Qualora non intervengano cambiamenti nella qualità dello sviluppo, l’economia della provincia di Alessandria presenta condizioni di mantenimento di un contesto sviluppato. Lo scenario di base dell’economia mostra infatti condizioni di modesto continuo declino demografico ma anche di sostanziale tenuta dell’economia provinciale. L’economia, in sostanza, tende al consolidamento e non allo “shock”. Nonostante questo, si deve considerare che se permangono le condizioni di base in termini di popolazione, la provincia di Alessandria perderebbe circa il 20 per cento della popolazione residente in trent’anni, con le conseguenze che questo potrebbe comportare rispetto a diversi settori.
Si possono tuttavia tracciare diversi scenari di evoluzione, basati sulla capacità degli operatori del territorio di agire su un molteplice numero di variabili, che fortunatamente siamo in grado di controllare.
Parte da questi presupposti lo studio “+30 Gli sviluppi possibili. Una simulazione ad agenti per individuare gli scenari evolutivi dei prossimi trent’anni in provincia di Alessandria”, che individua il “dove possiamo andare” agendo in diversi modi su alcune variabili.
L’analisi è stata promossa da Confindustria Alessandria, con il suo Ufficio Studi, ed è stata realizzata dal professor Giuseppe Russo di Step Ricerche e Direttore Centro Einaudi, con i suoi collaboratori Giulia Mutto e Davide Ritaccio.
I risultati dello studio sono stati presentati mercoledì pomeriggio ad Alessandria, nel corso di un convegno organizzato da Confindustria Alessandria in occasione della Settimana della Cultura d’Impresa indetta da Confindustria in tutt’Italia dal 10 al 20 novembre, ed alla quale Confindustria Alessandria partecipa per la quattordicesima edizione consecutiva, fin dal primo evento del 2002.
“In questi ultimi anni – ha spiegato Andrea Tomaselli, Vice Presidente di Confindustria Alessandria in apertura del convegno – l’incertezza determinata dalla crisi economica ha spinto sia gli operatori industriali che quelli istituzionali a muoversi con orizzonti sempre più brevi. Eppure tutti sappiamo che i risultati importanti, soprattutto quelli che coinvolgono sistemi complessi, richiedono molta preparazione ed una esecuzione determinata e protratta nel tempo. Per questo Confindustria Alessandria, con il supporto della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria e della Fondazione Cassa di Risparmio di Tortona, ha voluto allungare lo sguardo in avanti, cercando di cogliere le variabili più influenti sullo sviluppo di lungo termine del nostro territorio. La conoscenza di queste variabili e dei loro effetti fornisce un sistema di orientamento utile tutti i giorni, quando si viene chiamati a prendere decisioni e si voglia considerare qualcosa in più dei soli risultati a breve termine”.
Lo studio è stato realizzato utilizzando dati statistici socio-economici esistenti ed è stato integrato con i risultati emersi da un questionario sottoposto alle imprese di Confindustria Alessandria.
Tra i risultati di particolare interesse, lo studio evidenzia che, in un contesto di bassa crescita, la popolazione alessandrina tenderà a decrescere nei prossimi trent’anni, il che vincolerà parzialmente anche le dinamiche economiche. L’economia della provincia, tuttavia, dimostra di avere doti di resilienza, principalmente basate sulla sua elevata propensione a produrre merci e servizi che vengono utilizzati e venduti fuori del proprio perimetro amministrativo.
Le principali minacce, nel lungo periodo, sono portate da due fattori: un tasso di laureati inferiore alla media sia regionale che nazionale, che vincola l’innovatività del tessuto economico, ed in secondo luogo, una elevata vulnerabilità all’impoverimento del tessuto distrettuale. In altri termini, se si impoverissero le relazioni interne, l’effetto sul Pil (prodotto interno lordo) sarebbe di quelli più che proporzionali.
Gli autori dello studio ritengono pertanto che i fattori attorno ai quali dovrebbero ruotare le politiche virtuose dovrebbero essere orientati ai seguenti risultati: a) il miglioramento delle relazioni intersettoriali locali, al fine di promuovere relazioni che creino competitività e valore; il modello “distrettuale” crea valore; b) il miglioramento delle relazioni tra sistema finanziario e sistema economico reale.
Le interviste alle imprese hanno rilevato come questo sia un punto di debolezza percepito dal sistema economico locale, e il modello ha dimostrato che la capacità di investire il risparmio in attività reali sia fondamentale; c) il miglioramento della percentuale di giovani laureati e, in generale, l’attrazione e l’impiego locale di talenti; d) lo sviluppo di progetti innovativi che abbiano una importante dimensione di proiezione esterna dell’output.
L’inchiesta rivolta alle imprese ha peraltro rivelato che le imprese tendono a privilegiare l’innovazione incrementale sull’innovazione radicale e che l’innovazione nel marketing e nelle vendite sia un’ambizione da raggiungere; e) la riduzione dei costi unitari di generazione delle nuove imprese. Nella simulazione di futuri scenari possibili, lo studio mostra che lo sviluppo non è precluso; la crisi non ha eroso le caratteristiche di resilienza dell’economia della provincia di Alessandria, e che il progresso è possibile, ma occorre imprimere una piccola deviazione “alla norma”. Il che, affermano gli autori dell’analisi, è normale.
Nel capitalismo il progresso segue sempre deviazioni alla norma, che gli innovatori producono nel sistema. E’ questo il momento degli innovatori: sia nelle imprese, sia nelle istituzioni.
“Lo sviluppo del nostro Paese – ha commentato Luigi Buzzi, Presidente di Confindustria Alessandria introducendo l’incontro – in particolare il futuro della nostra Provincia, naturalmente ci sta molto a cuore. Oggi vi invitiamo a partecipare ad un viaggio nel futuro: vogliamo guardare lontano per seguire lo sviluppo del territorio nei prossimi 30 anni. Questo convegno, organizzato da Confindustria Alessandria nell’ambito della Settimana della Cultura d’Impresa di Confindustria, offre, attraverso uno studio basato su analisi rigorose e metodi di simulazione avanzati, un contributo alla collettività per una maggiore conoscenza delle prospettive e degli scenari economico-sociali prossimi futuri. Tema quanto mai attuale e di utilità per progettare e, ci auguriamo, costruire insieme uno sviluppo virtuoso del territorio nei prossimi anni”.
All’inizio del convegno è stato proiettato un video, a cura di Amapola, con interviste ai cittadini ed ai portatori di interesse della provincia di Alessandria.
I risultati dello studio sono stati presentati da Giuseppe Russo di Step Ricerche e Direttore Centro Einaudi.
Ha fatto seguito una tavola rotonda, sui dati emersi e sugli scenari, moderata da Fabio Pavesi (Il Sole 24 Ore). Sono intevenuti: Luca Paolazzi (Direttore Centro Studi Confindustria); Maria Rita Rossa (Presidente Provincia di Alessandria); Luigi Serra (imprenditore, Vice Presidente esecutivo Luiss “Guido Carli”).
“Investire sulla conoscenza, sulla formazione – ha sottolineato Luigi Serra – non lo considero un’opzione, ma una necessità. Le istituzioni, o per dirla in modo più semplice, tutti coloro che hanno a cuore il destino di una comunità, dovrebbero considerarlo prioritario, ed ineludibile. Così, avere il più possibile una chiara visione degli eventi e delle potenzialità di un territorio, o di una comunità, è un segno di lungimiranza da parte degli imprenditori, dei membri di governo anche locali e perfino dei comuni cittadini. Non significa essere visionari (anche se dovremmo recuperare la piena accezione positiva di questo termine, un po’ logorato dall’uso), ma positivi, ottimisti, razionali: significa provare a ragionare insieme su cosa potrà accadere, per poi agire di concerto conseguentemente, da vera comunità attiva”.
Ha tratto le conclusioni del convegno Susanna Cichero, Vice Presidente di Confindustria Alessandria: “E’ sempre stato il sogno di tutti predire il futuro – ha osservato Susanna Cichero – avere la bacchetta magica per poter fare le scelte giuste. Il nostro convegno “+30” rappresenta un po’ questo, solo non è magico: è un modello statistico, uno strumento concreto basato su numeri ed indicatori rappresentativi della nostra provincia, dell’iniziativa imprenditoriale, del livello di scolarizzazione e di quanti altri fattori possano incidere sullo sviluppo economico di un territorio. Di nuovo, siamo tra i primi ad aver sviluppato un simile strumento: l’auspicio è che possa essere replicato nel resto d’Italia, per stimolare decisori politici e cittadini a collaborare per il raggiungimento degli stessi obiettivi”.