«Il problema non è fare la cosa giusta. E’ sapere quale sia la cosa giusta»
Lyndon B. Johnson, 36º presidente degli Stati Uniti d’America
La partita Spezia-Alessandria di qualche giorno fa mi ha fatto tornare alla mente una Alessandria-Spezia del 1983. Avevo 15 anni, ero al Moccagatta con mio padre e il match aveva un significato particolare.
Se non ricordo male, ci stavamo giocando la promozione in C1, e una vittoria contro gli spezzini avrebbe spianato la strada verso la promozione (se mi sbaglio, correggetemi pure… è passato un po’ di tempo!). Il direttore sportivo dello Spezia, all’epoca, era l’ex arbitro Alberto Michelotti. Ex da non molto tempo, questo va detto. Fra poco capiremo il perché.
Ricordo anche che nella formazione Grigia c’era gente come Manueli, Sgarbossa, Scarrone, Carraro, Fratena, Camolese, Carrera. E poi c’era lui: il mitico (già allora) Angelo Adamo Gregucci.
Ebbene, quella fu una partita stregata. O meglio, guastata dall’arbitro, il signor Cazzamalli di Milano. Non lo dimenticherò mai. Sbagliò tutto. Forse, dissero poi le malelingue, per ingraziarsi il Michelotti (ancora influente nel giro degli arbitri), un omone grande e grosso che stava seduto impassibile in tribuna al Mocca, quel giorno.
L’arbitro, il Cazzamalli appunto, annullò reti regolari, vide fuorigioco che non c’erano, ammonì i giocatori dell’Alessandria senza ragione. Magari fu solo sudditanza psicologica, oppure una giornata storta. Può capitare. Tant’è, la gara finì senza vincitori né vinti, lo Spezia con quel punticino si salvò e l’Alessandria rimase in C2. Il Cazzamalli, che non fece mai carriera, uscì dallo stadio all’ora di cena, scortato dalla polizia.
Sono passati più di 30 anni (‘azz…), ma quel pareggino, una vera e propria ingiustizia, mi è sempre rimasto sullo stomaco. Almeno fino a lunedì scorso, giorno della partita Spezia-Alessandria, splendidamente “interpretata” dall’Orso Grigio.
Spezia 1 – Alessandria 2. I ragazzi di oggi hanno vendicato i ragazzi di ieri. Angelo Adamo Gregucci c’era nel 1983, e c’era tre giorni fa. Che dire? Grazie, Mister… Giustizia è fatta.