E’ urgentemente necessaria, dato il perdurare della crisi socio-economica, una sostanziale modifica dell’impostazione complessiva delle politiche di welfare e che sia subito introdotta una concreta misura di contrasto organico alla povertà.
I Comuni devono quanto prima avere, su tutto ciò, competenze chiare e precise responsabilità, occorre infatti e subito definire un vero e proprio Piano Nazionale di contrasto alla povertà, che abbia quali caratteristiche strutturali:
– L’individuazione della condizione di POVERTA’ e di una precisa ‘soglia di povertà’;
– la previsione di una presa in carico dei soggetti destinatari degli interventi di sostegno finchè non escano dalla condizione di bisogno, sia pure individuando limiti temporali nell’erogazione di tali interventi;
– la configurazione di una misura ‘attiva’, che preveda cioè la responsabilizzazione del beneficiario attraverso la sottoscrizione di un “patto della comunità”; un tale obiettivo è raggiungibile solo consegnando un ruolo centrale, in termini di ‘regia’ e di interventi, in capo alla rete integrata dei servizi sociali, condizione essenziale per mettere in rete tutte le azioni di sostegno, ottimizzare le risorse, evitare sovrapposizioni e diseconomie.
Si sta lavorando affinchè lo strumento di intervento previsto (Reddito per l’inclusione Attiva/RIA). sia sollecitamente attuato e reso permanente.
Le misure, inoltre, si rivolgono ai nuclei familiari, escludendo le povertà estreme, sempre più ampie, che uniscono alla povertà la solitudine e l’assenza di una rete familiare di riferimento; ricordiamo anche il sostegno alla condizione abitativa a contrasto delle relative situazioni di disagio.
Si ritiene altresì opportuna la revisione delle tab. ISTAT, oggettivamente superate da situazioni fino a ieri inedite; l’ISEE da solo è ormai strumento inidoneo a misurare la povertà, anche se la proposta di RIA affianca all’ISEE la valutazione di altri elementi, quali ad esempio, carichi familiari e disagio
abitativo. Sono invece necessari altri strumenti in grado di valutare più precisamente gli stili di vita, da individuarsi con il coinvolgimento dei COMUNI; sono i Comuni l’osservatorio privilegiato della condizione complessiva dei propri cittadini.
Anche sulla base dell’esperienza della sperimentazione della Carta Acquisti nelle Città, si ritiene necessario calibrare in modo più adeguato, attraverso criteri più raffinati, la ripartizione su base territoriale delle risorse finanziarie disponibili, nonché potenziare la comunicazione ai cittadini e gli strumenti di accompagnamento dei possibili beneficiari degli interventi.
I Comuni hanno quindi un ruolo sempre più fondamentale.
Quale ulteriore misura di contrasto alla povertà, va infine potenziata la strategia del recupero di cibo. Si è reso evidente come la crisi acuisca le già preesistenti disuguaglianze alimentari. I Comuni hanno accresciuto relazioni pratiche e innovative per allargare il sistema di acquisizione e successiva distribuzione di beni alimentari, ma non dispongono di strumenti normativi che agevolino il pieno recupero delle derrate alimentari dalla distribuzione commerciale e dalla ristorazione. Occorre quindi una specifica normativa, anche per il recupero di altri beni, quali ad esempio i libri.
In conclusione: il Comune è l’ente istituzionale per eccellenza su cui ri-costruire basi più solide del nostro vivere.
Il mio impegno per consolidare questo.
*Presidente Commissione ‘Riforme Istituzionali’ Anci nazionale