di Tony Frisina e Antonio Silvani.
La serata dell’11 aprile dicemmo testualmente (e questa è la paura secondaria citata la scorsa settimana e tradotta dall’all. n. 1), riferendoci ai nostri amministratori: “Che facciano quello che vogliono (coi soldi degli altri), l’importante è che non sfiorino neanche di un millimetro VALORIA e… lo vedremo dopo…”.
Valoria, o vàl di ràt (valle dei topi o valle dei Ratti, inteso come cognome di una famiglia “potente”), è una delle culle, forse la principale, del dialetto alessandrino, sita all’altezza di piazza Gobetti e delle vie circostanti.
L’all. n. 1a mostra com’era piazza Gobetti negli anni ’50; da apprezzare il ponte Tanaro e, sullo sfondo la Cittadella.
Nell’all. n. 1b, più o meno dello stesso periodo del precedente, voltando le spalle alla Cittadella, vediamo il ponte e, al di là di Tanaro, compare Valoria.
…”L’importante è che non sfiorino neanche di un millimetro VALORIA”.
Ecco (vedi all. n. 1c) come è stata ridotta via Dossena: pisciatoio e cacatoio, luogo di rissa e di giochi esagitati delle più varie etnie, abbellita (così dice chi l’ha voluto) da un dubbio ed inutile arredo urbano dal costo esorbitante.
Povera Valoria… colpita e affondata!
“Che facciano quello che vogliono (coi soldi degli altri), l’importante è che non sfiorino neanche di un millimetro Valoria e la CITTADELLA!”
E qui la paura si trasforma in terrore…
Prima di tutto, vedendo il modello dell’erigendo ponte (all. n. 2d) e, subito sopra, la Cittadella, appare chiaro che il ponte Meier us a fà ‘cmé rìš e giàsa ancón la Sitadéla (si fa come riso e ghiaccio con la Cittadella), nel senso che lo stile del ponte fa a pugni negli occhi con quello della Cittadella.
Antonio ricorda, quando, millenni fa, era consigliere comunale, l’intervento di una persona ancora politicamente attivissima che disse in una discussione sulla possibilità, fin da allora, di abbattimento del ponte: «… Se proprio saremo costretti ad abbattere il ponte Tanaro, faremo di tutto perchè il nuovo ponte sia costruito con uno stile che si adatti alla Cittadella…»
Il tempo fa dimenticare…
Avverte Emanuele Locci: “… Qua si corre il rischio dell’abbattimento di parte della Porta Reale, del Corpo di Guardia e la possibile invasione del fossato antistante la Porta Reale per il necessario raccordo del ponte Meier…”
Nell’all. n. 2a vediamo la zona che potrebbe essere interessata appena entrati nella Cittadella e, più precisamente, la Porta Reale ed il fossato antistante (apprezzabili in una cartolina degli anni ’60 – all. n. 2b) e la costruzione del corpo di Guardia (all. n. 2c).
Questo non è “sfiorare” la Cittadella, ma è sfregiarla in maniera indelebile!!!
Povera Cittadella, da quando dismessa dall’esercito e “presa in custodia” dal FAI, è stata valorizzata, conosciuta, tenuta pulita, resa attiva.
N.B. Nulla da eccepire sulla giunta Fabbio che ha iniziato un egregio lavoro di valorizzazione, di restauro e di comunicazione.
La Cittadella è stata eletta nel 2012 “luogo del cuore” (all. n. 3a) a livello nazionale, per la valanga di firme raccolte dal FAI… si è iniziata, grazie anche ad i quattrini elargiti dal FAI, la vittoriosa impresa di combattere l’ailanto (all. n. 3b)… pianta parassita (peggio dei renziani a livello nazionale e locale) che, dove si inserisce non si stacca più, producendo polloni infestanti a metri di distanza.
Si sono centuplicate le manifestazioni a carattere sociale, sportivo e, specialmente, culturale (all. n. 3c): tavole rotonde, conferenze, spettacoli di ogni genere, mostre, concerti e tanto altro ancora.
Qualche rana dalla bocca larga, abituata per lo più ad usare il foro superiore dell’apparato digerente senza aver acceso il cervello, disse che tutto il lavoro di cui sopra era opera di improvvisatori, erano attività dilettantistiche…
Una cosa era certa: la Cittadella cominciava a fare gola ai signori politici che, ovviamente, volevano la loro fetta di quella che sarebbe diventata una ricca e gustosa torta e facevano esprimere ai loro tirapiedi le puttanate di cui sopra!
Come è specificato nell’all. n. 4a, c’è stato un vero e proprio campionato italiano di onanismo mentale in cui politici (prima di tutto), uomini di fede, imprenditori, uomini di cultura, sicofanti (la nostra finezza ci impedisce di dire “leccaculi”!), speculatori hanno tirato fuori le formule, le ricette più miracolose, più magiche, più avveniristiche…
Per la Cittadella?
Ma neanche per sogno: solo ed esclusivamente per accaparrarsi dei voti e guadagnarsi (o mantenersi) i cadreghini (o far accaparrare i voti e mantenere i cadreghini ai loro protettori, ai loro uomini di paglia, ecc.).
Ora la Cittadella sta per chiudere… o è già stata chiusa, in attesa che terminino gli ultimi lavori al ponte…
… ma come mai c’è questo dislivello tra il ponte e la strada? Ma chi ha cappellato? Il progettista (qualcuno dirà che siamo iconoclasti) o i costruttori? Oppure è stato il destino? O, quasi certamente, la colpa è stata della giunta Fabbio (e questo mette d’accordo tutta la maggioranza!)…
… che delusione per le frotte di turisti e pellegrini che verranno da tutto il mondo ad ammirare prima di tutto il ponte e, di conseguenza, anche la Cittadella…
Una cosa è certa: come sempre accade da un po’ di tempo a questa parte in Alessandria, una fitta nebbia è calata sul nostro municipio, per cui è impossibile sapere quale sarà il destino del nostro monumento più bello ed unico al mondo.
Noi, all’unisono con Locci e Sciaudone, lo chiediamo ai nostri attuali amministratori, anzi esigiamo una risposta precisa, particolareggiata e sollecita (forse non conoscono il significato di queste parole, ma esistono i dizionari…).
Gli Alessandrini vogliono sapere se la Cittadella sarà sfregiata per sempre o se supererà indenne questo tragico momento.
Siamo sicuri che la risposta di chi amministra sarà favorevole al 100% alla Cittadella, altrimenti faremo di tutto perché (vedi all. n. 5) vengano trasferiti in simpatici locali quali la cella di Andrea Vochieri!
Un avviso: chi fosse interessato a visitare questa cella, si deve recare alla mostra permanente “Uniformi, Armi e Cimeli del Regio Esercito Italiano 1848 -1946”, e dopo aver torturato a sangue (potrebbe anche prostituirsi con lui) uno dei cerberi in pseudo divisa, ha qualche (debole) speranza di vedere il luogo di detenzione del causidico alessandrino…