“Andiamo a Torino per combattere l’insolenza di chi fa cassa sui problemi della gente e dei territori: l’Ospedale, i servizi Sanitari sul territorio e le Terme”. A parlare così è Bernardino Bosio, attuale consigliere comunale, ma anche ex sindaco di Acqui Terme e a lungo ‘uomo simbolo’ di quel territorio, che va senza mezzi termini all’attacco dell’amministrazione regionale, e del Pd.
“Ci siamo trovati – afferma Bosio – con i Sindaci dell’Acquese e della valle Bormida alle ore 18 di mercoledì scorso per decidere le azioni condivise per la difesa dell’Ospedale di Acqui Terme e dei servizi sanitari nei nostri comuni; di fronte ad un dibattito, logicamente serrato, tra chi propendeva per una manifestazione a Torino da fare subito e chi voleva posticiparla dopo l’incontro con l’assessore alla sanità ha sconcertato l’affermazione del consigliere regionale Ottria, che ha affermato con una prepotenza indescrivibile che, se si fossero fatti i pullman per Torino, si sarebbe cancellato l’incontro con Saitta!
Ci ricordiamo le dichiarazioni giornalistiche dello stesso che conferma i comportamenti schizofrenici di chi contesta la Regione sulla Sanità e sulla questione Terme. Voglio riaffermare che la responsabilità dei danni alla sanità derivano da atti precisi del PCI, PDS, PD, piemontese. Già nel 1994, giunta Regionale Brizio sostenuta dal PDS cancello l’ASL 75 e la accorpò a Novi Ligure, con le stesse motivazioni l’attuale giunta regionale a guida PD, che Ottria sostiene a danno dei suoi concittadini, si ripete, cancellando l’Ospedale di Acqui Terme per favorire quello di Novi Ligure.
Voglio ricordare inoltre che le uniche giunte regionali che hanno salvaguardato la nostra sanità sono state la Giunta Ghigo, con la Lega in opposizione, quando con direttore generale dell’ASL 22 Giorgio Martiny, venne autorizzata la costruzione del nuovo blocco operatorio e l’implementazione dei servizi territoriali; altro importante tassello è stato portato a casa con l’Ing. Monferrino (Lega Nord) che dichiarò Ospedale Cardine Acqui Terme.
E’ ora che si inizi a difendere ciò che è fondamentale per la nostra gente, per le persone più deboli, gli anziani e le famiglie disagiate socialmente ed economicamente che non possono sobbarcarsi lunghe distanze e tempi di attesa che non sono degni di una regione moderna. Per quanto riguarda la questione Terme oggi abbiamo una crisi o occupazionale che dovrebbe consigliare più cautela nella procedura di cessione di Terme di Acqui in cui la Regione ci rimette milioni ogni anno. La situazione è sicuramente complessa: da un lato c’è la Regione che dice di voler vendere le sue quote perché è in sofferenza economica, ma chi è deputato alla vendita sta facendo ostruzionismo, per non cedere ad una Holding che non vede rispettati i suoi diritti di acquirente!
Questa società rappresenta Gruppi leader internazionali nei settori, termale, alberghiero e dell’agroalimentare, ha partecipato con fiducia ad un bando poco dettagliato e forse non troppo definito, ha fatto un’offerta concreta, vince il bando e rispetta tutte le condizioni previste e normate dallo stesso, vuole acquistare ancora oggi mercoledì 3 febbraio ma non ci riesce.. forse quasi 25 milioni per acquisire (e altri 30 di capitali diretti, senza accesso al credito) pronti per Acqui non interessano a chi a Torino ha progetti diversi per Terme di Acqui.. Lottare per il nostro futuro è un dovere”.
Sulla vicenda Terme di Acqui, ricordiamolo, recentemente FinPiemonte ha fornito una versione completamente diversa, da noi integralmente pubblicata.
Chi ha ragione?