del nord’, e al suo interno Alessandria faccia particolare fatica, nonostante l’export che ancora ‘tira’, è altrettanto evidente. Ma noi siamo stanchi di giocare solo in difesa: salvaguardare l’occupazione, nel privato come nel pubblico, rimane la nostra priorità, come pure ottenere risultati sul fronte della contrattazione sociale. Ma ai vari soggetti istituzionali e imprenditoriali chiediamo di più: uno sforzo di proposta, e di progetto di sistema, per rendere l’alessandrino appetibile agli investitori. Se non sarà così, continueremo a rivederci periodicamente solo per parlare di emergenza e declino: noi non vogliamo che sia così”.

Didier Sergio 1Posizione confermata con diverse sfumature dagli altri due segretari confederali. Per Sergio Didier (Cisl Alessandria e Asti) “La provincia di Alessandria ha grandi potenzialità finora non completamente valorizzate, per tanti motivi. Noi siamo pronti da un lato a muoverci su tutti i diversi fronti di crisi che necessitano dell’intervento sindacale, ma anche e soprattutto riteniamo indispensabile un confronto con tutti i soggetti che sono interessati ad intraprendere un percorso di sviluppo, e di nuovi progetti”.

E’ toccato a Aldo Gregori (Uil) rcordare l’esperienza importantissima, e ormai un po’Gregori 1 ‘datata’, dei patti territoriali: “Parliamo di diversi anni fa, ma lo spirito e la metodologia sono validi ancora oggi, e da quello spirito unitario a sostegno del territorio occorre ripartire”.

Fin qui, i buoni propositi. Ma da domani, ossia da oggi, che si fa, dove si va a bussare per concretizzarli? Quali sono i ‘convitati di pietra’ che finora forse avrebbero potuto fare di più, e comunque a chi spetta oggi il ruolo di ‘collante’, o di primus inter pares in un simile percorso di progettualità? Pur tenendosi ‘alla larga’ da qualsiasi polemica, i leader sindacali di casa nostra qualcosa dicono: “So bene – sottolinea Paparatto – che il Prefetto è tenuto ad intervenire solo in caso di crisi, e non ha compiti istituzionali legati allo sviluppo economico: ma può senz’altro giocare un ruolo organizzativo, in questa fase, e speriamo che lo faccia. Così come la Provincia, che pure non ha più le competenze di qualche anno fa, però ancora c’è, e un contributo può fornirlo”. E poi ci sono naturalmente soggetti come Confindustria (“siamo in attesa di un nuovo incontro – dice Gregori -, l’ultimo lo abbiamo avuto l’estate scorsa”, quindi 7-8 mesi fa: non proprio una reattività da centometristi, ndr), ma anche la Camera di Commercio, ‘casa delle imprese’ per definizione, anch’essa peraltro alle prese con una riforma ‘renziana’, ossia perennemente a metà del guado.

Paparatto Gregori DidierTocca ancora a Tonino Paparatto chiudere la riflessione evocando gramscianamente “l’ottimismo della volontà”: auspicando ovviamente che lo stesso possa prevalere sul pessimismo della ragione. Però la sensazione è davvero che lo sforzo (o il grido d’allarme) dei sindacati sia encomiabile, ma che a questo territorio da troppo tempo manchino sia una guida politica autorevole, che una classe imprenditoriale davvero intenzionata ad investire in progetti di ampio respiro.

E. G.