Il Nervi-Fermi verso il “Giorno della memoria 2016”

pietrasanta_memoria

“Antisemitismo e razzismo nella politica del fascismo italiano”. Questo il titolo del progetto, promosso dalla Provincia di Alessandria in collaborazione con la città di Alessandria- Assessorati al Sistema Educativo Integrato e ai Beni e Politiche Culturali, indirizzato agli studenti delle classi 5 degli istituti di istruzione secondaria di secondo grado, per celebrare degnamente il “Giorno della memoria 2016”.

Il particolare e personale coinvolgimento del Sindaco di Alessandria Maria Rita Rossa e dell’Assessore Maria Teresa Gotta, espressi nel corso della Conferenza Stampa tenutasi presso la Sala Giunta del Palazzo Comunale di Alessandria il 21 dicembre scorso, è stato pienamente condiviso dal Dirigente dell’IIS NERVI-FERMI, dott.ssa Marianeve Rossi che, come ogni anno, ha voluto aderire al progetto ospitando i professori Giampiero Armano e Agostino Pietrasanta (promotori del progetto) che hanno tenuto due lezioni frontali sul tema indirizzate agli studenti di tutte le classi quinte dell’IIS.

Attenzione e partecipazione hanno caratterizzato l’atteggiamento dei ragazzi che hanno avuto modo di conoscere come razzismo e antisemitismo in Italia siano cresciuti parallelamente allo sviluppo del fascismo fino a  trovare piena espressione nel 1938 con la promulgazione delle Leggi razziali e la conseguente persecuzione degli Ebrei fino alla loro eliminazione.

Ogni anno il progetto approfondisce un aspetto diverso, per evitare di generalizzare e di rendere il Giorno della memoria solo “formale”, ma quest’anno l’argomento affrontato, collocandosi dopo i tragici fatti di Parigi, ha toccato particolarmente le coscienze dei ragazzi .   Essi hanno seguito con interesse lo sviluppo delle vicende italiane a partire dagli anni ’20 per verificare se razzismo e antisemitismo siano stati elementi costitutivi dello Stato fascista  (prof. Armano); hanno gradito l’analisi delle ragioni culturali/ideologiche della persecuzione ebraica in Italia, nonché  del ruolo giocato in quel frangente dalla Chiesa cattolica (prof. Pietrasanta).

Di particolare impatto emotivo sono risultate le immagini relative al campo di concentramento nell’isola di Rab (Arbe) in Croazia dove furono internati circa 15 mila croati, sloveni, ebrei molti dei quali lì morirono, nel 41-42,  di stenti e per le violenze loro inferte dalle autorità militari italiane.

Gli studenti avranno modo, a conclusione del progetto, di visitare questo luogo “simbolo” insieme alla Risiera di San Sabba a Trieste, l’unico campo di internamento italiano usato come campo di sterminio per l’eliminazione di ebrei, partigiani, perseguitati politici.

Mai come in questo tempo,  hanno sottolineato i  due relatori, si sente la necessità di instaurare una sinergia di rapporti con la scuola per tenere vivi dei valori che non devono andare perduti.

E a scuola i docenti di storia hanno  riflettuto sull’attualità di questo tema  in un anno, quello appena terminato, vissuto tra crisi e speranze. L’esodo dei migranti, la guerra all’Isis e il terrorismo sono state emergenze che ci hanno colto all’improvviso; abbiamo visto innalzare muri e reticolati di filo spinato, lunghe file di disperati alla ricerca di accoglienza ci hanno riportato alla memoria eventi terrificanti che credevamo fossero confinati sui libri di storia. Hanno scosso le nostre coscienze le foto di bambini morti nel tentativo di fuggire con i loro genitori, foto che, come ha detto qualche bravo giornalista, faranno la storia come è accaduto per la bambina vietnamita con la pelle bruciata dal napalm o per il bambino ebreo con le braccia alzate nel ghetto di Varsavia.

Il 2015 è stato un anno aperto e chiuso dalle due stragi di Parigi: la carneficina di gennaio al settimanale Charlie Hebdo e le stragi del 13 novembre; un anno in cui  i sentimenti prevalenti sono stati la paura e il disorientamento, veicolo di chiusure egoistiche e particolaristiche, nonché di pericolose derive razziste.

Su questo la scuola vuole  continuare a riflettere per prepararsi degnamente alla celebrazione, il 27 gennaio prossimo, del “Giorno della memoria”: solo un’educazione rispettosa dell’altro può  generare nei nostri ragazzi comportamenti democratici che siano garanti di un futuro libero e civile.