Giustizia e misericordia [Il Citazionista]

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La famiglia Fassi

di Andrea Antonuccio.

«D’ora in avanti, quello che accadrà tra la nostra famiglia e la moglie e le figlie del signore arrestato, resterà solo una questione nostra, e della nostra coscienza»
Piero Fassi, La Stampa, 26 luglio 2015

Dalla vicenda di Maria Luisa Fassi, la tabaccaia di Asti uccisa a coltellate nel suo negozio da Pasqualino Folletto, emergono diversi spunti di riflessione che possono colpire la sensibilità di ognuno di noi.

In primis, la pietà per una madre di famiglia uccisa in un modo così crudele e stupido. A seguire, la maldestra idiozia di un uomo che tenta una rapina (misero bottino: 800 euro) per far fronte alle necessità della famiglia, dopo aver perso più di 11 mila euro ai video poker.

Infine, c’è un terzo aspetto da valutare, ed è forse il più misterioso. E’ legato alla pietà umana, che nelle sue forme più compiute riesce a considerare tutti i fattori di un problema. Non solo quelli più immediati.

Si tratta della misericordia (esiste un altro termine?) della famiglia Fassi. Di Piero Fassi, papà di Maria Luisa, che ha offerto il proprio aiuto alla famiglia dell’assassino della figlia. “Abbiamo saputo che quest’uomo (Pasqualino Folletto, ndr) ha una figlia malata. Purtroppo. Nel nostro piccolo, se vorrà, faremo ciò che è nelle nostre possibilità per rendere meno dolorosa e solitaria la sua sofferenza. La sua famiglia, uccisa anch’essa da un gesto folle, non ha colpa per quanto è successo”.

La famiglia Folletto: una moglie, due gemelli nati nel 2008 e una bimba di 11 anni, quest’ultima affetta da una rara malattia genetica. E poi lui, Pasqualino, che per colpa di un gesto atroce e insensato, oltre che pianificato, non potrà più fare il capofamiglia.

“La misericordia è una giustizia che ricrea”. Così aveva detto, in un’assemblea universitaria negli Settanta, una studentessa di Milano che, di lì a poco, avrebbe perso il senno. Forse per il peso che queste parole possono avere su una persona profonda, o forse per altri motivi. Eppure, matta o no, quella ragazza aveva detto una cosa che vale la pena ricordare ancora adesso.

Sgombriamo il campo dagli equivoci. La giustizia dei tribunali deve discernere e punire, non può fare altro. Ma la giustizia del cuore può anche permettersi di perdonare chi ha colpa, e aiutare chi non ce l’ha. Tanto di cappello alla famiglia Fassi, che ha fatto un gesto così cristiano, da essere profondamente umano.