Bianco, alto, forte e condannato a morte

Spettabile redazione,

ho appreso dai mezzi di informazione che l’8 Dicembre si svolgerà a Montechiaro d’Acqui (AL) la “Fiera del Bue Grasso” (http://www.sagrepiemonte.it/locandina.php?evento=Fiera-del-Bue-Grasso-a-Montechiaro-d%27Acqui-AL-il-08-12-2015&id=32825Bianco come la neve, alto come le montagne, forte come la forza per lavorare i campi. Il Bue Grasso – Re della tavola, Signore dei campi e delle colline del Monferrato e delle Langhe – ogni anno rinomato e osannato, esposto come un gioiello nelle fiere regionali… La Polisportiva Montechiaro – in collaborazione con il Comune, gli esercizi commerciali di Montechiaro e dei paesi limitrofi, le associazioni di categoria degli allevatori, agricoltori, trasformatori e trasportatori – si sta preparando per continuare nella tradizione della festa del “Bue Grasso” del prossimo 8 dicembre e per accogliere espositori, allevatori e turisti… Si svolgerà il pranzo del “Bue Grasso”, durante il quale si potrà gustare e degustare la cucina tipica piemontese con il bue grasso al centro dei piatti e in tutte le sue declinazioni. Contestualmente, i ristoranti del paese proporranno un pranzo della tradizione eno-gastronomica locale a prezzo convenzionato”.

Per allietare la giornata e forse renderla meno macabra, ci saranno mercatini natalizi e dei prodotti tipici, dimostrazione di bocce, sbandieratori, musici, mostra fotografica, tavola rotonda sull’agricoltura biologica. E’ chiaro che una simile “festa” ha un risvolto puramente economico. L’economia del Piemonte si regge in buona parte su allevamento e macellazione dei bovini e il Bue Grasso è una razza considerata da secoli l’orgoglio di tale mercato di sfruttamento. Questa fiera non è longeva come le altre fiere piemontesi del settore ma è nata nel 2001 ed è l’unica in provincia di Alessandria. Ho guardato il video relativo a quell’edizione nel quale si celebra in pompa magna la neonata manifestazione  https://www.youtube.com/watch?v=lbIP4OemKTc Ho visto animali legati, incatenati, costretti a stare il luoghi contro la loro volontà in mezzo a un caos di voci e rumori: tutto perfettamente a norma, anzi, elogiato come benessere animale. A prescindere dalle considerazioni che le persone intervistate facevano degli animali, sempre definiti come “prodotto” e “carne” e mostrati con orgoglio a pezzi in pentole e piatti, mi ha colpito il commerciante che ha chiuso il video. Riferendosi a Tyson, bue “fiore all’occhiello” che ha vinto quell’edizione, e ai suoi allevatori ha detto: “E’ un fenomeno che mangia di continuo e digerisce. Cresce 3 chili al giorno… E’ arrivato a 13 quintali in circa 4 anni. E’ prossimo alla macellazione per Natale…. Noi da questa gente dovremmo copiare per dire: facciamo bene alla società”.

Se non fosse che si parla di allevamento e macello, verrebbe da sorridere. Dal 2001 a oggi qualche passo avanti è stato fatto, sia nella diffusa percezione della sofferenza animale, sia nella consapevolezza che la produzione di carne non è poi così tanto un “bene” per la società. Salute a ambiente ne fanno le spese, senza contare ovviamente il massacro animale.

Chissà se dopo 14 anni la fiera di Montechiaro risentirà delle recenti notizie della Organizzazione Mondiale della Sanità… Il consumo di carne è visibilmente in crisi: sono le stesse associazioni di categoria ad ammetterlo ma anziché adoperarsi per trovare nuove soluzioni, si arroccano ossessivamente su posizioni passate e soprattutto sorpassate.

A prescindere dalla motivazione etica, che per me resta imprescindibile perché ritengo che nessun animale debba essere mangiato, invito chi opera per far funzionare questo sistema di morte cioè “gli esercizi commerciali di Montechiaro e dei paesi limitrofi, le associazioni di categoria degli allevatori, agricoltori, trasformatori e trasportatori” a impegnarsi a rivedere i cardini attorno cui fare ruotare l’economia. Non è semplice ma bisogna decidersi a iniziare perché il futuro del pianeta non è certo assicurato dal consumo di cibo animale, col dispendio di risorse che esso richiede. Soprattutto è in forte crescita una sensibilità che porta a guardare gli animali per ciò che sono veramente: esseri senzienti con il diritto alla vita. Chi li considera tali non parteciperà mai alla fiera di Montechiaro d’Acqui, non acquisterà quella carne, non la ordinerà nei ristoranti. Forse si sta aspettando il momento in cui queste persone saranno così numerose da dare il colpo di grazia a questo tragico mercato ma io mi auguro che chi opera nel settore sia lungimirante al punto da trovare soluzioni che soddisfino il produttore, il consumatore e soprattutto gli animali.

Cordiali saluti.

Paola Re – Tortona (AL)