A distanza di più di 21 anni dalla terribile inondazione del 6 novembre 1994 che ha causato quasi 70 vittime lungo il corso del Tanaro e danni (con successive richieste di risarcimenti, pari a 1.200 miliardi di vecchie lire per la parte “Lavori Pubblici” per il solo territorio comunale alessandrino) è più che doveroso procedere ad una verifica di quanto è stato fatto e di ciò che deve essere ancora messo in opera.
La serata del 4 dicembre 2015 (ex Taglieria del Pelo, ore 21) sarà l’occasione per fare il “punto della situazione riguardo il Nodo Idraulico di Alessandria”, per verificare quanto effettivamente riusciranno a sopportare le difese arginali di nuova costruzione e, soprattutto, se sono maturi i tempi per procedere ai lavori inerenti le aree di laminazione controllata, così come richiesto nel PAI e, vista la presenza dello stesso ing. D’Alpaos a conclusione della serata, nella perizia ordinata dalla procura della Repubblica all’indomani dell’alluvione al suddetto professore dell’Università di Padova.
Probabilmente si farà riferimento ad alcuni passaggi controversi di tutta la storia che ha interessato questa parte di città, dalle variazioni di parametri che hanno portato a cambiamenti nella definizione delle quantità di piena attendibili (ora tornate inferiori a 3800 mc/sec), alle caratteristiche, all’effettiva influenza e ai costi inerenti la costruzione di opere a monte della città finalizzate a diminuirne il deflusso di piena. Il taglio scelto è quello rigoroso della tecnica ingegneristica e della conseguente corretta predisposizione di atti amministrativi congrui ed efficaci, cercando di rispondere a tutte le domande e alle perplessità che, sicuramente, emergeranno nel corso del dibattito.
La nostra Consulta, ormai al terzo anno di attività, si è posta – pertanto – l’obiettivo di riepilogare tutti i lavori svolti al fine di una maggiore sicurezza, i loro costi, le loro ufficializzazioni tramite decreti ministeriali, i relativi piani di bacino e delibere e/o determine comunali, per certificare (e apprezzare) quanto è stato fatto , evidenziando contestualmente ciò che resta da fare. Si è anche tentato uno “sforzo unitario”, fra tutte le associazioni presenti nella Consulta, lasciando alla forza dei numeri e delle dimostrazioni l’indicazione dei migliori percorsi possibili.
Gli incontri della “Consulta Organizzazioni “no profit” Ambiente – Protezione Civile” si tengono con scadenza mensile presso la Sala Giunta del Comune di Alessandria alla presenza di Assessori e dirigenti competenti per argomento. “Qualità dell’aria”, “Piano Urbano della Mobilità Sostenibile” e, ultimamente il “Piano di Attuazione Energia Sostenibile” oltre a molte altre tematiche (tra cui la “migliore gestione delle aree verdi”) sono fra gli argomenti
affrontati nel corso dell’ultimo anno di impegno che, si ricorda, è del tutto gratuito e volontaristico con valore esclusivamente consultivo.
Facciamo un po’ di cronistoria:
La costruzione del ponte Cittadella iniziò nel 1889 e fu da lì a breve inaugurato il 18 dicembre 1891. Sottoposto a tutela storico-culturale, il suo ruolo divenne centrale dopo la grave esondazione di 17 anni fa (siamo al 2011), preludio alla redazione da parte dell’Autorità di bacino del PS45 prima e del PAI dopo, dove per il tratto urbano del Tanaro in città, furono individuati interventi di riduzione locale delle condizioni di rischio che comprendevano l’adeguamento dei ponti esistenti per favorire il potenziamento delle capacità di deflusso rispetto alla portata della piena di progetto.
Con il Dl 28 agosto 1995 n.364 “Ulteriori disposizioni a favore delle zone alluvionate nel novembre 1994” (convertito con modificazione nella legge 27 ottobre 1995 n.438) furono stanziati fondi da utilizzare per le opere necessarie per fare fronte alla situazione determinata dagli eventi dell’anno precedente.
In particolare, con il Dm n.Tb/1308 del 5 agosto 1996, il ministero dei Lavori Pubblici ha trasferito alla Regione Piemonte un finanziamento di 48.422 milioni di lire, di cui 15.000 sono stati destinati all’Anas (all’epoca proprietaria del manufatto) per la ricostruzione del ponte della Cittadella, in ragione “dell’alto livello di pericolosità indotto”. (48 miliardi di vecchie lire ca.).
Nel 1997 la proprietà passa al Comune di Alessandria, con l’onere di dare inizio alla ricostruzione, Comune che provvede a richiedere al competente Comitato di Settore per i Beni Ambientali e Architettonici l’autorizzazione alla demolizione.
Una lunga storia di decisioni attese e prese (Nota prot. 14087/1045 del febbraio 2001), ricevendo un espresso diniego (nota n.25594 del 19 dicembre 2001). Successivamente la stessa richiesta è stata reiterata, ma sempre con esito negativo. Durante tutto il tempo trascorso dal 2001 al 2008 l’Autorità di bacino ha più volte ribadito la propria valutazione sull’inadeguatezza della struttura e la necessità di un suo adeguamento, nonché che ogni ritardo nell’assunzione dei provvedimenti per adeguare il ponte avrebbe inevitabilmente potuto determinare effetti negativi.
Verso la fine del 2006 Aipo ha acquisito i risultati ormai definitivi degli approfondimenti commissionati sull’assetto idraulico del Tanaro in corrispondenza del centro di Alessandria. Da questi è ribadita la necessità di intervenire sul Cittadella “in ragione dell’attuale incompatibilità idraulica del manufatto, che rende assolutamente inadeguate le difese spondali e arginali del tratto di corso d’acqua a monte del ponte fino a quello della ferrovia e oltre”.
È anche evidenziato che gli interventi di potenziamento della capacità di laminazione a monte, non hanno significativo effetto sulle portate di piena ad Alessandria e, pertanto, non consentono di ottenere benefici tali da risolvere la criticità indotta dal “Cittadella ”.
Infine si rileva che l’eliminazione della soglia del ponte e la riconfigurazione dell’assetto planimetrico e altimetrico dell’alveo nel tratto a monte, se pure potrebbero migliorare le condizioni di deflusso in corrispondenza del ponte nel tratto urbano, non consentono tuttavia il raggiungimento della compatibilità del manufatto per la portata di riferimento definita nel PAI in 3800 metri cubi al se – condo.
Di conseguenza l’Autorità di bacino (nota Prot. N.6302 del 2 dicembre 2006) richiede formalmente al Comune di predisporre e trasmettere la verifica di compatibilità idraulica, assegnando un termine di 45 giorni.
Il 15 marzo 2007 l’Amministrazione informa del conferimento di un incarico professionale per la redazione di uno studio di fattibilità di carattere preliminare. Il 7 novembre, la nuova giunta, insediata pochi mesi prima, approva la predisposizione di un progetto di demolizione del ponte e di ricostruzione del nuovo.
Nei giorni 20, 21 e 25 agosto 2009 la società Arkaia (Archeologia & Ambiente) ha effettuato, su incarico del Comune di Alessandria e con la direzione scientifica di Marica Venturino (funzionario competente della Soprintendenza per i Beni archeologici del Piemonte), l’assistenza archeologica alla demolizione delle pile del ponte della Cittadella.
L’area nei secoli è sempre stata un punto di passaggio del fiume e, pertanto, a rischio per quanto riguarda l’esistenza di manufatti anteriori all ’allora esistente con particolare riguardo al ponte immediatamente precedente risalente alla fine del ‘700. Era formato da otto pile in mattoni con lati brevi in conci di pietra e da due spalle di testa che sorreggevano complessivamente nove arcate a sesto ribassato. Alla base si trovava inoltre una briglia con la sommità rifinita in mattoni, ma interessata da consolida – menti in cemento, che inglobava le pile e comportava un innalza – mento del piano di imposta di circa 2,5-3 metri.
Lo studio archeologico di Arkaia
Per comodità è stata adottata la numerazione delle pile come da progetto, partendo dal lato Cittadella per procedere verso la città. Secondo le prescrizioni della Soprintendenza sono state conservate due arcate, non demolendo la pila 1 e 8. Secondo quanto imposto da Aipo, inoltre, la demolizione si è arrestata alla quota della testa della briglia. Durante l’intervento si è constatato che le pile non racchiudevano al loro interno, nella porzione dell’elevato, alcun elemento preesistente. Soltanto la numero 3, in un piccolo saggio praticato al di sotto della quota di rasatura prefissata, coincidente con la quota della testa della briglia, presentava, inglobato, un elemento strutturale in lapidei legati da malta. “Potrebbe riferirsi – si legge nella relazione di Arkaia – a una delle pile del ponte precedente che era stato edificato in pietra, oppure alle strutture relative al meccanismo della saracinesca che, sbarrando le acque del fiume, permetteva l’allagamento del fossato della Cittadella”.
La demolizione
Protocollo d’Intesa finalizzato alla demolizione del ponte Cittadella e al più tempestivo ripristino del collegamento tra le due parti della città di Alessandria attraverso la costruzione di un nuovo ponte, stipulato il 31 luglio 2009 tra Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della Protezione Civile, Regione Piemonte, Provincia di Alessandria, Comune di Alessandria, Autorità di Bacino del fiume Po, Agenzia interregionale per il fiume Po.
• Accordo di Programma approvato con Deliberazione del Consiglio Comunale n. 126/382/877/2101N il 16 dicembre 2009.
• Successivamente alla sottoscrizione dell’Accordo di Programma il Rup (responsabile unico di progetto, Ing. Marco Neri) ha ritenuto di declassare il progetto Meier da definitivo a esecutivo per consentire l’adeguamento alle modifiche normative sopravvenute.
• Il progetto è stato approvato con Deliberazione della Giunta Comunale n.212 il 28 luglio 2010.
• Con Determinazione Dirigenziale n.1637 del 12 agosto 2010 sono state indette le procedure di gara (appalto integrato mediante procedura ristretta).
• Il Bando di Gara (oltre soglia europea) è stato pubblicato con il rispetto di tutte le forme di rito (G.U. Unione Europea – G.U. Repubblica Italiana – Albo Pretorio Comunale)
• La scadenza per la presentazione delle richieste di partecipazione è stata prevista alle 12 del 9 settembre 2010.
• La procedura di prequalifica si è svolta alle 15 del 9 settembre 2010; sono state accolte 25 domande di partecipazione su un numero totale di 26 richieste.
• I 25 soggetti qualificati sono stati invitati a presentare la documentazione.
• Il 14 ottobre 2010 è stata effettuata la procedura di valutazione delle 19 offerte pervenute (2 escluse su una graduatoria di 17, le prime 5 sono risultate in anomalia). Ai concorrenti che hanno presentato offerte anomale sono stati formalmente richiesti giustificativi.
• Al termine delle procedure di valutazione delle anomalie previste dal Codice dei Contratti, il Rup ha ritenuto non oggettivamente accoglibili i giustificativi delle offerte dei primi 2 concorrenti (Castaldo – Consfer Ruscalla). Dal 31 luglio 2009 al 14 luglio 2011
• Con Determinazione Dirigenziale n.283 del primo marzo 2011 è stata effettuata l’aggiudicazione provvisoria al Raggruppamento temporaneo di imprese Argo-Cimolai.
• Il Decreto Sindacale n.20 del 28 marzo 2011 ha individuato come Rup l’Ing. Nicola Sirchia in sostituzione di Marco Neri.
• Consfer-Ruscalla ha presentato ricorso al Tar Piemonte il 6 aprile 2011 contro il provvedimento di aggiudicazione provvisoria.
• Con Determinazione Dirigenziale n.543 del 12 aprile 2011 è stata formalizzata l’aggiudicazione definitiva (comunque operante ope legis) al Rti Argo-Cimolai.
• Con Sentenza del Tar Piemonte n.00560/2011 del 26 maggio 2011 è stata dichiarata l’improcedibilità del ricorso presentato da ConsferRuscalla per sopravvenuto difetto di interesse.
• Il 14 luglio 2011 consegna dell’ordine di servizio dei lavori.
Pier Luigi Cavalchini