Il docufilm Ottopunti sarà proiettato venerdì 5 giugno alle 21.00, presso il salone Parco del Po viale Gramsci 10 a Casale Monferrato, in una serata organizzata da Voci della Memoria, Legambiente Casale e Equazione, che vedrà la presenza del protagonista e della produttrice, Timothy Ormezzano e Laura d’Amore, oltre all’avvocato Novaro, avvocato di parte civile nei processi relativi al G8 del 2001.
L’ingresso è gratuito.
Esiste un tempo “prima Genova”, come punto di arrivo di quel movimento etichettato allora come “no-global”, ma che in realtà si è rivelato essere il più globale di tutti, promuovendo l’ideale che un mondo diverso era possibile, chiedendo a gran voce una globalizzazione dei diritti, ovunque, denunciando al contempo i rischi che il modello di sviluppo imperante portava con sé.
Ed esiste un tempo “dopo Genova” durante il quale quei rischi si sono poi puntualmente concretizzati nella crisi che stiamo vivendo. In questo tempo non possiamo non constatare che le inevitabili tensioni prodotte da una società la cui tenuta è messa a dura prova finiscono coll’essere sempre più spesso trattate come un problema di ordine pubblico, e non, come dovrebbero, richieste legittime alle quali andrebbe data una risposta politica.
Genova, nello scenario sociale che tutti possiamo riconoscere, rappresenta quindi un momento di passaggio: le migliaia di persone, i numerosi e diversi movimenti che percorsero allora le sue strade e le sue piazze si scontrarono, loro malgrado, contro una violentissima repressione, alla quale non erano pronti e che tracciò un solco profondo nel quale ancora oggi ci muoviamo. Repressione e violenze che bruciano ancora oggi e per le quali l’Italia è stata recentemente condannata dalla Corte europea dei diritti umani di Strasburgo per tortura, in riferimento ai fatti della scuola Diaz.
Il docufilm OTTOPUNTI, prodotto da Laura d’Amore e per la regia di Danilo Monte, ruota intorno alla dolorosa esperienza vissuta durante le giornate del G8 di Genova da Timothy Ormezzano, giornalista, una delle vittime degli episodi di violenza indiscriminata che colpirono chi come lui arrivò a Genova, mosso dai propri ideali.
A distanza di undici anni da quegli eventi tragici, Timothy, in compagnia del regista, ritorna a Genova per raccontare la sua storia, ed attraverso il suo racconto apre una riflessione sulla delusione di una generazione intera, il cui sogno di un mondo diverso venne così duramente represso.
Timothy fu ingiustamente picchiato e incarcerato, a ricordarglielo una cicatrice sul suo volto, otto punti.
Affrontò l’esperienza della carcerazione, attingendo alle sue capacità di reporter, descrivendo la situazione kafkiana vissuta, offrendo una lucida testimonianza che risulta essere molto più efficace di tante immagini. Danilo, anche lui a Genova e amico di Timothy fin dai tempi dell’università, fu più fortunato e non subì violenze, considera Genova uno spartiacque decisivo per la nostra società, il cui ricordo è ancora vivido, esattamente come una cicatrice sul volto. Insieme ad altri protagonisti di quei fatti, come Don Gallo, Giuliano e Haidi Giuliani, lo stesso padre di Timothy, Giampaolo Ormezzano, i due amici svolgono un percorso di memoria, e di speranza.
Ecco perché è così importante “tornare” a Genova: per riflettere su quelle tre giornate e sul loro significato, per provare a capire di più e meglio, e magari, così facendo risvegliare l’ideale che un mondo diverso è ancora possibile. E sempre più necessario.
Associazione Voci della Memoria