di Tony Frisina
Nella rubrica della scorsa settimana – sicuramente trascinato dalle emozioni – mi ero spinto nella narrazione di ricordi che si riferiscono alla mia lontana infanzia e ad un momento particolare che mi aveva visto protagonista, presso quella che tutti i bambini di allora chiamavamo la fontanella dei Giardini. Dire protagonista è però esagerato; il termine più corretto dovrebbe essere co-protagonista.
Il soggetto della cartolina a cui mi riferisco, che è stata spedita nel 1962, è la famosa e purtroppo ormai demolita vasca in cemento, con zampilli, presso i Giardini pubblici; questa settimana la voglio pubblicare di nuovo assieme ad un’altra cartolina appartenente alla stessa epoca (spedita nel 1959) che ritrae, almeno in parte, l’altra vasca in cemento che – in posizione simmetrica rispetto al viale – conteneva sabbia.
Le due vasche, molto simili per costruzione – se non identiche – erano circondate da uno spazio anch’esso circolare che ospitava diverse panchine.
Per onorare appieno lo scopo di questa rubrica mi sembra giusto riproporre e descrivere meglio la cartolina pubblicata la scorsa settimana, che ritrae il manufatto appena citato.
Qui parlo di manufatto, ma dovrei usare altri termini, in quanto questa vasca – per noi ragazzini degli anni ’50 – aveva un’anima, possedeva qualcosa di magico, e non pareva potesse essere opera dell’uomo ma frutto di una nascita per partenogenesi in quel meraviglioso angolo dei giardini.
La cartolina in questione è prodotta nel classico formato – ormai in uso negli anni ’50 – di centimetri 10 x 15. È stata realizzata dalle Edizioni C.S.C. e stampata dalla Eurobrom – Milano, utilizzando una fotografia in bianco e nero poi colorata artificialmente. Quanto appena asserito risulta evidente anche a chi, pur sprovveduto, non si interessi di cartoline d’epoca. I colori – peraltro evidentemente fasulli – sono intensi in alcune zone e assenti o quasi percettibili in altre parti dell’immagine. Questo era era lo stile dell’epoca, la tecnologia di quegli anni, che ha caratterizzato chissà quanti milioni di cartoline in tutta Italia e nel mondo.
L’altra cartolina che qui viene pubblicata ritrae la seconda vasca, quella che conteneva la sabbia e nella quale qualche rara volta ho pur giocato. Soltanto qualche volta, in quanto la sensazione di avere la sabbia nei sandaletti o peggio ancora in altre parti del corpo finiva per essere così sgradevole da sopravanzare il divertimento che il gioco poteva procurarmi.
Erano davvero belli i nostri giardini pubblici in quegli anni.
Frotte di ragazzini e di bambini vi sciamavano arrivando da ogni parte della città e giocavano nei mille modi consentiti… ma solo sui vialetti. Se si osava per caso calpestare un’aiuola erano grossi guai. Come avviene nell’evocazione di ectoplasmi nella stessa maniera si materializzavano le gatte, i vigili urbani… ed erano dolori…
Osservando la seconda cartolina si può constatare che fare giri in bicicletta era il divertimento che andava per la maggiore, ma si giocava anche a mosca cieca, a pallone, a prendersi e in molti altri giochi che ormai le nuove generazioni hanno abbandonato o completamente dimenticato.
Questa cartolina ha i bordi frastagliati e anche se al verso reca un timbrino che indica Fotokolor Kodak Ektacrome, pare trattarsi di fotografia scattata in bianco e nero e colorata artificialmente. La cartolina era prodotta dallo Stab. Grafico Cesare Capello – Milano e distribuita dalla Cartopiemonte – Alessandria.
Raramente mi reco ancora ai giardini pubblici ma il più delle volte ci transito e osservo ciò che resta di quel luogo incantevole e fatato.
Bambini non ce ne sono più. Le uniche presenze sono strani individui in altrettanto strani atteggiamenti. Se si è fortunati, ma non occorre tanta fortuna e neppure aspettare troppo tempo, si possono ammirare tra quei distinti signori scambi di minuscoli pacchetti e di banconote… sotto l’occhio vigile delle telecamere…
Quanto tempo è passato da quando, seduti al tavolino presso il Bar Cangiassi, un inappuntabile cameriere in guanti bianchi ci serviva il gelato in coppa!
In Pretura – Sorpresi a compiere atti di sodomia nei giardini pubblici venivano arrestati alcune sere fa certi Tortolini Rodolfo di Francesco, d’anni 27, abitante in via Caraglio 14 e Poggio Enrico di Giovanni, d’anni 23, abitante in Via Verona 15. entrambi comparvero martedì in Pretura. Il Poggio è stato condannato e tre mesi e dieci giorni di reclusione, il Tortolini a mesi quattro e quindici giorni di reclusione con la condizionale.
[IL PICCOLO (Cronaca e Processi) – Anno I – N. 34 – Alessandria, 5 Dicembre 1925]