L’Autorità di Bacino chiede al Comune di Alessandria di esprimersi su “soglia” del ponte ex Cittadella e sul futuro del “nodo idraulico”

Cavalchini nuovadi Pier Luigi Cavalchini

 

Sarà anche vero che è meglio costruire ponti e non muri, che i ponti “uniscono” e si portano dietro un bonario sentimento di disponibilità e affetto… Resta il fatto che costano, ne costa la costruzione, la manutenzione, anche il loro smantellamento e smaltimento.

A partire dal 1994, quindi appena dopo l’alluvione per la sola area del ponte della Cittadella (prima e seconda “versione”) sono stati spesi più di trenta milioni di euro, con cinque complessivi per un primo approssimativo recupero del vecchio “Cittadella”, per lavori di riattamento dello stesso e delle aree prospicienti e per il definitivo smantellamento dello stesso. I venticinque restanti (o trenta, a questo punto cambia poco…) sono tutti per il Cittadella versione Meier, sperando che la manutenzione non sia a peso d’oro. Quello che proprio non ci si attendeva è che si dovessero reperire, e anche abbastanza in fretta per restare negli impegni di stanziamento dell’Autorità di Bacino, ben dieci milioni di euro che, a scanso di equivoci, per noi sarebbero ben spesi, anzi – per la verità – si sarebbero dovuti spendere prima ad edificio storico ancora presente (parliamo, ovviamente, del “vecchio Cittadella”).
Ma andiamo per ordine. Tutto deriva da una comunicazione del dottor PumaPonte cittadella Segretario dell’Autorità di Bacino che, trasmettendo un documento visibile anche sul web nella pagina dell’Autorità stessa, ci ricorda che qualche mese fa è stata fatta un’importante comunicazione ai tecnici (e forse a qualche amministratore) in merito agli interventi ancora in essere per avere una maggiore percentuale di sicurezza lungo il tratto di attraversamento della città di Alessandria da parte del fiume Tanaro.

In sostanza viene proposto l’abbassamento di due metri della soglia, chiedendo al Comune di attivarsi in merito, di esprimersi ufficialmente e, soprattutto, far pesare i propri buoni uffici a livello regionale e nazionale per gli opportuni stanziamenti. Il testo del “power point”, visto che si tratta di slides riprese da un “ppt”, parte dal 1998 e dà per scontata la conoscenza dei fatti precedenti.
Di questa parte del documento AdiBPO trattiamo in questo intervento, il prossimo sarà tutto sulle aree di laminazioni possibili.
Il preambolo, tornando al nostro “ppt”, serve giusto per fornire qualche spiegazione storica:
“2008 – servizi complementari al “Programma integrato di studi, progettazione preliminare e assistenza tecnica per la programmazione di interventi di ingegneria fluviale e relativo recupero ambientale in Piemonte nell’ambito di competenza dell’AIPo”, praticamente uno dei primi atti in cui si è cominciato a ragionare sul nodo di Alessandria considerando il prossimo abbattimento del ponte Cittadella (nel 2008 ancora pienamente nelle sue funzioni). Tutti i lavori precedenti, finanziati con circa 1500 miliardi di vecchie lire prima del 2001 e con una cifra intorno ai duecento cinquanta milioni di euro fino al 2014, furono infatti eseguiti dando per acquisito il nuovo profilo “libero” dai vecchi ponti in città. Una scelta più politica che scientifica, come vedremo in seguito, frutto di una abilità amministrativa, venata di astuzia e di buona capacità ad intessere alleanze favorevoli.
Maltempo PIEMONTE 05112011 La piena del Tanaro ore 1600 comincia a preoccupare gli abitanti di Alessandria che percorrono gli argini per vedere a che punto siamoMa torniamo a noi. E’ del 2011 – sempre secondo il “ppt” in oggetto – quello che viene definito l’ “ Atto aggiuntivo: attività di individuazione degli interventi necessari a completare la sistemazione idraulica del fiume Tanaro nel tratto in attraversamento della Città di Alessandria e le opere prioritarie del sistema di potenziamento delle capacità di laminazione nel tronco fluviale compreso tra Asti ed Alessandria.” In esso vi erano delle “Attività previste”:

A. quadro aggiornato relativamente all’assetto di progetto del fiume Tanaro nel tronco compreso tra Asti e Alessandria
B. Progetto preliminare di completamento della sistemazione dell’alveo e dei sistemi arginali del fiume Tanaro nel tronco di attraversamento della città di Alessandria.
C. Studio di fattibilità del sistema di casse di laminazione delle piene a monte della Città di Alessandria
D. Progetto preliminare delle casse dei laminazione delle piene a monte della città di Alessandria.”

Anche di questo sapevamo poco, comunque la proposta di progetto di massima che ci troviamo di fronte – nel 2015 – è di fatto la ripresa delle attività B, C, D.
Addentriamoci nei dettagli. “A seguito delle piene 1994 e 2000, il bacino del Tanaro è stato oggetto di molteplici studi (principalmente da parte dell’Università di Genova e Padova)”
“Il modello fisico ha permesso in particolare di stimare, con prove a fondo mobile, una riduzione di ca. 30 cm dei livelli idrici abbassando la soglia del rimosso ponte della Cittadella di ca. 2 metri”. Apparentemente nulla di particolare, se non che mai – prima .- si era fatto esplicito riferimento alle risultanze delle prove eseguite in più occasioni a Boretto di Reggio Emilia sia in condizione di fondo fisso che “mobile”. Interessante sapere – finalmente- che abbassando la soglia di due metri ca. si otterrebbe un beneficio, a parità di piena , di meno trenta centimetri… e non è poco.

Nell’aprile 2009, ad esempio, si sarebbe ottenuta una “luce” a ‘piena’ completa di quasi un metro in media e, con l’apertura dell’ultimo varco (la famosa decina arcata, effettivamente esistente) si sarebbe arrivati anche a meno 150 centimetri. Poi, volendo continuare su questa china ed anticipando ciò che verrà comunicato nella seconda “puntata”, con un sistema opportuno di tre aree di laminazione a monte della città, si sarebbe ottenuto – sempre in ‘piena massima’ – una luce di due metri e mezzo abbondanti. … Praticamente non ce ne saremmo neanche accorti. Avremmo ancora il nostro ponte – valutato oggi (se ricostruito) in circa duecento milioni di euro – e, volendo, un nuovo ponte (benissimo anche il “Meier” ) sull’altro fiume, la Bormida. …Bastava volerlo. O, meglio, era sufficiente essere capaci di fare buone scelte politiche e non scegliere “scorciatoie” dando per scontato l’impossibilità di arrivare alla costruzione delle aree di laminazione controllata.
Andiamo avanti, però, che il bello deve ancora arrivare…
“Gli scriventi (cioè i rappresentanti degli studi di cui sopra), nell’ambito dell’attività A , hanno individuato gli interventi necessari al completamento della sistemazione idraulica del fiume Tanaro nel tratto di attraversamento della città di Alessandria: portata di riferimento Q 200 = 3414 m3sec (evento 00587 modello di propagazione di GE)” (…)
“E’ stato allo scopo implementato il modello idraulico bidimensionale BASEMENT per valutare gli effetti indotti:
.-. dall’abbassamento della soglia dell’ex ponte della Cittadella
.-. dalla realizzazione delle Casse di Laminazione di Rocchetta Tanaro
.-. dalla realizzazione della Cassa di Laminazione a monte di Alessandria”
“Sono stati eseguiti ulteriori approfondimenti locali con modello idraulico monodimensionale per ottimizzare l’effettivo abbassamento della soglia”.
Le premesse sono allettanti, quindi vediamo di che si tratta. “Lo studio è stato eseguito a partire dal modello di propagazione delle piene del fiume Tanaro da ceva alla confluenza in Po, già redatto dall’Università di Genova nell’ambito del programma di “Monitoraggio del fiume Tanaro” del 2003 utilizzando le onde di piena ottenute con il modello morfologico-Montecarlo realizzato dall’Università di Padova.” Bene…

Procediamo. “Con il modello così implementato , sono state effettuate simulazioni di tutti quegli eventi che presentassero un periodo di ritorno duecentennale in almeno una delle sezioni principali nel tratto Alba – Alessandria.” (per il dettaglio delle immagini rimandiamo a questa pagina).

aipo_a
“Come evento con T®=200 anni si è fatto riferimento all’evento siglato “00587” ottenuto dal modello idrologico dell’Università di Padova, che dà luogo alla massima portata al Ponte della Cittadella”
(situazione desumibile dal diagramma in fig. A).

Ciò che però colpisce di più, sia per il fatto che i media non ne hanno praticamente parlato, sia perché tutta quanta la proposta di interventi non è ancora passata all’esame delle commissioni competenti, è che esiste tanto di cartina dettagliata delle aree interessate dall’eventuale area a esondazione controllata, che riportiamo in fig. B (quelle in giallo sotto Solero e quella grande, in rosso, nelle dirette vicinanze della città.

Aipo_B
Infatti, per quanto riguarda la sezione “B” di cui si trattava più sopra: “Progetto preliminare opere di completamento della sistemazione dell’alveo e dei sistemi arginali del fiume Tanaro nel tronco di attraversamento della città di Alessandria (segue dettaglio).

aipo_C
Il modello numerico ha permesso di valutare gli effetti delle diverse ipotesi di assetto di progetto, ciascuna verificata in relazione all’evento con T®200 (con un tempo di ritorno due centennale)

.1. L’abbassamento della soglia dell’ex ponte della Cittadella
.2. La realizzazione delle Casse di Laminazione a Rocchetta Tanaro
.3. La realizzazione della Cassa di Laminazione a monte di Alessandria

La soglia era necessaria per la salvaguardia del ponte ormai demolito, al fine di stabilizzare il fondo e proteggere dallo scalzamento le pile: ora che il ponte non c’è più , la soglia non solo non svolge più la sua funzione, ma un effetto sulla corrente di piena con un innalzamento dei livelli a monte.” E fin qui niente di nuovo …
“Si è valutato anche che un abbassamento di un ulteriore metro della soglia oltre ai due metri, non induce una sensibile differenza in termini di abbassamento del livello” .

Bene. Si comincia a fare sul serio … “L’abbassamento della soglia dell’ex ponte della Cittadella implica una modifica dell’assetto del fondo dell’alveo del fiume Tanaro nel tratto a monte della soglia stessa: è necessario un intervento di stabilizzazione delle sponde con un’adeguata opera di fondazione che mantenga l’attuale condizione di stabilità delle opere realizzate” . In pratica è come incominciare un puzzle, in cui ogni pezzo deve trovare la sua sistemazione e, se si altera qualcuno degli elementi, immancabilmente si verificano conseguenze, anche sostanziali. In questo caso bisognerà adeguare uscite delle fognature o degli scarichi attualmente operanti tra i due ponti e, soprattutto, evitare l’ “effetto rigagnolo” del fiume. Per correttezza, infatti, si ipotizzano tre alternative di progetto in relazione all’abbassamento della soglia: “.1. Mantenimento della soglia alla quota attuale; .2. Abbassamento della soglia di circa due metri (quota 85.30 m s.l.m ) ; .3. Abbassamento della soglia di circa 3,2 metri (quota 84.10 m s.l.m.)”
E qui viene il passaggio più significativo con definizione della soluzione scelta: “Abbassamento della soglia dell’ex ponte della Cittadella: soluzione “2”, ossia demolizione dei primi 2 m in sommità, fino al raggiungimento della quota assoluta di 85,30 m s.l.m. (come stabilito dall’Università di GE ed a seguito del modello fisico)
L’assenza di intervento non conseguirebbe gli obiettivi di riduzione dei livelli; un abbassamento maggiore implicherebbe lavorazioni più impattanti e non giustificate dall’ulteriore riduzione di livello.
Adeguamento delle difese arginali a monte della soglia: tipologia “C” , ovvero realizzazione di una difesa di sponda in grossi massi intasati di terreno vegetale e rinverditi”. L’eventuale “ignavia” , forse auspicata da qualcuno viene duramente stigmatizzata:
“L’assenza di intervento sarebbe inaccettabile poiché non cautelativa ai fini della stabilità delle sponde e delle opere di difesa esistenti, che non è detto siano compatibili con il massimo abbassamento atteso del fondo; tipologie di rivestimento più semplici non offrirebbero le stesse garanzie di stabilità delle sponde.”
Opere da realizzare in dettaglio (verrebbe da dire… quando?)

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E a coronamento di tutto il discorso che, ricordiamo, è solo la prima puntata di quello che si sta rivelando ben più di una informazione di servizio si prevedono due distinti interventi:
“-.- l’abbassamento della soglia esistente posta in corrispondenza dell’ex ponte Cittadella (demolito nel 2009 ed attualmente in fase di ricostruzione secondo il progetto dell’architetto Richard Meier) e più precisamente mediante demolizione dei primi due metri in sommità (dalla quota media attuale di 87,30 m s.l.m. a quota 85,30 m s.l.m.”.

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“.-. la protezione di entrambe le sponde antistanti le strutture di difesa esistenti tra il ponte ferroviario e la soglia stessa, tramite la realizzazione di una scogliera dotata di diaframma in jet-grouting antierosivo al piede a salvaguardia delle opere esistenti in vista dell’inevitabile abbassamento dell’alveo del fiume Tanaro.
L’intervento si sviluppa per ca. 870 m lineari, in sponda destra, nel tratto compreso tra il ponte Tanaro e la soglia dell’ex ponte della Cittadella.

Si prevedono 3 sezioni tipo, in funzione della differente tipologia delle difese esistenti, che presentano tutte la stessa struttura lato fiume (muro su diaframma) , pur con quota superiore per le sezioni tipo “D” e “Dvar”: la tipologia della difesa spondale è pertanto la medesima per l’intero tratto ed è costituita da una scogliera in massi (800-2000 kg) di altezza costante pari a 2.80 m inclinazione 2:1, spessore 1,50 m , provvista di una pista in sommità in misto stabilizzato di larghezza 2.50 m e spessore 0.25 m .; la scogliera viene poi intasata con terreno vegetale e rinverdita con l’inserimento di talee di salice.
Il piede della scogliera è a quota 85,30 m s.l.m. (sez. tipo “D”), a salire verso monte (sez. tipo “Dvar” e “C”), così da essere sempre parallelo alla “ciabatta” del muro.”. Ma guardate un po’ quante cose stiamo imparando … peccato che nessuno ci avesse mai detto nulla e che, di fatto, la comunicazione in oggetto rischiasse di fare la fine della famosa perizia del dott. Ing. Luigi D’Alpaos, ricomparsa nel 1999 solo quando i dati di fondo avevano subito le giuste “regolazioni”.

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Giusto per avere una panoramica dell’insieme ecco anche l’altra sezione:

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Le slide successive, ritornando all’immagine di apertura, si concentrano sulle eventuali ripercussioni di un intervento del genere giungendo a queste conclusioni:
“Le indagini preliminari non hanno rilevato criticità né in termini di interferenza con le opere progettuali né con la viabilità di accesso da usarsi in fase di realizzazione.
La linea elettrica per l’illuminazione del muro esistente è posta ad una quota superiore rispetto all’area di cantiere e potrà anche essere utilizzata ai fini di cantiere.”
“In corrispondenza della soglia si è fatto riferimento all’assetto finale di spostamento delle varie reti esistenti (trasmissione dati, media e bassa tensione ecc. …) sul nuovo ponte Meier: l’effettiva posizione dei sottoservizi a seguito di tali spostamenti dovrà comunque essere riverificato in fase di progettazione definitiva.”
“L’accesso alle aree di cantiere sarà possibile secondo le modalità consuete (seguono dettagli modalità, che qui omettiamo ma visibili, come molte altre illustrazioni nel link segnalato sopra).
Per ultimo, diamo un’occhiata al piano economico che, anticipando di qualche giorno quello che verrà comunicato sulle costituende nuove aree di laminazione (di circa quindici milioni di euro ciascuno, a meno che si cambi il tipo di approccio complessivo alle opere, e di questo ne accenneremo a fondo articolo) si presenta in modo altrettanto netto con una spesa che va oltre i dieci milioni di euro:

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In Francia, Belgio e Olanda le stesse tre aree di laminazione controllata a cui si faceva sopra riferimento verrebbero confezionate con maggiore rispetto dell’ambiente, mantenendo e, anzi, incrementando la “naturalità” dell’insieme, a costi tre volte inferiori, raggiungendo al massimo il costo di 15/16 milioni di euro per tutte e tre gli impianti con una regimazione a controllo di circa cinquanta milioni di metri cubi di acqua. Ma, come abbiamo detto, ne riparleremo.