di Tony Frisina
Una delle molteplici particolarità che riguardano alcune antiche cartoline è costituita dal cosiddetto ritocco fotografico. Questa tecnica la ritroviamo in molti esemplari che rappresentano luoghi e immagini della città di Alessandria e che – per diversi motivi – sono stati ripubblicati proprio dopo l’esecuzione di accurati e mirati ritocchi fotografici.
Dopo aver condotto studi ed approfondimenti sull’argomento, sono giunto alla conclusione che un ritocco fotografico può essere stato eseguito per le seguenti motivazioni;
– per eliminare dall’immagine persone o altri particolari indesiderati che, per diversi motivi, il committente non gradiva;
– in conseguenza al cambiamento (anche per motivi politici) dell’aspetto del luogo fotografato;
Occorre evidenziare che da una primo approccio non risulta chiaro il motivo per cui, al fine di rappresentare l’immagine aggiornata (reale), in diversi casi si sia fatto ricorso al ritocco invece che semplicemente all’esecuzione di nuovi scatti fotografici. A mio parere, la supposizione più logica mi sembra possa essere una motivazione di carattere economico, in quanto alle ditte produttrici di cartoline di quel tempo, probabilmente era maggiormente conveniente far eseguire il delicatissimo lavoro di ritocco piuttosto che inviare sul luogo un fotografo per eseguire nuovi scatti.
Un curioso particolare che salta all’occhio osservando le diverse edizioni di cartoline che propongono come soggetto lo stesso scatto fotografico, sono le nuvole. Quasi sempre sono fasulle ed in moltissimi casi sono disegnate in maniera diversa nelle diverse edizioni.
Nel corso di questa puntata voglio presentare una cartolina che è stata pubblicata su un mio lavoro editoriale di qualche anno fa.
La si può trovare riprodotta in Quaderno Alessandrino, pubblicazione uscita nel 2015 per festeggiare gli Ottanta anni di Attività della Pasticceria Gallina di Alessandria.
Il soggetto in questione mostra l’entrata del Dopolavoro SAVES, sito in Borgo Cittadella e attualmente sede del Dopolavoro della Cassa di Risparmio di Alessandria. Si tratta di una cartolina nel formato 10 x 15, con bordi frastagliati, stampata dalla Ditta Fotocelere di Torino per conto della Cartoleria Oneto di Alessandria e spedita nel 1950.
Nella mia collezione esiste un’analoga cartolina – nel più antico formato 9 x 14, con bordi lisci – stampata nel 1942 dalla stessa Ditta e pubblicata per conto della stessa Cartoleria.
Ad un occhio superficiale o disattento sfuggirebbe che in realtà i due tipi sono dissimili per diversi particolari che ora andremo ad analizzare.
Mi preme però sottolineare che le due cartoline postali siano state realizzate utilizzando un unico scatto fotografico, ovvero la stessa immagine.
Quella più vecchia rappresenta l’esatta realtà di quel luogo in quel preciso istante; sono infatti visibili le insegne del Partito Nazionale Fascista proprio sulle colonne dell’ingresso e che recano trasversalmente le lettere SAVES (Società Anonima Vitale e Sacerdote). Inoltre, questa scritta è preceduta dalle lettere N.D. (non si vede la “O” che necessariamente precede la coppia di lettere visibili in quanto non inquadrata. (O.N.D. sta a significare Opera Nazionale Dopolavoro).
Nella cartolina omologa, al posto dell’acrostico O.N.D. si legge C.R. (Circolo Ricreativo).
Dalla facciata volta verso l’ingresso il ritocco ha cancellato la scritta “Ricordare e prepararsi” e la firma che segue: “M”.
Le didascalie delle due diverse cartoline indicano infatti ciò che ho appena raccontato.