di Tony Frisina
La festa dedicata a Santa Lucia si avvicina, manca un mese soltanto, e chissà come si presenterà quest’anno, in tempo di Covid.
Sì, perché abitualmente nei giorni che precedono la festa della Santa fino ad arrivare al 13 Dicembre la piazzetta e la chiesa sono invase da migliaia di cittadini che a diverso titolo vi si recano. Alcuni accorrono per le celebrazioni liturgiche e molti altri per antica tradizione che sfuma dolcemente tra il religioso ed il profano. Nessuno dei cittadini che accorrono qui però tralascia di portare a casa i tradizionali lacabon, i bastoncini caramellati simili a grissini, prodotti con zucchero e miele, avvolti in carta translucida.
Montagne di questi minuscoli pacchetti fanno spicco sui banchetti degli ambulanti, nel freddo delle giornate più corte dell’anno, illuminati da lampade elettriche.
Ogni persona – se nata in questa città – ha ben presente il ricordo di innumerevoli giornate di Santa Lucia trascorse in questa piazzetta fin dalla più tenera età. Perché gli alessandrini sono così… sembrano freddi e indifferenti anche di fronte a certe meraviglie; spesso mostrano (o fingono di mostrare) menefreghismo nei confronti di importanti personaggi e in mille altre occorrenze analoghe ma quando si tratta delle tradizioni è difficile che se le lascino scivolare addosso senza prendervi parte.
Santa Lucia è uno di questi momenti.
Santa Lucia è un luogo, è una chiesetta, è un momento di vita alessandrina.
Santa Lucia non è soltanto il 13 dicembre ricordato dal calendario. La settimana di Santa Lucia è un evento; è l’Evento alessandrino per eccellenza dove, come ho accennato, il sacro ed il profano si fondono insieme.
I padri, memori dei loro ricordi infantili, vi portano i loro bambini per le funzioni religiose e per acquistare loro i bastoncini deliziosi da leccare o meglio – come si dice qui – da cicè, da ciucciare… ma soprattutto per donar loro un momento magico, fatto di emozione e di calore nel pur gelido autunno già pronto a spalancare le porte all’inverno.
Il profumo del torrone – che sta cuocendo in caldaie scaldate a gas – si avverte già da lontano, complice la bassa pressione e la cappa di nebbia che sovente avvolge ed accarezza la gente, le case, i banchetti, la chiesetta.
Appena girato l’angolo – arrivando da via Milano, da via Chenna o da via del Vescovado – ecco i pochi banchetti che gremiscono per intero la piazzetta…
Occorre andarvi, sostarvi almeno il tempo necessario per qualche acquisto; è necessario fare capolino oltre il portone della chiesa o immergersi in un bagno di folla variopinta di ogni ceto e di ogni età che invade ogni angolo della piazzetta per provare una suggestione unica, emozione antica.
La chiesa è dedicata a Santa Lucia e a San Paolo e fu costruita tra il 1751 e il 1759 su un preesistente edificio di culto.
La cartolina che propongo oggi, prodotta dalle Edizioni Colombo, è stata spedita nel 1903 e mostra un gruppo di persone che staziona accanto al negozio di articoli per la casa di Pietro Carimati.
Per saperne di più:
https://mag.corriereal.info/wordpress/2014/06/15/piazzetta-santa-lucia-un-tuffo-nel-passato/