Frutti e buoi dei dolori tuoi

Spettabile redazione,

ho appreso dal sito web del Comune di Frascaro che Domenica 20 Settembre a Frascaro (AL) si svolgerà “Frutti e buoi dei paesi tuoi”. “… un appuntamento dedicato a grandi e piccini, occasione imperdibile per un ritorno alle nostre origini. Naturali protagonisti saranno i prodotti di eccellenza delle nostre terre, straordinaria risorsa frutto delle tradizioni contadine e dei sapori di una volta, vero e proprio patrimonio culturale da difendere e valorizzare. Lo scopo di questa festa è quello di far conoscere soprattutto ai bambini gli animali della fattoria… galline, anatre, oche, conigli, asini, buoi e tanti altri animali da cortile”. Ci saranno anche passeggiate sui pony, cavalli, lama e alpaka e, nel rispetto del nome della mostra, i buoi che traineranno un carro con il pubblico adagiato su di esso: le fotografie presenti sul sito del Comune e sulla locandina ritraenti gli sfortunati schiavi a quattro zampe sono deprimenti.

Ho letto il regolamento della fiera

Non ho capito quali fossero gli “animali rari e curiosi” e all’articolo 2 si scopre che a essere “rari e curiosi” non sono gli animali bensì i cibi “Negli spazi fieristici sarà ammessa l’esposizione dei seguenti prodotti: (…) B) Animali da cortile, allevamento e compagnia. C) Cibi tradizionali, rari e curiosi (…)”

Forse il Comune di Frascaro ha avuto un po’ di difficoltà a tracciare una linea di demarcazione nel binomio animale-cibo. O forse no, visto il menù della fiera e CHI sarà mangiato: galletto, coniglio, salmone, cinghiale e il disgraziato bovino ridotto a fassone. Interessante notare che gli animali sono nell’elenco dei “prodotti” e che anche in questa fiera si insiste sulla granitica usanza di distinguere gli animali con un “da”: in questo sono molto pià avanti bambini e bambine che spesso vedono negli animali “da affettare” animali “da affezione”, in barba a ciò che le persone adulte insegnano.

Quel che è peggio del Regolamento è che non riporta traccia di cura e attenzione per gli animali: non sono citate le parole “tutela”, “benessere” degli animali, ignorando che a quella fiera essi alloggeranno, loro malgrado, per un’intera giornata ingabbiati, legati, incatenati, recintati. Esporre animali o “prodotti” non è certo la stessa cosa: si può discutere di area espositiva, posteggi, assicurazioni, tasse, canoni e sanzioni ma nulla dovrebbe essere più importante degli animali che in questo baraccone purtroppo sono ridotti a oggetti di compravendita, come nella peggiore tradizione schiavista.

Se “lo scopo di questa festa è quello di far conoscere soprattutto ai bambini gli animali della fattoria” , chi la organizza deve fare i conti col fatto che per conoscere gli animali, bisogna vederli liberi da gabbie, recinti, corde e catene, osservarli nei loro comportamenti, ed eventualmente interagire con parole e gesti, altrimenti dica le cose come stanno cioè che la fattoria è l’anticamera del macello da cui fuoriescono i cibi che il pubblico infantile mangerà alla fiera. E’ una brutta verità ma è meglio una brutta verità di una bella bugia. Diversamente da ciò che accade a Frascaro, esistono luoghi, chiamate “fattorie” in cui gli animali sono liberi. Uno di questi è Ippoasi, Fattoria della pace nella Rete dei Santuari di Animali Liberi in Italia che accoglie animali salvati da allevamenti, macelli, laboratori di sperimentazione animale: qui gli animali vivono e muoiono felici, attorniati dall’amore sincero e incondizionato di chi li cura. I santuari e i rifugi per animali nel mondo sono tanti ma mai abbastanza per salvare tutte le vite che meriterebbero di essere salvate tuttavia funzionano bene, fanno progetti didattici, sono aperti alle visite del pubblico e insegnano una convivenza interspecifica sia tra animali che tra esseri umani e animali nel segno della pace e della nonviolenza. Questi sono i luoghi in cui gli animali si conoscono per come sono veramente e nulla hanno a che fare con squallide fiere di bestiame, fiere-mercato o altri simili appuntamenti che contengono già nel loro nome il vulnus.

A Frascaro ci rifaremo con la parte vegetale della fiera che prevede l’esposizione di piante da frutto, ortaggi, fiori antichi e rari e mostra pomologica con oltre 200 varietà di mele e pere.
Il Comune di Frascaro dovrebbe avere il buon senso e la ragionevolezza di guardare avanti e far prendere a questa fiera un’altra strada, quella del mondo vegetale, nel rispetto degli animali che non sono oggetti, non sono ingredienti ma esseri senzienti.
Le cose che si possono fare sono parecchie e non necessitano di enormi risorse umane, finanziarie e strumentali ma di un’apertura mentale che è ora di avere tutti e tutte, a partire dalle istituzioni che dovrebbero dare sempre e comunque il migliore esempio di civiltà.

Cordiali saluti.

Paola Re – Tortona (AL)