“Se i profughi si fermano, lo sciopero bloccherà la stazione”

La domenica del 16 febbraio 1947 da Pola partirono per mare diversi convogli di esuli italiani con i loro ultimi beni e un tricolore. I convogli erano diretti ad Ancona dove gli esuli vennero accolti dall’esercito per proteggerli dai connazionali, militanti di sinistra, che non mostrarono alcun gesto di solidarietà, anzi.

La sera successiva partirono stipati in un treno merci, sistemati tra la paglia all’interno dei vagoni, alla volta di Bologna dove la Pontificia Opera di Assistenza e la Croce Rossa Italiana avevano preparato dei pasti caldi, soprattutto per bambini e anziani. Il treno giunse alla stazione di Bologna solo a mezzogiorno di martedì 18 febbraio 1947. Qui, dai microfoni di certi ferrovieri sindacalisti fu diramato l’avviso “SE I PROFUGHI SI FERMANO, LO SCIOPERO BLOCCHERÀ LA STAZIONE”. Il treno venne preso a sassate da giovani che sventolavano la bandiera con falce e martello, altri invece buttarono addirittura il latte, destinato ai bambini in grave stato di disidratazione, sulle rotaie.

Per non avere il blocco del più importante snodo ferroviario d’Italia il treno venne fatto ripartire perParma dove la “Pontificia Opera di Assistenza” e la “Croce Rossa Italiana” poterono tranquillamente distribuire il cibo trasportato da Bologna con gli automezzi dell’esercito.

Circa 350.000 esuli Istriani, Fiumani e Dalmati dopo essere stati obbligati a lasciare le loro terre e i loro ricordi dovettero subire contestazioni e attacchi anche dai loro stessi connazionali, di ideologia comunista, perché per loro colpevoli di essere scappati da quello che loro definivano “il paradiso rosso”.

La cosa che fa ancora più tristezza però è che ancora oggi c’è chi contesta, oltraggia e disonora la memoria di questi avvenimenti, ancora oggi c’è chi fa finta di non ricordare, ancora oggi la scuola pubblica politicizzata non spreca neanche un secondo per spiegare questi avvenimenti “dimenticati” anche dallo Stato italiano fino al 2004.

È strano come vengono raccontati in maniera forzosa e obbligata certi avvenimenti qui in Italia. Nella stazione di Bologna si trova una targa che dovrebbe ricordare quanto accaduto il 18 febbraio 1947 che oltre ad essere tardiva, perché fatta solamente nel 2007, è anche ipocrita e non veritiera perché minimizza una delle pagine più buie della storia italiana solo perché i responsabili sono di sinistra.

Nel “treno della vergogna” rischiarono di morire per stenti e sacrifici tanti poveri bambini indifesi equanto accaduto viene definito solamente come “un atteggiamento di iniziale incomprensione”.

Quanto accaduto fu frutto di una propaganda dell’odio portata avanti dal Partito Comunista Italiano e dai giornali di ideologia comunista, tipo l’Unità.

Per loro i profughi italiani, scampati dalla pulizia etnica portata avanti dal comunista Tito, non erano da considerare aventi diritto ad asilo. Infatti l’Unità del 30 novembre 1946 scrisse “Non riusciremo mai a considerare aventi diritto ad asilo coloro che si sono riversati nelle nostre grandi città. Non sotto la spinta del nemico incalzante, ma impauriti dall’alito di libertà che precedeva o coincideva con l’avanzata degli eserciti liberatori”.

Gioventù Nazionale Alessandria