Reduce dai fasti del Salone del Libro di Torino, Massimo Brusasco è appena sbarcato nelle librerie di Alessandria e provincia con la sua ultima (e tanto attesa) fatica letteraria: “I promessi sposi, la passione e il gatto che non voleva stare solo”. Per noi, amici di Massimo sin dai tempi del liceo, questa è una notizia assai ghiotta, che naturalmente ha stimolato la nostra curiosità: come sarà questo terzo divertissement letterario dell’Hemingway di Fubine? Per saperne di più, abbiamo inseguito Massimo per giorni e giorni, prima di metterlo spalle al muro e compiere il nostro dovere. E, a sentir lui, non gli è nemmeno dispiaciuto. Buona lettura e… tutti in libreria!
Caro Massimo, sei già arrivato al tuo terzo libro. Tu che fai mille cose (giornalismo, teatro, intrattenimento) quando hai trovato il tempo di scriverlo?
Mi sono detto: se Vespa riesce ad andare in onda quasi tutte le sere e a pubblicare più o meno due libri all’anno, qualcosa devo riuscire a fare anch’io, che sono pure più giovane.
Sognavamo le ragazze cin cin, Palla tonda teste quadre, e adesso I promessi sposi, la passione e il gatto che non voleva stare solo. Tre titoli molto belli e creativi, complimenti… come ti sono venuti in mente?
Avrei in effetti voluto limitarmi a “I promessi sposi”, ma non sarei stato originale. Ti piace questa risposta più corta della domanda?
Dal tuo primo libro a oggi, che cosa è cambiato nel Brusasco scrittore?
Spero di essere migliorato. Quel che non è cambiato è il piacere che provo nello scrivere, al quale spero corrisponda il piacere nel leggere da parte di chi avrà la bontà di affrontare il testo…
Ma uno scrittore che cosa legge? E tu, invece?
I giornali, ad esempio. Per quanto riguarda i libri, non ho un genere preferito. Ho quelli che “non” preferisco: fantasy, horror, noir. Nella mia hit parade ci sono romanzi, biografie e testi legati a fatti di cronaca. Ho letto anche 3 o 4 ricette di Benedetta Parodi, per ragioni di territorialità.
Secondo Arbasino, il cursus honorum dell’intellettuale italiano è il seguente: bella promessa, solito stronzo, venerato maestro. Tu a che punto sei?
Poiché non penso di essere un intellettuale, mi tiro fuori ben volentieri. E poi le categorie così nette non mi piacciono mica tanto. Preferisco le sfumature e quello che sta tra il bianco e il nero (eccezion fatta per il bianconero).
Una curiosità: in media quanto ci metti a scrivere un libro?
Ah, non so… ho tempi lunghi, di solito.
Potresti riassumere la trama di questa tua ultima fatica? O almeno dirci in quale categoria letteraria rientra?
Romanzo… genere brillante. Trama… rapida.
E cioè?
Un sindaco cerca antidoti allo spopolamento del suo piccolo paese di montagna. Decide, col suo staff, di mettere in piedi un grande spettacolo (come fa Sordevolo con “La passione”) e allestisce “I promessi sposi”, però in modo edulcorato, cioè con solo le cose positive (quindi niente peste, niente Innominato ecc.) per non turbare la sensibilità di una popolazione anziana e bigotta. Al momento di trovare un testimonial per lanciare lo spettacolo, pensa alla Signora in giallo. E chiede a immigrati in America di contattarla.
Una storia avvincente… la porterai mai in teatro?
No, è troppo complessa. Meglio un film.
Un film? Protagonista maschile?
Silvio Orlando nel ruolo del sindaco…
Protagonista femminile?
Laura Morante… che finalmente non farebbe l’isterica, ma la tipa un po’ più allegra.
E tu quale parte ti assegneresti?
Quella del giornalista che partecipa, unico, alla conferenza stampa.
Sto sfogliando il libro… nella terza di copertina leggo che sei anche autore di canzoni. Questo è uno scoop!
Massì… robe che ho scritto io con un amico che le musica. Abbiamo anche un gruppo che ogni tanto le canta. Canzoni demenziali e anche “furbe”, tipo cantautori.
Come la chiudiamo? Vuoi fare un appello ai lettori?
Se proprio non vi frega di leggere il mio libro perché pensate sia brutto, compratelo per qualcuno che vi sta antipatico, così gli fate un dispetto!
[Per i dispettosi fuori Alessandria: http://www.lineadaria.it]