Pensioni disabili e indennità non son reddito. Governo perde. Alla fine hanno vinto i disabili e le loro famiglie: le indennità di accompagnamento e le pensioni legate a situazioni di disabilità non possono essere considerate nel reddito disponibile ai fini del calcolo dell’Isee. La parola fine a un contenzioso che si trascina da anni l’ha messa il Consiglio di Stato, che ha dato torto al Governo, che ora, nelle parole del ministro Poletti, applicherà la sentenza. Esultano le opposizioni, che parlano di “ennesima figuraccia” di Renzi.
Il Consiglio di Stato, con una sentenza depositata oggi, ha respinto il ricorso dell’Esecutivo contro una sentenza del Tar del Lazio dell’11 febbraio 2015, che aveva giudicato illegittima la riforma dell’Isee (indicatore della situazione economica equivalente, che costituisce il riferimento per l’accesso ad aiuti e a prestazioni sociali agevolate) entrata in vigore a inizio 2015, nella parte nella quale considera nel reddito disponibile anche le pensioni legate a situazioni di disabilità, le indennità di accompagnamento e gli indennizzi Inail. Il ricorso al Tar era stato a sua volta presentato da familiari di persone disabili.
Gli assegni e le provvidenze economiche a sostegno della disabilità non devono essere conteggiati come reddito, non devono rientrare nel nuovo Isee.
Il Consiglio di Stato, fortunatamente e con grande lucidità, con una Sentenza di questi giorni ha dato ragione alle tante persone o famiglie che vivono comunque in stato di disagio econonomico-sociale.
E’ una sconfitta per il cinismo che orienta le scelte dei tecnici che guidano il nostro Paese, perchè la Politica (quella vera, quella nobile, quella ormai divorata da millantatori, affaristi, lobbysti e marionette al soldo della spietata finanza) non sarebbe mai arrivata a tanto. Non sarebbe mai arrivata a violare un diritto sacrosanto, chiaramente espresso dalla nostra Costituzione.
Ora è il momento di alzare la posta, con coraggio ed altrettanta determinazione. Un invalido al 100% (ovviamente meritevole di tale riconoscimento medico-legale) non può sopravvivere con 300 euro mensili, è un assurdo. Una indennità di accompagnamento non può essere solo di circa 500 euro, è un autentico insulto alla dignità di un’intera Comunità.
E’ il momento di lottare con estrema durezza, anche questi sono veri ed inalienabili diritti!
*Presidente Commissione ‘Affari istituzionali e riforme’ Anci – Roma