«Ci sono donne socialmente emancipate che scelgono, non per il profumo dei soldi, di vivere l’esperienza di una maternità surrogata»
Nichi Vendola, ex Presidente della Regione Puglia
Caro Nichi, ti scrivo. Non per distrarmi un po’, ma per ringraziarti.
Hai fatto capire, a me e non solo a me, quanto sia disumana la pratica dell’utero in affitto. Hai comprato (non c’è altro modo per dirlo) un bambino; lo hai fatto “realizzare” da un’altra persona, una donna indonesiana, in una clinica californiana. La globalizzazione, un tempo tua acerrima nemica, oggi ti ha dato una mano.
Qualcuno dice che per questo bambino hai speso 135mila euro. Certo, dopo aver legittimamente incassato 198mila euro di liquidazione dalla Regione Puglia, hai pensato bene di investirli all’estero. Ti capisco. In Italia, se quei soldi li dai a una banca, chissà dove vanno a finire.
Una domanda però te la devo fare: ma tu non eri di sinistra? Mi ricordo che dicevi di batterti per i più deboli, per i senza diritti. Mi chiedo se c’è al mondo qualcuno più “senza diritti” di quel bambino che ti sei comprato. Il diritto, tuo e del tuo compagno, ad avere un figlio non cozza violentemente con il diritto di quel bambino ad avere una madre? Non è che, forse, il tuo diritto somiglia di più a un sopruso?
Vedi, quel bambino è tuo, adesso. Ma non è veramente tuo, e non lo sarà mai. Quel bambino appartiene prima di tutto a sua madre, che lo ha custodito per nove mesi in grembo. Come ha fatto la tua con te, diversi anni fa, quando le cose di cui stiamo parlando adesso erano considerate “contronatura”. Dimmi la verità: usare una mamma surrogata è “secondo natura”, secondo te? Dai, dimmi che ci sono degli animali che lo fanno. E poi spiegami anche come si regolano, se con un bonifico o in contanti.
Ne avrei ancora tantissime di cose da dirti, caro Nichi. Vorrei capire, per esempio, per quale motivo resterai tre mesi fuori dall’Italia. Vuoi forse aspettare che qualche solerte giudice italiano regolarizzi il frutto della tua unione, magari dopo un “lavaggio” dei documenti in Canada? Ma lo sai che quello che hai fatto è talmente orrendo, che anche le femministe più convinte si sono incazzate con te? Hai letto l’articolo di Paola Tavella su Huffington Post? E non è l’unica… Non tutti ti stanno aspettando a braccia aperte, qui da noi. Nemmeno fra i tuoi amici e compagni.
Sono quasi alla fine della mia lettera, che immagino non ti sia piaciuta. Capisco che la mancata approvazione della stepchild adoption abbia un po’ guastato i tuoi piani di novello papà. D’altronde, eri riuscito a mantenere così bene il segreto, per non influenzare negativamente l’iter della legge che avrebbe coronato il tuo sogno d’amore con Ed… Pensa che qualcuno, mentre eri a Los Angeles a seguire il tuo investimento, ha insinuato che la Cirinnà fosse una legge ad personam, dedicata a te. Ma io non ce l’ho con la legge, anche se non mi piace. Le leggi, infatti, non hanno mai reso buono (o cattivo) nessuno. E non penso di essere migliore di te. Per questo ti scrivo, perché non ho da farti la morale dall’alto del mio inesistente pulpito.
Vorrei però dirti che sei ancora in tempo a fare marcia indietro. Adottalo quel bimbo non tuo, Tobia Antonio, ma fallo a distanza. Seguilo nella sua crescita, aiuta la madre, fai in modo che cresca con lei. Non portarglielo via, per soddisfare in modo meschino il tuo desiderio di essere padre. Hai comprato un bimbo, come se fosse un cane da compagnia. E come tutte le cose che si acquistano, un giorno ti verrà a noia (il cuore dell’uomo è fatto così, da sempre).
Leggiti questo passo. Lo ha scritto Karl Marx (Miseria della Filosofia, Parigi, 1847): «Venne infine un tempo in cui tutto ciò che gli uomini avevano considerato come inalienabile divenne oggetto di scambio, di traffico, e poteva essere alienato; il tempo in cui quelle stesse cose che fino allora erano state comunicate ma mai barattate, donate ma mai vendute, acquisite ma mai acquistate – virtù, amore, opinione, scienza, coscienza, ecc. – tutto divenne commercio. È il tempo della corruzione generale, della venalità universale, o, per parlare in termini di economia politica, il tempo in cui ogni realtà, morale e fisica, divenuta valore venale, viene portata al mercato per essere apprezzata al suo giusto valore».
E già che ci sei, rileggiti anche Antonio Gramsci (dalla raccolta “Sotto la mole 1916 – 1920”), che dovrebbe farti rabbrividire un po’: «Il dottor Voronoff ha già annunziato la possibilità dell’innesto delle ovaie. Una nuova strada commerciale aperta all’attività esploratrice dell’iniziativa individuale. Le povere fanciulle potranno farsi facilmente una dote. A che serve loro l’organo della maternità? Lo cederanno alla ricca signora infeconda che desidera prole per l’eredità dei sudati risparmi maritali. Le povere fanciulle guadagneranno quattrini e si libereranno di un pericolo. Vendono già ora le bionde capigliature per le teste calve delle cocottes che prendono marito e vogliono entrare nella buona società. Venderanno la possibilità di diventar madri: daranno fecondità alle vecchie gualcite, alle guaste signore che troppo si sono divertite e vogliono ricuperare il numero perduto. I figli nati dopo un innesto? Strani mostri biologici, creature di una nuova razza, merce anch’essi, prodotto genuino dell’azienda dei surrogati umani, necessari per tramandare la stirpe dei pizzicagnoli arricchiti. La vecchia nobiltà aveva indubbiamente maggior buon gusto della classe dirigente che le è successa al potere. Il quattrino deturpa, abbrutisce tutto ciò che cade sotto la sua legge implacabilmente feroce. La vita, tutta la vita, non solo l’attività meccanica degli arti, ma la stessa sorgente fisiologica dell’attività, si distacca dall’anima, e diventa merce da baratto; è il destino di Mida, dalle mani fatate, simbolo del capitalismo moderno».
O magari rivediti e riascoltati in questo video di un minuto e dieci. Era il 2010, le tue idee erano migliori di quelle di adesso.
Puoi ancora rivedere la tua decisione, Nichi. Fallo subito, prima che la tua cazzata, da enorme, diventi irreparabile. Per te, per Ed e per Tobia. Fai un passo indietro, se davvero vuoi bene a quella creatura. E magari fai anche una cosa di sinistra: prova a schierarti, senza se e senza ma, dalla parte di quelle poveracce che sono costrette ad affittarsi l’utero per campare. Mettiti nei loro panni: sono e saranno il nuovo proletariato, sfruttato da nuovi padroni, ricchi, capricciosi e viziati.
Scegli tu da che parte stare.