AAA nuova Francesca Calvo cercasi! [Le pagelle di GZL]

Calvo Francescadi Graziella Zaccone Languzzi

 

1) Alla speranza che il futuro sindaco sia modello Francesca Calvo. Due sono i ‘Controvento‘ di Ettore Grassano su CorriereAl (“Palazzo Rosso 2017, ritorno al passato?”  e “Telefoni al Sindaco”) che mi hanno portato a ricordare il periodo della gestione del Comune di Alessandria guidata da Francesca Calvo. Molti episodi che ho paragonato a quanto vissuto dopo, e che mi porterebbero a sperare (la speranza è sempre ultima a morire), entro la fine di questo quinquennio di consiliatura comunale, nell’arrivo di una nuova figura femminile o maschile con quella capacità decisionale corretta e ragionata, controllo, regole, ordine sia fuori che dentro al “palazzaccio rosso” che caratterizzarono il “polso fermo” di Francesca Calvo. Come sempre con questa pagella mi attirerò critiche, ma io sono come le foche: pelle dura e non penetrabile. Francesca Calvo come ogni amministratore ha commesso i suoi errori; errori per alcuni e per altri no. Non esiste un amministratore di un Comune che non abbia scontentato parte di cittadini per scelte non condivise o per ideologia partitica, anche quando magari faceva cose giuste, ma per partito preso, si sa… In questi anni i detrattori hanno trovato la scusante dei soldi dell’alluvione, ma non dicono che la Calvo si è presa un Comune commissariato, e oltre ad aver speso quel denaro per rimettere in piedi la città, ha avuto la forza di tenere duro in quel periodo, in cui altri sarebbero andati ‘fuori di testa’. Ha subìto un processo burla, utile per gettare una cortina di fumo e coprire altri responsabili: ne sono sempre stata convinta.
Precisato quanto sopra per Alessandria, il futuro sindaco lo vorrei modello Calvo: con lei molti settori funzionavano, la sua presenza era determinante anche nelle piccole cose e il cittadino era ascoltato, si percepiva sicurezza e la presenza dello Stato. In questa città in qualche angolo c’è una Francesca Calvo? Si faccia avanti: Alessandria ha bisogno di risorgere.
Voto: 10

 
2) Argomento Rose e Magnolie. Un 3 alle solite ripicche&battibecchi partitici: aVia Dossena 1 chi giovano? Non certo alla città e ai cittadini. Per quanto ci riguarda, il tempo delle ripicche è finito, la crisi obbliga a gestire con lungimiranza i processi decisionali, e ogni sindaco si deve prendere le sue responsabilità di fattivo impegno. Premessa: nel giugno 2010 iniziai a ricevere le news di Matteo Renzi al tempo sindaco di Firenze. Era piacevole leggere il suo impegno di sindaco, inoltre comunicava personalmente se gli veniva risposto e con lui ebbi scambi di pensieri. In uno di questi appuntamenti comunicò che voleva la sua Firenze fiorita perché secondo il suo pensare oltre la buona gestione della città, andava arricchita con verde e tanti fiori, spiegando un importante impatto visivo che dava gioia, allegria etc. Renzi oggi continua a inviarmi le sue news ma le cancello, non riconoscendone più l’uomo e il politico: aveva una maschera ieri oppure oggi? Ricordo che quella e-mail della Firenze fiorita la inoltrai al sindaco del tempo Fabbio per conoscenza. Una città oltre a curare pulizia, illuminazione, sicurezza, strade, strisce pedonali visibili, semafori al posto giusto può anche essere fiorita e con il verde curato: non è spreco, e lo ha pensato a suo tempo anche Renzi. Veniamo al punto e torniamo a giugno 2012 a casa nostra: in tre anni le rose moldave acquistate là, forse perché resistenti al rigido clima locale, non sono seccate in massa auto-suicidandosi solo perché forti nella loro linfa, giacché incolpate della loro esistenza sul territorio di Alessandria che oggi di città ha solo il nome. Da tre anni le poverine sono state trascurate, sovrastate da erbacce infestanti, eppure sono belle in ogni sfumatura e se liberate dalle erbacce sono la gioia degli occhi, il riscatto visivo di questa disgraziata città. In questi giorni leggo un titolo su un organo di informazione : “Dalle rose moldave alle magnolie stellate. Ad Alessandria tutti i fiori hanno le spine” e ancora: “chi di rosa ferisce, di magnolia stellata perisce”. Il contendere sta in una critica dell’ex sindaco Fabbio (quello delle rose) per l’esagerato costo sostenuto nell’infiorare quattro scatolotti colorati (a mio parere di cattivo gusto) posti in via Dossena. Critica giusta visto che per tre anni la sindaca Rossa (quella delle magnolie), con le spine delle rose gli ha confezionato una corona da portare come Gesù Cristo. Ovviamente la risposta della Rossa (quella delle magnolie) non si è fatta attendere con cifre e controcifre, e comunque il solito rinfacciare e rivangare. La Rossa però (quella delle magnolie) poteva anche aspettarselo. Ora come scrisse Renzi una città ha bisogno anche di fiori, la Rossa ha infiorato una via, Fabbio ha infiorato una intera città, e auspico che l’attuale amministrazione abbia cura di quelle rose che mi gratificano della loro presenza, come sono ben accette le magnolie di via Dossena: ma ne critico fortemente l’arredo.
Voto: 3

 
Renzi- Alfano3) Alla politica nazionale. Argomento: pensionati, disoccupati, famiglie e giovani italiani. Per il Governo ognuno di loro vale al giorno la metà del costo dei migranti e dei rom. Questa pagella mi è stata suggerita dalla trasmissione “Aria Pulita” di 7Gold, programma ben condotto da Simona Arrigoni, dove gli ascoltatori possono andare in diretta e nello studio vi sono sempre due politici in contrapposizione. Chi telefona? Anziani, disoccupati, “depredati” dallo Stato. Ultimamente chi telefona urla e se potesse mordere lo farebbe contro l’ospite di turno di sinistra, perché rappresenta le scelte del governo che per gli italiani (pensionati, disoccupati, famiglie, lavoratori) non sta facendo nulla. E’ la telefonata di un anziano che ha urlato tutta la sua rabbia che mi ha portato a tracciare questa pagella. Lo scopo è che chi mi legge per affezione possa prendere atto della condizione a cui arrivano i nostri vecchi che percepiscono una pensione che va da 500 a meno di 1.000 euro al mese. Dopo aver lavorato, contribuito a far crescere questo paese, ci si ritrova a valere meno di un tizio straniero giovane, sano che sbarca e per il quale lo Stato spende mediamente 1.200 euro al mese, senza contare i costi sanitari e quanto è costato salvarlo e riceverlo, e tutto ciò che fa parte dell’accoglienza. Questo anziano nella sua rabbia ha urlato: “Renzi 1.200 euro al mese li dia a me e a tutti quegli italiani che hanno fatto grande questo Stato. Vi rendete conto che io italiano valgo la metà di questi individui sani che invece di scappare dovrebbero lottare a casa loro? Noi italiani non siamo scappati durante la guerra e le persecuzioni subite dai nazisti. Adesso mi dichiaro anch’io perseguitato e migrante, così se mi mandano in albergo ho alloggio gratis, riscaldamento, acqua calda e tre pasti decenti al giorno, e sono curato gratis perché con 710 euro di pensione, pagato tutto non mi rimane più niente per cibarmi e curarmi.” Ha torto? E’ egoista? Al punto in cui siamo grazie ad un Governo inetto, molle, debole e un Ministro degli Interni improponibile il nostro “altruismo” diventa un autolesionismo, noi ci stiamo facendo del male, anzi ci stanno facendo del male: e poi si chiedono come mai la gente diserta le urne, e la Lega e i Cinque Stelle avanzano. Ma ci rendiamo conto che nel nostro buonismo finto, l’accoglienza era solo strumento per ingrassare il malaffare, la politica collusa e corrotta a “servizio” di delinquenti potenti? Chi ci crede che i vari governi, il parlamento, le segreterie di partito non ne sapevano niente? Quanti di loro hanno vissuto alla grande sui migranti, rom e pensionati da meno di mille euro al mese? Vergogna!
Voto: 2