“Oggi sono stata a visitare una struttura privata di eccellenza, che con soli 200 dipendenti esporta e gestisce rapporti ad alto livello in tutto il mondo. Qualcuno ha davvero il coraggio di sostenere che, con 670 dipendenti a libro paga, il comune di Alessandria non può svolgere al meglio le proprie attività?”. E ancora: “siamo in una nuova fase, per Alessandria come per il Paese, ed è tempo che ognuno si assuma le proprie responsabilità: ricordo che, in base alla nuova legge Madia sulla riforma della pubblica amministrazione, i dirigenti che non se la sentono di svolgere un determinato ruolo, o non ne sono in grado, possono anche tranquillamente rientrare nei ranghi, come funzionari. E i funzionari possono assumere incarichi dirigenziali”.
Sono le 8 di sera di un tranquillo venerdì di paura, per il comune di Alessandria. L’atmosfera a Palazzo Rosso è incandescente, e non solo per ragioni climatiche.
Il sindaco Rita Rossa però è in ‘esterno’, parla con noi al telefono e in sottofondo c’è frastuono: è chiaro che la sua giornata di lavoro non è ancora finita, e che l’articolo pubblicato la mattina stessa da La Stampa, con cui i tre generali della guardia reale (o così tutti pensavamo fino a ieri), Zaccone, Neri e Minetti, si sono lanciati in un accorato grido di dolore (“Mancanza di personale, carico di lavoro elevato”), minacciando non già le dimissioni, ma la ‘remissione dell’incarico’, ha lasciato il segno. Sembrano voler dire, i tre ‘ribelli’: caro signor sindaco, poichè nelle nostre mani ci sono bilancio (Zaccone), lavori pubblici (Neri) e comunicazione (Minetti, nelle sue diverse articolazioni, dall’ufficio stampa agli eventi), fai un po’ i tuoi conti e facci sapere che intenzioni hai. Anche se nelle ore precedenti, va sottolineato, gli stessi dirigenti hanno cercato di evidenziare che “non ce l’abbiamo certo col sindaco, è un problema organizzativo interno”. Con, tra l’altro, un curioso ‘sdoppiamento’ di identità, poichè il dirigente del personale che dovrebbe affrontare la questione è lo stesso Antonello Zaccone, uno dei tre ‘sulle barricate’.
Ma attenzione: chi ieri adombrava un possibile ‘gioco delle parti’ (magari per dare il via a nuove assunzioni) potrebbe doversi ricredere. E la stessa troika dirigenziale, a quanto pare, farà i conti da lunedì con una Rita Rossa determinata, e ‘a muso duro’.
“Se in giro ci sono bambini che vogliono giocare – ci dice il sindaco – hanno sbagliato momento, e luogo. In tre anni abbiamo salvato l’ente e la città dal baratro, e rimesso i conti a posto, con grande sacrificio dei cittadini di Alessandria. Che ora hanno il sacrosanto diritto di poter contare su un Comune moderno, efficiente, capace di affontare le sfide che ci attendono, anzichè perdersi in bisticci e ripicche. Nei mesi scorsi la politica ha fatto appieno il suo ruolo, varando la macrostruttura dell’ente, e fissando obiettivi precisi. Qui io mi fermo, come stabilisce la legge. Tocca al collegio dei dirigenti, di concerto con il segretario generale (che nel suo curriculum vanta anche esperienze di direzione generale) stabilire come. Anzi, già dovrebbero averlo fatto”.
Ma Rita Rossa non si ferma qui: “in comune abbiamo 670 dipendenti, e chiunque sostenga che sono pochi se ne assume la responsabilità. Mentre se si lascia intendere che solo una minoranza di queste persone è in grado di svolgere adeguatamente le proprie mansioni, replico che spetta ai dirigenti, e solo a loro, trovare i percorsi necessari, sul fronte della formazione e se serve anche in altre direzioni, per risolvere la questione: non mi si dica che tocca al sindaco, perchè sarebbe un’assurdità”.
E ancora: “ricordo che la recente legge Madia sulla riorganizzazione della Pubblica Amministrazione prevede anche che i dirigenti che non sono necessari, o adeguati, possono tornare a compiti da funzionari, così come funzionari possono assumere incarichi . Ma queste sono questioni organizzative interne, che poco interessano ai cittadini: l’importante è che l’ente funzioni, ed eroghi servizi di vera qualità. Garantisco che, nel giro di due anni faremo grandi passi in avanti: chi ritiene di voler essere della partita lo dimostri con i fatti, oppure passi tranquillamente la mano”.
Quando si dice parlar chiaro. Sarà un lungo week end per politica e dirigenza di Palazzo Rosso. Da lunedì tutto è possibile: chi farà il prossimo passo? E sarà un passo in avanti, o un dietro front da ritirata strategica?
Ettore Grassano