L’indice della produzione industriale in prrovincia di Alessandria nel secondo trimestre 2015 registra +1,6% rispetto a un anno fa (secondo trimestre 2014). Il dato è di poco inferiore alla media piemontese (+2,2%).
Questa è la sintesi di quanto emerge dalla 175ª indagine congiunturale sull’industria manifatturiera realizzata da Unioncamere Piemonte in collaborazione con gli uffici Studi delle Camere di Commercio piemontesi. La rilevazione ha coinvolto 158 imprese industriali della provincia di Alessandria, per un numero complessivo di 5.633 addetti e un fatturato complessivo di 1,7 miliardi di euro (€ 1.700.933.825).
“I segnali positivi ci sono, anche se manca ancora una spinta decisa e costante verso una ripresa solida”, commenta Gian Paolo Coscia, Presidente della Camera di Commercio di Alessandria. “La micro-industria è molto in difficoltà, e anche la piccola industria – sebbene in misura minore – e questo mi preoccupa se penso al tessuto tradizionale della nostra imprenditoria, fatto di realtà di ridotte dimensioni. Rilevo però, parallelamente, che la struttura imprenditoriale sta mutando nel tempo a favore delle società di capitali, e questo mi conforta nel pensare che si sta gradualmente rafforzando la nostra stessa idea di impresa, che viaggiando su binari sempre più globali tende a cambiare e adattare la propria ossatura alle nuove sfide. Da parte nostra siamo impegnati a vivere la presente fase di incertezza istituzionale come una sfida. Una sfida da accogliere in positivo per dimostrare nei fatti che le Camere di Commercio sono componenti utili del sistema e, anzi, rappresentano già oggi un comparto di Pubblica Amministrazione che funziona”.
Produzione industriale: analisi per settore e classe dimensionale dell’industria
Analisi macro:
Settorialmente, l’andamento della produzione industriale è soddisfacente: più della metà dei dati di media è positivo, con una buona performance complessiva dell’industria alimentare (+6,4% – media sostenuta dalla positività del dato sulla grande industria alimentare) e due negatività equivalenti e contenute: gioielleria (-2,6%) e “altre industrie manifatturiere” (-2,6%);
Sotto il profilo della classe dimensionale, due ottimi risultati, rispettivamente, per la media industria (+6,8%) e per la grande1 (+7%) affiancati dalla lieve negatività della piccola industria (-1,2%) e da quella più incisiva della micro-industria (-4%).
Analisi in dettaglio:
La grande industria alimentare segna il dato più elevato: +13%, mentre la micro-industria chimica quello più basso (-13,3%);
I due settori delle industrie chimiche e delle industrie metalmeccaniche segnano complessivamente buoni risultati: rispettivamente, +3,6% e +3%, e al loro interno registrano il secondo e terzo dato più elevato delle risultanze (+11,2% industrie metalmeccaniche, +8,2% industrie chimiche);
La micro-industria, come già rilevato, registra la performance di classe peggiore, trainata al ribasso dal -13,3% dell’industria chimica;
La piccola industria contiene positività e negatività accentuate che sostanzialmente ne bilanciano il risultato complessivo portandolo a una lieve negatività (-1,2%). Al proprio interno la piccola industria contiene il secondo e terzo dato più negativo delle risultanze: altre industrie manifatturiere -8,8%, gioielleria -6,6%.