Ravetti: “La riorganizzazione sanitaria in Piemonte era ed è strada obbligata: nei prossimi anni benefici veri e tangibili”

 

Ravetti nuovaCarissimo Ettore,

 

a “lettera aperta” si risponde con “lettera aperta”. Per quanto riguarda il caso specifico del disservizio sulle analisi reumatologiche da te riportato rinvio alla risposta che otterrà il mio collega nel question time del Consiglio Regionale.

E’ giusto segnalare ogni problema, sempre, senza infingimenti e per tutte le Istituzioni Pubbliche; è una pratica che aiuta a migliorare l’esistente e che attiva i sensori spesso dormienti dell’efficienza dei servizi che eroghiamo ai cittadini.
Così come giudico positive le critiche, tutte le critiche che vengono rivolte alla politica, o a me in particolare, anche quando la fonte non è attendibile o anche quando mi fanno male perché le considero immotivate, pretestuose o addirittura ingiuste. Le critiche, tutte le critiche, mi aiutano a migliorare.
Sulla Riforma Sanitaria piemontese Ti prego di non dimenticare mai la verità da cui siamo partiti, una verità scientifica, non un’opinione politica; Ti prego di non dimenticare che ci hanno consegnato un sistema di fatto commissariato perché non più in grado di avere un futuro. E non solo un futuro economico. La riorganizzazione non è uno sfizio di Chiamparino o Saitta ma un’azione decisivaChiamparino Saitta per ricostruire una sanità pubblica nella sostanza poco adatta a rispondere alla vere esigenze dei nostri concittadini. Siamo solo all’inizio della riforma che, così come è stata calata nella nostra provincia, può essere migliorata in alcune sue parti.

Ti assicuro però che gli effetti positivi li vivremo più in là nel tempo, ci vorrà qualche anno prima di restituire efficienza ed efficacia alla nostra rete ospedaliera e territoriale integrata con l’offerta dei servizi sociali. Per ora raccogliamo critiche e voti irrimediabili.

Ma carissimo Ettore, il compito della Politica non è quello di raccogliere i consensi con artifizi lessicali. Il compito della politica è risolvere i problemi. Non chiediamo aiuto a chi fa bene il suo mestiere di giornalista ma lo incitiamo a non perdere il gusto di ricercare la verità, verità spesso non ancora raccontate, verità sui disservizi e tante verità sui privilegi. Per ora lasciami lo spazio per ringraziare tutto il personale delle nostre aziende che sta facendo tanto in questi tribolati momenti di cambiamento.