“Provi a passarci più volte nel corso della giornata e della serata, in via Dossena, e poi mi dica cosa vede. L’altro giorno ho pubblicato su facebook anche un video, segnalandolo a diversi politici locali: ma perché, quando si è fatta una stupidaggine, non si può avere almeno la forza di riconoscerlo, e di correggere il tiro? Via Dossena così non funziona: è morta. E finiranno col far morire tutto il commercio alessandrino, senza uno straccio di idea o progetto”. Simone Lumina, titolare del negozio di abbigliamento Il Barbiere di Rio, e da un anno ormai anche socio del Mephisto di Lu Monferrato, è una persona trasparente, e straordinariamente vitale: “ecco, magari diciamolo che sono un ottimista e uno che ama divertirsi, perché altrimenti chi non mi conosce pensa che io viva in perenne ‘incazzatura’ o depressione: non è così, e diversi degli amministratori locali che critico sono anche amici miei, da una vita. Però questo non è un buon motivo per tacere di fronte a certe scelte sciagurate”. Proviamo, allora, a raccontare Alessandria dal punto di vista di un commerciante che ama questa città, ci vive e lavora da sempre, e da sempre prova anche a cambiarla. Ma ci facciamo raccontare anche il ‘lato B’ del personaggio, ossia il Lumina ‘by night’: chiunque abbia avuto occasione di frequentare il Mephisto di Lu Monferrato dalla riapertura ad oggi sa bene di cosa stiamo parlando….
Lumina, partiamo da via Dossena, che a lei proprio non piace….
Non è che non piace a me: poiché è quasi sempre deserta, temo di dover constatare che non piace agli alessandrini, purtroppo. E le lamentele dei miei colleghi della via, e delle zone limitrofe, le abbiamo ascoltate in più occasioni. Non capisco perché l’amministrazione di Palazzo Rosso, quando commette un errore, anziché prenderne atto e correggere il tiro (sarebbe normale: nessuno è infallibile), si ostini ad ignorare la realtà. Via Dossena pedonale (e oltretutto rifatta male: è brutta!) è un danno per tutti: ne prendano atto.
Di recente lei ha partecipato ad un dibattito sul commercio insieme al sindaco, e alle associazioni di categoria: ha fatto il bastian contrario anche lì?
Ho detto quel che penso, come sempre. In realtà ormai sono molto più pacato di un tempo, non mi arrabbio più e cerco di ragionare con tutti. Le associazioni di categoria del commercio, rispetto alle quali sono assolutamente un battitore libero, però qualcosa in più potrebbero farlo, anche sul piano legislativo…
Ad esempio?
Basterebbe chiedere la corretta applicazione della legge regionale sulle attività commerciali del dicembre 2012: invece tutti bellamente la ignorano, e gli outlet continuano ad operare e prosperare in violazione della normativa vigente, che fissa invece paletti ben precisi sulle tipologie di attività consentite, pena anche la chiusura. Ma quando mai: a certi colossi neanche una multarella….
Il commercio cittadino invece come va?
Il centro di Alessandria è morto: ma vi ricordate corso Roma, o via San Lorenzo, trent’anni fa, e le vedete oggi? Lo so, è cambiato il mondo: ma forse c’è anche una serie di responsabilità da parte di chi questa città l’ha gestita, a livello di amministrazione pubblica e non solo. E quel che è peggio è che all’orizzonte non si vede uno straccio di progetto davvero innovativo….
Si parla molto di ampliare la Ztl, chiudendo l’accesso delle auto al centro cittadino: lei è contrario?
Non sono contrario alla Ztl per principio, anzi vorrei che quella attuale fosse fatta rispettare di più e meglio. Però ogni progetto deve essere applicato con razionalità: ampliare la Ztl ad Alessandria, senza aver prima previsto un sistema di parcheggi e di trasporto pubblico integrato e funzionante (autobus, navette, biciclette e quant’altro) sarebbe una follia. La morte definitiva del commercio alessandrino in centro. Ma scusi: lei ci verrebbe a piedi dagli Orti o dal parcheggio di Mc Donald’s fino in corso Roma per fare acquisti? Lo capirebbe anche un bambino che non può funzionare. Il trasporto pubblico poi, con ATM in queste condizioni, ve lo raccomando…
Nonostante il contesto, Lumina, lei però non solo non lascia, ma raddoppia. Dallo scorso settembre ha affiancato alla sua attività di abbigliamento in centro ad Alessandria il rilancio del Mephisto, storico locale di Lu Monferrato, ‘tempio’ della buona musica e del divertimento. Esperienza positiva?
Bellissima, sono felicissimo e lo rifarei cento volte. Naturalmente l’input è imprenditoriale: ho 52 anni, e nessuna voglia di arrendermi al declino di cui abbiamo parlato, per cui con altri due soci mi sono buttato in questa avventura. Che mi ha restituito entusiasmo e passione..
Che musica si fa al Mephisto?
Metal e blues (entrambi di alto livello) sono i nostri pilastri: ma siamo davvero convinti che la musica sia una fusione di divertimento e cultura, e siamo aperti ad ogni tipo di sperimentazione, e contaminazione. Siamo aperti tutti i week end dell’anno, comprese queste settimane estive, a partire dall’aperitivo in terrazza: naturalmente fino alla mattina seguente, o quasi!
Su tre soci, almeno uno è di Lu?
No, siamo tutti e tre stranieri, si fa per dire. Ma il paese ci ha davvero accolti benissimo, c’è un rapporto splendido: del resto lì comincia il Monferrato, e c’è una tale ricchezza di fermenti culturali di ogni tipo, dall’architettura delle chiese all’enogastronomia, che è davvero uno spettacolo e un privilegio poterci gestire un’attività. E poi parliamo di un marchio come il Mephisto…
Chi sono oggi i vostri clienti?
Di tutte le età, dai venti ai sessant’anni e oltre: arrivano per lo più dal triangolo Alessandria Casale Valenza, ma dipende dal ‘richiamo’ dei singoli artisti. Abbiamo clienti, e ormai anche amici, che arrivano da Varese, Como, Genova, Torino, Milano e dintorni. L’altro giorno abbiamo ospitato un’intera compagnia di Magenta per un compleanno: ci hanno ‘scoperti’ grazie al web, e sono rimasti affascinati. E credo anche soddisfatti.
Quanto conta oggi il web per la promozione di un locale?
E’ fondamentale, soprattutto sul fronte social, facebook prima di tutto: costruisci una comunità, la informi in tempo reale e gratuitamente, crei dibattito…
Potendo citare un solo artista per tutti, eletto simbolo di questa prima stagione al Mephisto?
Omar Pedrini, senza alcun dubbio. Per più di una generazione lui è stato una star: eppure è una persona alla mano, divertente, ironica. Non ‘se la tira’ neanche un po’ insomma, e da noi ha fatto un’esibizione coi fiocchi. Si capiva che ci stava bene, era a casa.
Ogni tanto i clienti del Mephisto ammirano anche Simone Lumina in alcuni riusciti travestimenti…
(ride, ndr) Riusciti spero di sì, io almeno ci provo. Il fatto è che mi diverto veramente, e credo che questo le persone lo percepiscano, e che sia contagioso. C’è un gran bisogno di divertirsi e stare un po’ spensierati oggi, almeno per qualche ora: e noi ci proviamo. Ma a volte mi travesto anche qui in negozio, al Barbiere di Rio. I clienti più affezionati lo sanno!
Ettore Grassano