L’importante è (non) partecipare [Il Citazionista]

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di Andrea Antonuccio.

«L’importante non è vincere ma partecipare. La cosa essenziale non è la vittoria ma la certezza di essersi battuti bene»
Pierre de Coubertin

La procura di Cremona, per mano di Roberto Di Martino, l’uomo che nel 2011 “scoprì” il calcioscommesse del terzo millennio, ha firmato la richiesta di rinvio a giudizio per diversi personaggi sportivi che ancora oggi ricoprono ruoli di primo piano nel calcio italiano.

Tra gli altri (i rinviati a giudizio sono ben 104), il ct Antonio Conte, il capitano della Lazio Stefano Mauri e l’allenatore dell’Udinese Stefano Colantuono, tutti in attività; a seguire, Cristiano Doni e Beppe Signori, non più protagonisti sul campo.

L’inchiesta, durata quattro anni, ha regalato al procuratore Di Martino anche una bella pallottola calibro 7,65 con messaggio allegato: “Ti facciamo saltare in aria”. Come nei processi veri, quelli di mafia, camorra e ‘ndrangheta. E poi dicono che in provincia non succede mai niente.

Ben assortito l’elenco dei reati. Si va dall’associazione a delinquere fino all’avvelenamento doloso, passando per il riciclaggio e la frode sportiva. Avvelenamento doloso: giuro, questa non l’avevo mai sentita.

Sorvolando sul calcio, non nuovo a queste simpatiche marachelle, fa specie apprendere che il procuratore Di Martino ha anche chiuso l’inchiesta sulle scommesse nel mondo del tennis. Tra gli indagati, anche le nostre glorie nazionali Potito Starace e Daniele Bracciali.

Insomma, lo sport sano, leale e pulito è morto da un pezzo. Noi però facciamo finta di niente e continuiamo a illuderci che sia tutto vero. La realtà è che tutto (sì, secondo me tutto) è ormai un tarocco, un falso, un “posticcio”. Come il capello miracolosamente ricresciuto di Antonio Conte, ct della Nazionale (mica l’allenatore del Nardò, con tutto il rispetto), rinviato a giudizio per frode sportiva. Ma a nessuno importa un granché… che si vinca, perbacco, e poi tutti giù in strada a fare festa.

Alla faccia di quel povero illuso di de Coubertin.