1) Ai cittadini reattivi. La vicenda Autorizzazione Cave da riempire di smarino mi ha portato a dare valore a quei cittadini di Spinetta Marengo e dintorni che stanno lottando come dei David contro un Golia con un potere che non lascia margine ad una sperata vittoria. Chi sono i cittadini reattivi? Chi reagisce, riferito a persone che reagiscono positivamente ad un avvenimento negativo e cercano di combatterlo? Non sono nimby o stakeholder, sono cittadini comuni impegnati che chiedono l’attenzione delle istituzioni e dei media sulla tutela dell’ambiente, della salute e della legalità. Riuniti in Comitati ed Associazioni sono loro stessi a denunciare sovente e ben prima che le istituzioni intervengano cosa non va sui territori. Dagli illeciti ambientali, dall’utilizzo di discariche o cave per il contenimento di rifiuti più o meno pericolosi, falde acquifere contaminate da amianto o pesticidi da cui i nostri territori sarebbero da bonificare, anziché aggiungere veleni e tossicità. Sono questi cittadini i primi a toccare con mano il territorio da loro vissuto dove la terra, l’acqua e l’aria pagano lo scotto di uno sviluppo economico irrispettoso di tutto, e in molti casi dove subentrano l’interesse pecuniario, il malaffare e la corruzione, a cui dell’ambiente e del rispetto delle leggi non frega nulla. Sono cittadini che vogliono partecipare a situazioni ambientali che li riguardano da vicino, e preparano osservazioni, leggono e studiano dati e documenti, lottano per il diritto alla salute. In certe decisioni non viene considerato l’impatto sulla salute magari non nell’immediato ma nel futuro, e quando il cittadino prova a mettere in dubbio di tali scelte, chi preposto continua a negarlo come è successo con i lavoratori che hanno denunciato i danni della polvere di amianto. Con tempo e determinazione anche chi lo negava ha dovuto ammettere la pericolosità di questa sostanza, come causa del mesotelioma pleurico, ma ormai era troppo tardi. Questo 10 va a Giancarlo Pozzi (nella foto), Tino Balduzzi, Vezio Goggi, Maurizio Fava, Alberto Ardito, Piero Bonafé, Carlo Tardiani, Davide Fossati e ad ogni altro cittadino che sta al loro fianco.
Voto: 10
2) alle istituzioni chiuse in sè stesse. Chi ha ancora la buona abitudine di informarsi, legge le fatiche che fa il consigliere comunale di minoranza Emanuele Locci, con la carica di Presidente della Commissione di Controllo di Gestione del Comune di Alessandria, per ottenere atti, documenti, provvedimenti in funzione della normativa che mette tali pubblicazioni presso l’albo pretorio online a disposizione in una area riservata ai Consiglieri. Per quel che ne so tale pubblicazione dovrebbe essere anche a disposizione di ogni cittadino che intende visionare le decisioni che vengono prese dalla amministrazione, e le determinazioni della dirigenza. Se non vengono pubblicate hanno qualcosa da nascondere? Così facendo producono dubbi e domande. Il consigliere Locci si è rivolto anche alla Prefettura perché la prefetta si attivi a intervenire su questo metodo e comportamento per niente trasparente e democratico, ma zero risposte anche da quel fronte. A questo punto consiglierei una denuncia al Ministero degli Interni e al Ministero della Funzione Pubblica perché inviino in Alessandria Commissari a verificare il perché di tale comportamento. Istituzioni chiuse in sè stesse, barricate perché? Comune, Prefettura paiono quelle piccole navi in bottiglia all’asciutto, protette da eventuali sgradite “mareggiate” dal vetro sottile che le circonda, ma oltre quel vetro ci siamo noi cittadini a cui le risposte e le informazioni corrette sono dovute che piaccia o no. Questi comportamenti producono un progressivo distacco tra istituzioni e cittadini, e ad una crescente perdita di coscienza civica e democratica. Purtroppo siamo arrivati a questo punto: a Palazzo Rosso, la casa degli alessandrini, manca la trasparenza.
Voto: 2
3) All’immobilismo delle istituzioni e dei responsabili preposti, quando vengono chiamati e poi sollecitati anche più volte senza risultato dai cittadini nelle situazioni di una insostenibile gravità, come quella di ricevere puntualmente acqua dal rigurgito delle fogne nelle case solo perché piove. E’ accaduto a famiglie di Casalbagliano e uno di questi cittadini stanco di questa situazione ha minacciato di rivolgersi alla prefettura e a “Striscia la Notizia”. Con tutte le sue (e loro) sacrosante ragioni posso già da adesso comunicare che sia dalla prefettura, “governo di Stato sul territorio”, che dalla famosa trasmissione del Gabibbo, non ci caverà un ragno dal buco: tempo sprecato. Bisognerebbe fare una denuncia in lettera raccomandata con ricevuta di ritorno: all’ASL/AL–settore Servizio di Igiene e Sanità Pubblica (S.I.S.P.) – Responsabile: dott.ssa Maria Antonietta Brezzi – via Venezia, 6 – 15121 Alessandria – che si occupa della prevenzione dei problemi di salute della collettività, in particolare di: prevenzione e controllo della diffusione delle malattie infettive nella popolazione e prevenzione e controllo dei fattori di rischio presenti negli ambienti di vita. Cosa significa Igiene e Sanità Pubblica: a fare un esempio in essere, ricevere in casa, luogo ambiente di vita di una famiglia, liquame di fogna seppur diluita dalla pioggia, può essere altamente pericoloso per la salute. La stessa raccomandata andrebbe inviata all’indirizzo e per conoscenza al NOE (Comando Carabinieri Ambientali) Via Savona, 26 – 15121 Alessandria e al Comune di Alessandria, alla sindaca Rita Rossa quale responsabile della salute dei suoi cittadini, in questo caso trattasi di fogna. Se nessuno dà risposte, o fornisce vaghe promesse che non avranno mai seguito, oppure zero risposte entro 30 giorni dal ricevimento della ricevuta di ritorno, un Esposto/Denuncia alla Procura della Repubblica su chi non ha espletato il proprio dovere. Non ci sono altri sistemi per non beccarsi malattie infettive e non bisogna temere, non sono “babau”: sono solo i preposti e responsabili al servizio dei cittadini.
Voto: 2