Tutti pazzi per lo street food, un fenomeno che è sostenuto in Italia dalla presenza della rete dei mercati degli agricoltori di Campagna Amica dove è possibile acquistare senza intermediazione direttamente dai produttori cibi locali a km 0, che non devono essere trasportati da migliaia di km di distanza e garantiscono qualità e maggiore freschezza.
In questo contesto, il cibo di strada agisce come leva di marketing per la promozione di altre attività nel campo della ristorazione o per la promozione della ricchezza agroalimentare del nostro Paese.
E’ il caso di Marco Bocchio di San Giuliano che, accanto alla vendita tradizionale di carne bovina piemontese nella macelleria aziendale in provincia di Alessandria, ha deciso di lanciare sul mercato il panino del mandrogno firmato Campagna Amica.
Oppure dell’azienda Vallenostra, segnalata tra le imprese più innovative del Piemonte per il fatto che, attraverso Campagna Amica hanno incrementato la loro presenza nei mercati portando non solo il Montebore e gli altri formaggi aziendali ma anche pane e focacce e i richiestissimi Pig-Tost e P-Tost: il primo farcito con la porchetta dei maiali allevati in azienda allo stato brado e il secondo, dal dialetto p-tost ossia meglio di niente, imbottito con deliziosi presidi della Val Borbera.
Esempi vincenti di street food che sono stati presentati nei giorni scorsi al Circolo dei Lettori di Torino, per un giorno vetrina delle idee vincenti innovative del Piemonte.
Una straordinaria conseguenza dell’esperienza conseguita a Expo da Coldiretti dove il protagonismo degli agricoltori italiani è stato uno dei fattori chiave dell’esposizione universale perché ha permesso di far toccare con mano ai visitatori la realtà delle campagne italiane dove nasce il successo dei prodotti agroalimentari Made in Italy nel mondo.
E proprio a Expo abbiamo vissuto in prima persona il riscontro che la società e i cittadini hanno nei confronti della nostra Coldiretti e di quanto il “brand Campagna Amica” sia sinonimo di garanzia e rintracciabilità delle produzioni.
“Gli agricoltori sono stati il motore dell’Expo, ciò che manca è l’adeguato riconoscimento economico e sociale al lavoro nei campi – ha sottolineato il presidente provinciale Coldiretti Alessandria Roberto Paravidino – il paradosso che ci troviamo continuamente ad affrontare è dato dal fatto che tra le oltre 800 milioni di persone che mondo soffrono la fame molti sono agricoltori, a causa di una globalizzazione senza regole che favorisce lo sfruttamento e la speculazione sul cibo”.