di Pier Luigi Cavalchini
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Concludiamo il trittico sul bilancio comunale (e partecipate) con un ritorno al primo degli interlocutori, il consigliere del Movimento Cinque Stelle Domenico Di Filippo che – in questo caso – affronta le problematiche del trasporto pubblico in Alessandria.
D’altra parte, proprio in questi ultimi giorni, nei vari giornali cartacei e online, i cittadini hanno potuto leggere molte notizie sulla grave situazione di ATM. Nella relazione letta in consiglio comunale si è potuto tracciare abbastanza approfonditamente la vicenda storica ed economica dell’azienda e di questo bisogna rendere atto a presidente e membri di commissione, al di là delle singole appartenenze. I fatti derivanti dai documenti ufficiali visionati e dalle audizioni dei vari dirigenti aziendali, hanno confermato le gravi anomalie in quella che si deve definire “la non gestione” di una azienda di capitali; fatto ancor più grave se si tratta di ente pubblico, cioè – in ultima analisi – “dei cittadini”. Un’attenzione alle risorse e ai finanziamenti che sarebbe dovuta essere ben maggiore di quella normalmente impiegata nei settori privati. Purtroppo la vicenda ATM conferma il trend rilevato e ne è, in qualche modo, l’emblema.
Consigliere Di Filippo, cosa hanno rappresentato e rappresentano le aziende partecipate?
Ci si aspetterebbe un sano, legale, economico e vantaggioso strumento per garantire e fornire i migliori servizi possibili alla cittadinanza. Invece, i fatti hanno dimostrato che le aziende altro non sono che uno strumento…. prima di tutto utilizzato per cercare il consenso; cominciamo a pensare ad opere che nulla hanno a che fare con la aziendale e che normalmente dovrebbe fare direttamente il Comune.
Considerazioni un po’ forti…
Assolutamente no. Ecco alcuni esempi di sprechi o malagestione di risorse che – secondo le specifiche di Atm – avrebbero dovuto essere al servizio del trasporto e per il miglioramento dei collegamenti di questa città.
• Parcheggio di via Parma ( oltre ad evidenziare lo spreco, si nota come vengono affidati lavori importanti a chi non ne ha – forse – le caratteristiche. Le dichiarazioni che seguono sono quelle formulate dal Tribunale che si è pronunciato in seguito al ricorso dell’azienda per i problemi del suddetto parcheggio: “Sin da prima della dichiarazione di fine lavori e chiusura definitiva del cantiere, tutta una serie di difetti fu riscontrata e segnalata. Il parcheggio, parzialmente già utilizzato, è stato oggetto di attenzione del C.D.A. fin dal 2009 per i numerosi difetti riscontrati, sino alla formale richiesta all’appaltatore di farsene carico”. Come è noto , è tutto documentato nella relazione finale. A questa prescrizione, però, è stato frapposto un rifiuto. Tutto ciò diede inizio ad un’azione legale che si descrive di seguito, tutt’ora pendente.
E come va a finire questa vicenda molto italiana?
…Nel frattempo alcuni lavori indifferibili sono stati anticipati dall’azienda. Per cui attraverso il ricorso in Tribunale per l’accertamento tecnico preventivo promosso solo nel 2011 dall’ATM tramite il legale di fiducia (n. 2001/2011 R.G.), il Giudice ha nominato un Consulente Tecnico d’Ufficio, incaricandolo di rispondere alle seguenti 3 domande:
• a) accerti il C.T.U. l’eventuale sussistenza dei vizi lamentati dal ricorrente,
• b) accerti la causa dei medesimi evidenziando se siano imputabili o meno ad erronea progettazione e/o esecuzione,
• c) individui le opere necessarie per la loro eliminazione e ne quantifichi il costo.
Il CTU al termine delle indagini tecniche svolte ha presentato apposita relazione, datata 30/01/2013, riscontrando … “la sussistenza di vizi, responsabilità, opere necessarie per eliminarli e quantificazione del costo”.
Vedo che ha tanto di schema riassuntivo…Ne permette la pubblicazione?
Certo…
Verrebbe da dire con l’attore Enrico Montesano: “’n ‘apocalisse”. E, giusto per sapere, c’è altro?
Eccome…Il CTU, rispondendo alla terza domanda formulata dal Giudice, ha fatto un computo metrico estimativo delle opere necessarie ad eliminare i difetti e la valutazione del danno subito.
E cosa è venuto fuori?
Il valore totale del danno è stato quantificato in € 558.549,81 + IVA; inoltre, se fosse necessario indire una gara d’appalto, stima in ulteriori € 150.000 le spese tecniche, di sicurezza, direzione lavori, collaudi e analisi specialistiche. Infine consiglia di prevedere che la stazione appaltante debba tenere conto di spese per eventuali imprevisti, per la validazione progetto, per “accantonamenti vari “ e spese di pubblicità.
Il disastro del parcheggio di Via Parma che sta dissanguando Atm ci porta alla trsiste conclusione che di euro ce ne vorrebbero circa 750 mila – come da perizia asseverata – per renderlo proficuo.
Anzi – durante un’audizione – un ex membro del C.D.A. di A.T.M. ha affermato che il parcheggio di via Parma ha dato parecchi problemi da subito, con notevoli costi a carico di ATM e che, se fosse stato possibile, sarebbe stato auspicabile regalarlo, in quanto era un’opera nata male in partenza, eredità di precedenti Amministrazioni Comunali, costruito male e “rifilato” ad ATM. Aveva un costo di gestione di 2.000.000,00 di euro all’anno e dava entrate per 1.000.000,00 di euro. Evviva.
Ad oggi la vertenza è ancora in corso, oppure è cambiato qualcosa?
Non è cambiato nulla. Basta prendere in considerazione le assunzioni, forse promesse in campagna elettorale. Nella impossibilità di farle direttamente per mezzo del Comune si cerca di premere sulle aziende. Stucchevole come letto poc’anzi la vicenda dei 15 Ausiliari del Traffico fatti assumere da ATM in previsione di future stalli di parcheggio a pagamento.
Prima si assume e poi eventualmente si fanno i parcheggi, che gli assunti dovrebbero sorvegliare… Si faranno, sì, no, forse o forse mai. Normale, no?
In fondo qualunque imprenditore che ha in progetto una nuova fabbrica, prima di costruirla e aprirla, che fa…?, assume gli operai che vi dovranno lavorare! Secondo i baldi amministratori pubblici, funziona così!
Di questa partecipata come dicevo prima in questi giorni si è detto ormai di tutto. Ricordo solamente le criticità maggiori con i numeri relativi di euro che in questi anni sono stati spesi senza una precisa progettualità, sperando in non si sa bene cosa.
La vedo particolarmente ferrato sul problema…Ci può fare ancora qualche esempio…?
Non c’è che l’imbarazzo della scelta. Il Bike Sharing ha visto lo spreco di ben 354 mila € e oggi – semplicemente – non esiste il servizio. Se volete i numeri in dettaglio, eccoli (riprende il blocco di fogli con annotazioni e numeri, n.d.a.):
Ma possiamo ancora andare avanti…
Il portale semaforico di viale Tiziano che ha visto volatilizzare altri 291 mila €; lo possono accertare tutti gli automobilisti che transitano: è impietosamente s-p-e-n-t-o.
Ricordo, solo per onore di cronaca, che stiamo parlando solo di alcuni aspetti di un iceberg che da troppo tempo maschera le sue magagne. Abbiamo trovato documenti contabili dei primi anni Novanta dello scorso secolo con deficit di otto-dieci miliardi di vecchie lire ripianati con fatica da Comune, Regione e “provvedimenti speciali”. Anche lì, a fronte di un parco macchine obsoleto ed inquinante, di un personale più in ufficio e in officina che su strada e, soprattutto, di una cronica crisi di utenza, si è risposto solo con rinvii… E oggi tutti i nodi vengono – insieme – al pettine.
Se volete continuo…
No, no… Si fermi. Ci teniamo un po’ di spazio (e di in******ure) per una prossima volta che, di sicuro, non mancherà.